In meteorologia di folle, di impazzito e di inaspettato non c’è nulla. Chi scrive di meteo ed usa questi termini non fa meteo ma fa teatro, folclore e fiera, magari molto utili per attirare le allodole, che sono tante, ma non certo per scrivere seriamente ed analiticamente di meteo. Le carte di forecast globale che i modelli propongono per i prossimi giorni e per il lungo termine della prima parte della seconda metà del mese non corrispondono a nulla di folle, di impazzito e di inaspettato. Corrispondono al quadro di un trend generale, valido sulla base dei ben noti livelli di probabilità, e da esaminare con serietà e spirito scientifico. La voglia di colpire a suon di termini inappropriati, di ridicoli nomi associati ad alte e basse pressioni e di fantasie previsionali guarda caso spesso assimilabili a grandi eventi meteo, si confà con il mercato ma non con la scienza. Impazza già, come ogni anno, l’atteggiamento volto a mettere in campo il famoso stratwarming, al fine di collegarlo ad eventi di freddo storico futuri possibili. Ebbene, intanto, nel lungo termine e fino a dove si può arrivare con una dose sufficiente di affidabilità nel tempo, non risultano, al momento, stratwarming degni di nota. Inoltre non esiste stratwarming, anche significativo, che debba corrispondere per forza a grandi irruzioni fredde. Infatti, in primis uno stratwarming non è detto che abbia influenza in troposfera; e poi, anche ammessa una sua influenza in troposfera, la corrispondente eventuale perturbazione o alterazione del vortice polare nel senso della propagazione di un suo lobo verso sud non è detto che interessi le nostre longitudini. Dopodiché, e lo si sa bene, i forecast di lungo termine sono sempre suscettibili di revisioni, uno stratwarming futuro influente è sempre possibile, e nulla vieta che il sino a qui modesto inverno non possa cambiare marcia nel corso del mese attuale o nel mese prossimo. Magari. Ho disegnato la situazione prevista in quota, più o meno da tutti i vari modelli, nei giorni di inizio seconda metà del mese perché abbastanza rappresentativa di quello che potrebbe essere un trend da associare, quanto meno, ad una fase di 5-7 giorni. E da associare ad una fase dominata da un contesto anticiclonico variamente disposto sull’europa nord-occidentale o anche più a nord-ovest, e, pertanto, favorevole a discese fredde più consistenti sull’europa orientale. Per quanto riguarda gli esiti di detto contesto sul mediterraneo occorre, infatti, valutare quelle che potranno essere le disposizioni precise dell’alta pressione, più o meno decentrate o più meno invadenti verso est. Perché risulta evidente che disposizioni più decentrate a nord-ovest saranno più favorevoli a spinte fredde che coinvolgono i nostri mari e, quanto meno, adriatico e sud-italia, mentre disposizioni più invadenti saranno più favorevoli ad una profilo di confine, certamente sempre di matrice settentrionale ma con azioni fredde assai meno dirette e più dislocate ad est…