La fase fredda, ma, come detto, non di gelo o di grande freddo, in corso è ascrivibile ad una configurazione depressionaria mediterranea destinata a cut-off e poi a successivo indebolimento con confinamento sul mediterraneo meridionale. Il corrispondente suo riaggancio da parte della figura negativa dell’est si colloca nella dimensione di un anticiclone oceanico che, ben spostato verso nord, tende anche verso levante e verso sud-est secondo un profilo che ostacola ogni possibilità di franche aperture all’aria fredda continentale. Nel complesso tutta questa evoluzione possiamo battezzarla come quella delle tipiche fasi invernali da irruzione, prima artico-marittima e poi continentale, ma, certamente, non come quella delle grandi irruzioni artico-continentali o siberiane. Nel contempo c’è da segnalare che la solidità di un anticiclone oceanico che mostra di non voler abbandonare il campo e di voler continuare a fa blocco può far pensare alla possibilità di nuove future irruzioni che però, al momento, non sembrano voler coinvolgere il mediterraneo in maniera così diretta. A distanza di circa 5 giorni da oggi possiamo mettere in conto, infatti, la discesa di una nuova sacca di aria fredda dai mari del nord, certamente minacciosa ma, nel contempo, anche un pò tendente a mantenersi ad est e ad interessarci di striscio o parzialmente. Una tale evoluzione è ancora, comunque, nelle ipotesi di medio-lungo e si inserisce in un ventaglio di possibilità che oscillano tra quelle di una azione più diretta e destinata a coinvolgere quanto meno adriatico e centro-sud e quelle di una azione maggiormente confinata sui balcani. Vedremo. Il disegno mostra la situazione prevista intorno ai giorni 25/26 in cui si nota il profilo della vecchia struttura ciclonica oramai molto a sud ed indebolita mentre la simbologia serve a rappresentare la nuova irruzione possibile sopra descritta ed ascrivibile al contesto di una relativa e persistente struttura meridiana di blocco…
Pierangelo Perelli