I modelli sciolgono le riserve dei giorni scorsi e delineano, in un modo abbastanza chiaro, quanto ci attende da qui a fine mese. Nulla a che vedere con certezze assolute, ma, certamente, con qualcosa di ben più probabile rispetto alle alterne vicende descritte negli ultimi 3-4 giorni. Ed in proposito diciamo subito che, a fronte di un quadro meglio orientato nella direzione di segni invernali, non risultano segni di freddo sostanziale o di vero inverno. Le aspettative dei freddisti corrispondono a qualcosa di ben diverso e, generalmente, a contesti in cui un blocco anticiclonico atlantico stabile ed esteso in meridiana sino alle alte latitudini stabilisce una disposizione a saccatura, ad asse nord-est/sud-ovest, di matrice artico-continentale in affondo sino sul mediterraneo. Non è questa la sola disposizione in grado di caratterizzare fasi molto invernali; ma, per quanto concerne i disegni in quota, è, in tal senso, la situazione principe. Ebbene, la configurazione dei prossimi 5-7 giorni non avrà molto a che vedere con un tale disegno, ed avrà molto più a che vedere con qualcosa di ben più mobile e determinato da una ondulazione significativa ma non così pronunciata. Sbilanciarsi troppo nel fare certe affermazioni non è il caso perché, lo sappiamo, il tempo sa regalare sorprese, per cui è sempre bene considerare quanto ci raccontano i modelli come qualcosa di associato ad un certo valore probabilistico. Tuttavia non possiamo neanche far finta di non riconoscere che tutti gli stessi modelli, nel corso delle ultime 24-36 ore, hanno raggiunto uno schema comune ed assai credibile. Il cambiamento generale della configurazione euro-atlantica, ampiamente trattato da giorni e giorni e di inizio terza decade, è in avvio ed è destinato, con un apprezzabile rialzo barico sin sul nord-atlantico, a stabilire il quadro di infiltrazioni di aria fredda ed instabile su mediterraneo occidentale ed iberia. Ne consegue una sorta di “reverse” dai toni moderati che vede penisola e mari adiacenti destinati ad entrare nel dominio di un’area depressionaria, non così profonda, ma, certamente, in grado di disegnare un tempo generalmente più tardo-autunnale, più fresco, più instabile ed associato alla maturazione di corpi nuvolosi in moto da ovest ad est alla nostra latitudine. La permanenza di un profilo ad onda anticiclonica ben disposta sino alle alte latitudini oceaniche ma anche relativamente sensibile al flusso zonale, dovrebbe, poi, mantenere la possibilità di impulsi successivi artico-marittimi e/o polari-marittimi, e tali da pilotare tendenzialmente sia un certo affondo freddo più compatto e consistente e sia una maggiore mobilità del contesto generale, identificabile nel transito di una sacca fredda di tutto rispetto verso fine mese (vedi disegno della situazione prevista in quota intorno ai giorni 27/28). Dire transito significa anche parlare di una configurazione mobile che vede una disposizione rossby euro-atlantica ben netta (vedi simbologia) ma, nel contempo, non così drasticamente meridiana e, quindi, piuttosto associata ad onde secondarie mobili in moto da nord-ovest a sud-est. Un disegno questo che, per la parte finale del mese, può regalare, alla fine ed in sintesi, un tempo che si confà con il più classico tardo-autunno non disdegnando di mostrare i primissimi segni di inverno…
Pierangelo Perelli