La notizia meteo di sostanza delle ultime ore è quella che ci racconta di una stagione che, finalmente, tende a cambiare volto, assumendo connotazioni più consone al periodo. Da qui a dire che avremo sicuramente lunghe fasi fredde, però, ce ne corre. Le irruzioni che si profilano dal santo stefano in poi ci raccontano, certamente, di un clima che tenderà a farsi, via via, più invernale, ma con gradi di intensità e durata tutti ancora da decifrare. Di sicuro, o quasi, possiamo cominciare a vedere, con una certa dose di certezza, sino ai giorni 28-29, ovvero sino al profilo di una bella saccatura alimentata da aria artica ed in estensione sul continente. L’irruzione che la precede, ovvero quella del natale/santo stefano (indicata nel disegno dalla linea di colore blu, quale rappresentazione di una isoipsa di riferimento), mostra tutte le caratteristiche delle frustate fredde molto evolutive o fugaci, ma proprio perché incalzate da una nuova irruzione che non consente chiusure a ovest o a nord-ovest. Rapida e tendenzialmente in indebolimento si configurerà comunque come una sferzatina di aria fredda in grado di introdurre la nuova fase climatica che si profila. Oltre detta moderata e veloce irruzione gli occhi non possono non puntare, dunque, a quanto, da qualche tempo, i vari modelli, peraltro con correzioni di tiro progressive, indicano per i giorni di fine anno, ed indicano come una successiva irruzione che tende a presentarsi ben più consistente. Infatti, tra i giorni 28 e 29 è oramai quasi certo che il profilo barico euro-atlantico presenterà la disposizione in quota rappresentata nel disegno, e che delinea l’esemplare quadro della classica ondulazione con grande onda alto-pressoria oceanica e complementare grande onda depressionaria estesa dall’artico all’europa centrale o centro-occidentale (vedi la linea di colore viola, che vuole indicare la disposizione della isoipsa di riferimento e la sua evoluzione dal giorno di santo stefano). Quest’ultima raccoglie tutti i segni delle grandi irruzioni artiche, che non significano necessariamente una ondata di gelo sull’italia, ma che, certamente, alla possibilità di una discreta ondata di freddo anche in pieno mediterraneo, possono essere assimilati. Naturalmente vedremo, anche perché prevedere nel dettaglio l’esito di un tale quadro lo ritengo assai complicato, e se anche i vari modelli mostrano tuttora un lungo termine ancora dubbioso figuriamoci se possono essere gli appassionati a definirlo senza le doverose molte incertezze. Ma è chiaro che quello di una ondata di freddo, più o meno duratura e più o meno consistente, rientra nel ventaglio delle ipotesi. In ogni caso, al netto della elevata probabilità di una perfetta irruzione artica nord-sud sull’europa e delle tramontate ipotesi, per ora, di sua fasatura con l’atlantico con relativa fuga verso ovest, sarà da vedere tra le possibilità che la medesima finisca per essere fugace e forzata verso est da un ingerente contesto mobile, che risulti altrettanto fugace a causa di una ingerente alta pressione in estensione da ovest, che si collochi in una configurazione mobile persistentemente di matrice settentrionale ed aperta a successive spinte da nord o da nord-ovest, o che, per effetto di chiusure ad occidente e rialzi pressori vero est o nord-est, finisca per sfociare in una durevole ondata di freddo di matrice continentale…
Pierangelo Perelli