Editoriali Slider — 25 Novembre 2022

Riguardo al possibile freddo di inizio dicembre gli elementi previsti non mancano. In tal senso sono da considerare una attività anticiclonica azzorriana decisa a spingere azioni meridiane verso l’alto atlantico ed i mari del nord ed una discreta presenza del russo-siberiano sull’europa orientale nelle vesti di una estesa area anticiclonica di segno termico o anche ibrido. Tuttavia, per poter ammettere che il freddo arriverà e con quali modalità precise, occorre ancora attendere in quanto le prospettive che i vari modelli ci indicano risultano complesse, non perfettamente uniformi e non di facile interpretazione, tant’è che ipotesi contrarie allo stesso freddo non possono essere escluse. Guardando cosa ci offrono due tra i maggiori modelli di riferimento in relazione all’immediato inizio del mese notiamo, ad es. ed infatti, che le due configurazioni generali presentano punti in comune in accordo alla possibilità di un afflusso continentale da levante o nord-est, ma anche componenti non proprio sovrapponibili e, con l’arrivo del freddo in area mediterranea, non così in sintonia. In entrambe le situazioni abbiamo un certo disturbo del vortice polare azionato da rialzi barici in quota, più o meno consistenti, e distribuiti sullo scacchiere euro-atlantico. E, come già scritto, in tal senso fanno spicco una sostenuta spinta meridiana dell’azzorriano nonché una certa tendenza dell’area orientale del continente a mantenere positivi valori barici quanto meno al suolo ma, in modo più moderato, anche in quota. E’ altresì vero, tuttavia, che mentre quanto prospetta ECMWF si rifà, più o meno, a qualcosa che ricorda un, auspicato dai freddisti, rex-blocking, il caso di GFS descrive qualcosa di più complesso e meno decifrabile, in cui si possono identificare una maggiore invadenza del forcing atlantico verso est, ma anche verso sud, ed una minore compattezza del promontorio azzorriano alle alte latitudini dove viene a sussistere un forcing antizonale ed una certa relativa apertura in direzione ovest. E se tutto questo non sconfessa completamente la possibilità di afflussi freddi nel caso di un prodigo russo-siberiano, va detto che, nel complesso ed in linea teorica, le azioni che suggerisce la configurazione GFS sono più favorevoli ad un clima più occidentale ed umido e meno ancorato a consistenti afflussi freddi artico-continentali. Dopodiché, vista la tendenza dell’anticiclone atlantico a non desistere dal cercare di conquistare e riconquistare territori ben a nord anche in fasi successive, per nulla è detto che lo stesso freddo continentale non possa, dopo eventuali primi tentativi andati a vuoto, riprovarci più avanti. La simbologia delle due figure serve a delineare: con le frecce rosse e blu di media grandezza i forcing e i flussi a 500 hPa; con le frecce piccole i flussi nei bassi strati; con le frecce grandi in sovraimpressione nella figura GFS i grandi forcing tendenziali ed influenti descritti annessi al getto e relativi a quanto riferisce la situazione indicata, appunto, da GFS…

Pierangelo Perelli

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