Editoriali Slider — 21 Dicembre 2020

I meteorologi sanno perfettamente che interpretare l’evoluzione di una saccatura alimentata da aria artica ed in discesa sull’europa verso il mediterraneo è cosa assai complessa. Non lo sanno invece molti fantameteorologi che, nel commentare le carte, danno per scontato che la faccenda proceda in un certo modo, ed in quello che pare o che piace a loro. Tra prossimi sgretolamenti del vortice polare, stratwarming che determineranno un inverno storico, indici teleconvettivi impazziti e fuori controllo, ce n’è per tutti i gusti. La serietà, per come la penso io, è quella di chi, appassionato o vero esperto, guarda le carte e le interpreta alla luce di quanto le medesime oggettivamente dicono, assumendo sempre che trattasi di carte di probabilità, tanto più affidabili quanto più associate ad un tempo prossimo. La saccatura artica, che risulta perfettamente confermata ed in rapida discesa sull’europa centro-occidentale tra il 27 ed il 29, è cosa oramai assodata. Ma è naturale che risultino confermabili anche tutte le varie possibilità evolutive che un evento del genere può avere, tra quelle preferite e non preferite dai freddisti. E a meno che qualcuno, come leggendo qua e là sembrerebbe, non abbia a disposizione la sfera di cristallo, gli esiti di una irruzione del genere e di una distanza temporale corrispondente al medio-lungo termine, non possono saperli ancora neanche i modelli. Certi dubbi, pertanto, rimangono, e saranno sciolti definitivamente più avanti. Tra l’altro occorre anche dire che basta poco affinché un episodio del genere sfoci in situazioni meteo ben diverse tra loro. Il tutto è in funzione di molti parametri intimamente associati alla dinamica della circolazione generale, del fronte polare e del jet stream, che guidano quanto la saccatura può affondare in latitudine (vedi linee blu), la sua traiettoria più o meno spostata in longitudine (vedi frecce blu) e la dinamica a monte legata al promontorio anticiclonico atlantico, più o meno non condizionato dal forcing zonale ed ovvero più o meno libero di chiudere la porta ovest-est e di garantire un futuro alle irruzioni, da nord o da nord-est (vedi frecce rosse). Non mi pare, al momento, e guardando gli ultimi run, che si possa ammettere con adeguata dose di sicurezza, un esito piuttosto che un altro. In linea generale sembra, comunque, che l’affondo sia in grado di coinvolgere, almeno in parte, il mediterraneo, e che, tra la possibilità di una estensione più ad ovest con richiamo iniziale di correnti umide sud-occidentali e quella di una azione meno arcuata e più diretta o più confinata al mediterraneo centrale o centro-orientale, possa, alla fine, dettare il tema di una fase invernale, più o meno duratura o fugace e non esente dalla possibilità di ulteriori affondi futuri di inizio nuovo anno. E non sto affatto affermando che avremo chissà quali ondate di gelo. Il disegno si riferisce alla situazione prevista in quota tra il 29 ed il 30, e mostra la saccatura menzionata in azione, assai ispiratrice per noi freddisti ma ancora tra la dimensione di una giustificata speranza e quella dell’illusorio…

Pierangelo Perelli

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