La storia natalizia della significativa affermazione anticiclonica su scala continentale che andrà determinandosi nei prossimi giorni ce la racconterà il prossimo futuro. Guardare le proiezioni modellistiche di lungo termine che coinvolgono quei giorni è lecito quanto, però, non così foriero di certezze. Tutt’altro. Il valore di indicazioni che vanno oltre i 5-7 giorni è relativamente basso ed inoltre l’esperienza ci insegna che proiezioni fredde da urlo trovano spesso e volentieri il modo di essere gradualmente smentite. Ci limitiamo, pertanto, a considerare assai credibile, e per quanto riguarda il medio termine, l’affermazione anticiclonica menzionata nella veste di una estesa cellula più o meno centrata nel bel mezzo del continente o, forse, moderatamente spostata sul nord-ovest, ed anche, almeno nel disegno che ci propongono attualmente i modelli, non così prodiga di sbuffate continentali alle basse latitudini e verso il mediterraneo. La possibilità che a detta stabilizzazione corrisponda, già nel corso dei prossimi giorni, un certo richiamo freddo da est non è esclusa, ma altrettanto non sembra che detto richiamo debba risultare così significativo. Di sicuro il simil omega che si profila per metà mese appare assai di blocco per l’atlantico, nelle vesti di un vero e proprio solido muro meridiano e tale da deviare il grosso del flusso occidentale nettamente verso nord sul vicino oceano. Al netto di tutto questo, però, non possiamo nascondere il fatto che muri del genere spingono aria calda in quota verso l’artico secondo una dinamica che a noi freddisti piace non poco dato è che proprio per effetto di tali dinamiche che possono maturare certi disturbi del vortice polare e certi estremi causa delle grandi irruzioni. In verità dette dinamiche, e, soprattutto, le dinamiche di interazione troposferica-stratosferica indicate da complicati calcoli e parametri come l’EP-flux e l’heat-flux, non sono così facilmente decifrabili, tant’è che, ad es. allettanti e significativi riscaldamenti stratosferici polari non è affatto detto che abbiano effetti sul vortice polare troposferico. In ogni caso rimane il fatto che un blocco anticiclonico che si afferma sull’europa e come quello dei prossimi giorni certe fantasie freddiste le stimola e, per quanto possa anche finire per risultare un bell’anticiclone invernale stabilizzante di nebbie, strati e temperature non così basse, poco aperto all’ovest ma anche all’est, nulla esclude qualcosa di diverso e di più interessante nelle prospettive. D’altra parte, e qui proviamo ad andare ben oltre metà mese, vari modelli forniscono l’idea che verso fine seconda decade lo stesso anticiclone possa configurarsi maggiormente in termini di meridianizzazione e di espansioni islandesi/groenlandesi, possa ovvero trasferire i suoi massimi verso nord o nord-ovest a mettere in moto, in modo più marcato e lungo una direzione più spostata verso occidente, le conseguenti spinte artico-continentali. Da qui a dire che avremo un periodo natalizio nel segno del freddo ce ne corre, tant’è che è meglio lasciare da parte le illusioni. Diciamo semplicemente e sommessamente che, alla luce di quanto ci è dato di vedere al momento, una ipotesi del genere è degna di un minimo di considerazione. Il disegno mostra la situazione prevista in quota intorno ai giorni 18/19 e mostra il bel profilo meridiano simil omega descritto, mentre la simbologia vuole indicare una delle possibili evoluzioni immediatamente successive quale quella ancorata al ridisegno e alla ricollocazione verso nord-ovest dell’anticiclone…
Pierangelo Perelli