Il motivo per il quale latitano, e da tempo, le classiche situazioni da vero freddo in mediterraneo, se lo stanno chiedendo i climatologi ed è motivo di formulazione di varie ipotesi. In tal senso può avere un ruolo il riscaldamento globale antropico, o può avere un ruolo un fisiologico avvicendamento di fasi climatiche. Quanto è dato di osservare, pur rimanendo nel campo delle ipotesi, sono certamente: una minore influenza delle azzorre ed una sua minore affermazione in alto atlantico; una maggiore presenza del sub-tropicale in sede continentale e mediterranea; una minore estensione retrograda dell’anticiclone termico russo-siberiano. Associato a detti contesti possiamo anche considerare una generale maggiore compattezza del vortice polare. Ammesso che detti contesti siano veri è altresì molto probabile che siano contesti in interazione e più o meno tra loro in un rapporto di causa-effetto. Risulta evidente come una minore affermazione a largo in atlantico delle azzorre e del ramo oceanico del sub-tropicale possa corrispondere a situazioni opposte di bassa pressione e a rimonte sub-tropicali sull’europa o tra europa e vicino oceano, e risulta altrettanto evidente come tutto questo possa tendere a spostare a levante le discese fredde ed il conseguente russo-siberiano. Al netto di un trend attuale che vede alte pressioni, appunto, tra europa e vicino atlantico, nonché modeste irruzioni balcaniche solo parzialmente influenti per l’italia, se osserviamo la situazione generale prevista intorno ai giorni 2/3 febbraio (figura in alto) vi possiamo certamente individuare le caratteristiche delle situazioni che, con relativo affondo in pieno oceano e invadente promontorio iberico, non invitano di sicuro né il russo-siberiano e neanche linee di flusso artico-continentali nord-est/sud-ovest. La figura in basso, come termine di confronto, vuole rappresentare, viceversa, il contesto delle situazioni nelle quali l’anticiclone prende possesso dell’oceano sino ad alte latitudini e muove, di conseguenza, spinte fredde artiche da nord a sud sul continente, più incisive e più meridiane, più spostate ad ovest, ed in grado di alimentare e di estendere, per ragioni termiche, il russo-siberiano. Nelle figure le lettere colorate indicano i centri barici in quota mentre le lettere bianche indicano i centri barici nei bassi strati. Nel caso della situazione simbolica e teorica della figura in basso si può notare la presenza sul nord-europa di una estensione anticiclonica dei bassi strati corrispondente all’anticiclone termico continentale che, nella figura in alto, manca completamente…
Pierangelo Perelli