Quando la situazione meteo si ingarbuglia diventa senz’altro più difficile anche trattarla e, per come si vede, disegnarla. In ogni caso, a trattarla, ci proviamo. Va subito detto che, per come già evidenziato in precedenza, certe promesse di atlantico perturbato saranno, probabilmente, disattese. E lo saranno per gli effetti di un anticiclone duro a morire e persino in grado di rialzare la testa in base alla fisionomia dei promontori africani. La medesima espansione avrà ben poco a che fare con la forza e la solidità di quella del grande caldo di un pò di tempo fa, ma sarà sufficiente a frenare la possibilità di spinte cicloniche oceaniche degne di tale nome. Tuttora lo stesso sub-tropicale segna elementi di cedimento e favorisce infiltrazioni capaci di produrre variabilità o maltempo su varie aree italiane, in primis del centro-sud, ma è destinato, con l’inizio della prossima settimana, a riprendere quota fino al punto di impantanare a largo una bella saccatura atlantica. Non solo. Il movimento di tale blocco, tendenzialmente portato a disegnarsi in un omega, sarà anche tale da favorire una certa retrogressione depressionaria da est, in direzione della penisola balcanica e, più o meno, sino a mar ionio se non sino a mediterraneo meridionale area centro-orientale. Tutto questo rientra proprio nella dinamica della grande circolazione che vede, a fronte dello sviluppo di onde di relativa grande ampiezza, la rotazione dei loro assi in senso orario nell’ambito di un contesto di indebolimento dei forcing ovest-est. Il disegno, riferito alla situazione prevista a 500 hPa intorno ai giorni 7/8, nel descrivere il trend descritto, è eloquente. Risulta chiaro il blocco che frena la depressione atlantica sul golfo di biscaglia e risulta altrettanto evidente la vorticità che guadagna terreno in senso anti-zonale sul sud-italia. Detta situazione potrebbe avere, però, una durata non particolarmente lunga, giacché, come ho detto, la forza del sub-tropicale non è più quella di un mese fa, ed inoltre sussiste una certa possibilità di movimenti nel lungo termine non proprio favorevoli al suo mantenimento. Ecco che già intorno a fine decade si dovrebbero registrare i primi segni di un allentamento dell’alta pressione associato ad un disporsi delle correnti e dei centri barici secondo quanto illustrato dalla simbologia delle frecce più piccole, rappresentative di una certa progressione della depressione atlantica verso ovest o nord-ovest, certamente non in grado di rivoluzionare in senso negativo il tempo italico ma capace, quanto meno, di riorientare tutto il disegno nell’ambito di una fisionomia più zonale. Detti movimenti ci condurranno quindi alla seconda decade, tutta ancora da decifrare giacché descritta dai vari modelli in modo assai diverso, tra chi enfatizza un affondo atlantico iberico assai promettente in termini di possibile peggioramento da ovest (ipotesi simboleggiata dalla freccia grande che circoscrive la spagna), e chi, al contrario, indica un nuovo blocco o un anticiclone ancora portato a frenare l’atlantico, anche fino al punto estremo di fornire energia a spinte orientali o settentrionali (ipotesi simboleggiata dalle altre frecce grandi)…
Pierangelo Perelli