Editoriali Slider — 10 Gennaio 2022

Esistono situazioni meteo sulla scala delle mappe globali tali da essere in grado di indicare in modo chiaro l’evoluzione dei giorni successivi e di non rendere necessaria, in senso relativo, l’osservazione dei forecast. Le mappe di questa mattina, riferite alla situazione attuale, ad es. e da questo punto di vista, sono eloquenti. E sono significative, pertanto, anche da un punto di vista didattico. Il promontorio anticiclonico in quota sull’europa occidentale, i due settori ciclonici di segno opposto ai suoi lati ed il profilo delle isobare (linee bianche) e dei sistemi frontali rivelano, in modo chiaro e netto, quella che è una distribuzione barica e termica evolutivamente orientata nella direzione di una chiusura. La tipica distribuzione del grande flusso ondulato in quota, mediamente e generalmente orientato da occidente ad oriente ed in cui si collocano le onde di segno opposto con i relativi fronti caldi e freddi, produce il classico treno ondulato delle perturbazioni in cui, appunto, per ogni perturbazione, fanno spicco l’onda calda ed il fronte caldo seguiti dall’onda fredda con il fronte freddo. Al netto del fatto che i sistemi, maturando, vedono il fronte freddo (blu) raggiungere quello caldo (rosso) producendo il fronte occluso (colore viola) e tendono ad invorticarsi, sussistono, in contemporanea, processi evolutivi di vario genere, principalmente collegati al modo con cui lo stesso grande flusso ondulato si orienta e va incontro a processi di meridianizzazione. Il disegno riferito alla situazione generale attuale fornisce proprio l’idea del treno perturbato ondulato che subisce l’azione di detta meridianizzazione generante una frattura dello stesso treno ed un processo di separazione che declina in un flusso oceanico frenato e ridistribuito da sud-ovest a nord-est a largo ed ovvero in una chiusura. In detto flusso orientato da sud-ovest a nord-est appare chiaro il treno delle perturbazioni e la linea frontale ondulata che fluisce dal basso oceano verso i mari del nord-europa, così come risulta evidente la frattura che isola, a valle, il sistema perturbato in mediterraneo destinato a maturazione, ad ulteriore vorticizzazione e a invecchiamento più o meno sul posto. Alla luce di una tale fisionomia, pertanto, si può facilmente dedurre l’evoluzione dei prossimi giorni, ancorata ad una certa residua persistenza del vortice sul mediterraneo meridionale e ad una graduale stabilizzazione generale dettata dalla chiusura sopra descritta…

Pierangelo Perelli

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