Si conferma, per i prossimi giorni, tutto quanto esaminato in precedenza ed ovvero il lento esaurirsi della fase depressionaria mediterranea ancora attiva sul centro-sud, quindi la temporanea relativa stabilizzazione a colpi di estensione anticiclonica verso levante e, a seguire, una ulteriore pulsazione meridiana dell’anticiclone atlantico a creare la possibilità di irruzioni, tendenzialmente maggiormente destinate ai settori orientali del mediterraneo. In questo senso la possibilità di una irruzione artico-continentale degna di tale nome intorno ai giorni 3/4 febbraio guadagna credito ma non risulta ancora caratterizzabile nel suo grado di influenza per la nostra penisola. La medesima sembra presentarsi, in ogni caso, come la classica sferzata artica in veloce transito ed a rapida evoluzione, associata ad un forcing nord-sud che, almeno al momento, non appare destinato a configurare una persistente azione fredda orientale. Il range delle possibilità relative alla traiettoria della medesima ampia saccatura permane, tuttavia, ampio e tale da non escludere un coinvolgimento della penisola, quanto meno parziale ed inclusivo di adriatico e centro-sud. Tra una situazione nella quale la disposizione di flussi e centri barici tiene l’irruzione confinata ad est e quella nella quale si aprono spazi tali da accogliere la medesima irruzione più verso ovest corre la differenza che distingue un episodio breve con diminuzioni termiche moderate da un episodio di maggiore durata e con diminuzioni termiche di un certo rilievo. Ed è evidente che quanto più la sacca artica avrà modo di transitare sulla nostra penisola e di coinvolgerci con ciclogenesi sul basso mediterraneo centrale o centro-orientale e tanto più avremo alcuni giorni nel segno dell’artico-continentale e nel segno del freddo. Vedremo. Il disegno mostra la situazione generale prevista proprio intorno ai giorni 3/4 e descrive l’affondo nord-est/sud-ovest, quale indicazione perfetta di una rapida irruzione artico-continentale con obiettivo tendenziale la penisola balcanica ed il mediterraneo orientale. Nel medesimo si può anche apprezzare la struttura baroclina di un profilo in evoluzione e che vede la depressione al suolo tra mediterraneo orientale e mar nero, ovvero ben a levante rispetto alla depressione in quota e quale segno di una azione che intende agire piuttosto ad oriente o, quanto meno, non in modo così diretto per la nostra penisola. Ma, come detto, è questa la prospettiva al momento maggiormente indicata dai vari modelli, tra i quali sussistono, però, anche prospettive ben più favorevoli ad una azione fredda più diretta…
Pierangelo Perelli