Da qui a fine mese, e forse oltre, relativamente ai nostri destini meteo cambierà davvero poco. L’evento USA molto freddo in atto rientra nel quadro di quanto, sulla base di un profilo barico e di un pattern che coinvolge l’aleutino, può accadere in quelle aree e di quanto, seppur in forma più moderata, in quelle aree avviene con una certa frequenza. Il medesimo evento freddo, dal valore storico, non sarà comunque di lunga durata ed andrà evolvendo velocemente in concomitanza di un vortice polare destinato a ricompattarsi e, nel caso delle nostre zone, a mantenere, se non ad acuire, il contesto di un corso sud-occidentale ancorato persino ad invadenti azioni sub-tropicali. Questa mia elaborazione della attuale situazione isoipsica atlantica dei 500 hPa chiarisce bene la fisionomia indicata nella quale fa spicco la differenza di latitudine tra gli USA ed il continente europeo della distribuzione di certi valori di geopotenziale che nel disegno indico marcando in blu due isoipse di riferimento. Tra la loro collocazione in USA e in scandinavia si può tracciare una linea immaginaria, interpretabile anche come una sorta di regressione lineare dell’andamento isoipsico lungo la longitudine ovest-est, che risulta ben inclinata e disposta da sud-ovest a nord-est in un modo assai significativo e che risulta una perfetta indicazione di una configurazione che privilegia indici teleconvettivi tutti spostati a favore di decisa curvatura negativa in oceano e di conseguenti ritornanti sud-occidentali sul mediterraneo. Nulla di più favorevole, in tal senso, a qualcosa, per quanto ci riguarda, che poco somiglia al vero inverno e che ci rifornisce di un clima monotono, nebbioso, umido e relativamente mite. Sul quanto potrà durare una tale situazione è naturalmente meglio non sbilanciarsi, ma se sbirciamo le analisi di lungo termine, per quanto di scarsa affidabilità, non mi sembra che anche l’inizio del nuovo anno abbia una particolare intenzione di cambiare la tendenza…
Pierangelo Perelli