L’inverno che fa l’inverno di questo periodo non è, certamente, quello raccontato a suon di bordate gelide. L’inverno che fa l’inverno, ed ovvero quello di questa fase, è un normalissimo inverno, che fa appena il suo dovere. Esistono, per fortuna, meteorologi e notiziari che la stagione la raccontano per quello che è e che ci dicono esattamente che l’inverno di questa fase è il normalissimo inverno di moderate irruzioni fredde. Non è esistita, e, forse, da qui ai primi giorni di febbraio, non esisterà, nessuna ondata di gelo. Basta esaminare le temperature che ha fatto e quelle previste per capirlo. E basta esaminare le carte meteo di tutti i tipi. Se qualcuno ama fare clamore a suon di titoloni inerenti al grande freddo ed alle bordate gelide faccia pure. Ma non racconta la realtà. Le bordate gelide ed il grande freddo appartengono a fasi ben diverse, dominate da quelle grandi irruzioni artico-continentali o siberiane, dalla misura che, per ora, non si è vista. Temperature max collinari del centro-nord di 6-10 gradi non mi sembrano assimilabili a chissà quali bordate gelide. Venendo alla situazione ed alle sue possibili evoluzioni si conferma, una volta esaurita questa fase associata ad estesa falla mediterranea, attualmente in fase di rialimentazione, la possibilità di un passaggio ad un contesto meno ciclonico e maggiormente associato ad un flusso settentrionale di margine. Risulta, ovvero, assai probabile che, con una invadenza anticiclonica da ovest più o meno pronunciata, si passi ad un periodo caratterizzato dalla classica situazione di correnti nord-sud, eventualmente propositivo di assi di saccatura in rapido spostamento lungo la penisola balcanica. Con l’esaurimento della fase in corso, attualmente depressionaria per centro-sud ed adriatico e caratterizzata da richiamo di correnti fredde da levante, il tempo non potrà, a fine mese e sotto l’effetto di un certo rialzo di pressione, che migliorare. Sarà, però, da vedere, in considerazione di un anticiclone oceanico ancora capace di spinte meridiane e per i primi giorni di febbraio, il suo grado di influenza verso levante e, in tal senso, il suo grado di protezione nei confronti delle prevedibili spinte settentrionali sopra menzionate. Al riguardo, infatti, non possiamo non dire che l’orientamento generale dei modelli parteggia per un contesto di impulsi confinati ad est e maggiormente destinati alla penisola balcanica, ma non possiamo neanche escludere eventi di irruzione in grado di estendere la loro influenza più verso ovest a coinvolgere, quanto meno, adriatico e centro-sud. Il disegno mostra la situazione prevista in quota a fine mese, identifica la nuova fase nord-sud descritta e, con la simbologia, vuole fornire l’idea del flusso settentrionale disposto longitudinalmente all’altezza dei balcani e più o meno in grado di risultare influente per i nostri mari…
Pierangelo Perelli