Editoriali Slider — 16 Dicembre 2020

Se, almeno sino al natale, la fisionomia climatica rischia di risultare assai distante da quella immaginifica dei paesaggi imbiancati, si cominciano a notare, ulteriormente e proprio a partire dai giorni natalizi, certi movimenti e certi accenni di un cambiamento su scala euro-atlantica, di un certo interesse. La premessa doverosa è che trattasi di movimenti, almeno nel loro schema iniziale, tuttaltro che conformi ad irruzioni artiche e similari; ma sono comunque da prendere in considerazione. Sono da prendere in considerazione perché, in ogni caso, delineano un cambiamento che, come tutti i cambiamenti, è da seguire; e poi perché, detta ipotetica evoluzione potrebbe, in una fase successiva, aprire, finalmente, all’aria che arriva dall’est europeo. Al netto della notevole incertezza che continua a regnare sovrana, di detta evoluzione, che prospettano certi importanti modelli, prendiamo atto e proviamo ad interpretarne i possibili risvolti. Passato il natale potrebbe, insomma, accadere che l’anticiclone atlantico si elevi verso le latitudini groenlandesi ed islandesi, a chiudere la porta oceanica e ad aprire ad un significativo affondo meridiano diretto verso l’iberia o verso il suo vicino atlantico. E che c’entra tutto questo con il freddo? Beh, c’entra effettivamente poco, tant’è che lo sprofondare di una saccatura o di un polo freddo del genere l’aria artica la porta ben altrove e sui nostri mari ha piuttosto l’effetto di attivare rimonte sub-tropicali e flussi meridionali di segno diametralmente opposto a quelli del freddo. Ma occorre considerare, ammesso che detti sviluppi si concretizzino, che, in casi del genere, una delle possibilità evolutive successive è quella di una generale rotazione degli assi in senso orario, con eventuale traslazione verso est e con una transizione da uno schema di split blocking in atlantico a quello di un rex blocking o di un dipole blocking a livello euro-atlantico. Senza fantasticare troppo e trattando in modo pratico e semplice potrebbe, ovvero, succedere che, con gradualità, tutto il profilo barico della doppia grande onda di segno meridiano evolva in una fisionomia che orienta i flussi in senso più longitudinale disegnando il classico corridoio depressionario iberico-mediterraneo alimentato dall’aria fredda continentale. Detta ipotesi previsionale, che comunque non è la sola in campo, è quella che finirebbe per regalarci, finalmente, una fase ben più invernale tra la fine dell’anno e l’inizio di gennaio. Il disegno, della situazione prevista in quota per i giorni 25-26, mostra l’accenno al cambiamento descritto, che può poi maturare, prima nella direzione dell’affondo meridiano iberico (frecce più marcate con traccia bianca) e quindi nella successiva direzione di uno schema a doppia onda con assi disposti in senso longitudinale e con la porta dell’est aperta agli spifferi continentali (frecce meno marcate o più in trasparenza)…

Pierangelo Perelli

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