Editoriali Slider — 05 Agosto 2023

Un importante TG del giorno di ieri ha fornito la notizia della presenza del ciclone circe sull’italia. E l’ha fornita, evidentemente non sulla base di dati tecnici ad esso forniti ad es. dall’aeronautica militare, ma sulla base di quanto espresso da certi siti o servizi meteo che pullulano sulla rete e che amano molto fare effetto. E saranno stati anche molti coloro che hanno letto e sentito, in maniera abbastanza diffusa, del maltempo legato al ciclone circe. Ci sarebbe molto da dire, in proposito, sul come non sia ciò che informa correttamente e sobriamente a fare la notizia che si diffonde a macchia d’olio, ma sia, invece, la frase ad effetto inappropriata. E sul come un fenomeno del genere sia frutto di ignoranza, di tendenza al luogo comune e di tendenza a ripetere istintivamente e a pappagallo quanto sentito dire, non importa se corretto oppure no. Perché definisco inappropriato parlare di ciclone circe. Per vari motivi. Intanto trovo discutibile, e mi fermo al discutibile per delicatezza, che semplici fenomeni meteo, alte pressioni o basse pressioni, debbano essere chiamati con nomi casuali, presi da letteratura e mitologia, e senza che questo modo di fare abbia un senso o una qualche giustificazione, da tutti i punti di vista. Poi si comprende con difficoltà il motivo per il quale si debbano scomodare termini come ad es. ciclone quando sarebbe più corretto o appropriato parlare più semplicemente di depressione, saccatura, bassa pressione e perturbazione. Lo so perfettamente che una qualunque circolazione depressionaria chiusa può essere chiamata ciclone, in questo caso evidentemente extra-tropicale. Ma è come chiamare tumore una banale verruca. Si, fa effetto. Ma non credo che esista medico che, all’esame di una semplice verruca, ti informi del fatto che hai un tumore. In ogni caso il ciclone circe, che avrà sicuramente allarmato tante persone perché tra la parola ciclone ed il nomignolo associato rammenta o evoca i temibili uragani o cicloni tropicali, ha prodotto quanto avrebbe prodotto una qualunque semplice onda o circolazione depressionaria in transito. Ed ovvero una moderata fenomenologia sparsa, da altrettanto moderato break estivo. Ed ecco perché dovendo fornire l’idea di quanto il cielo va a combinare sarebbe più appropriato non parlare di ciclone, e, tanto meno, di ciclone circe. Si, perché, poi alla fine ed oltretutto, che arriva il grande ciclone circe il quale, magari, combinerà chissà quali disastri con venti a 120 km/h e nubifragi storici, si riempie, ahimè, il demenziale luogo comune che diventa una sorta di tormentone e di manifesto assai stucchevole. E tutto questo a mistificazione di una realtà molto più sempliciotta, e fatta di una banalissima onda depressionaria, in spostamento verso levante e destinata, a fine decade, a riaprire, gradualmente, al sub-tropicale. Il disegno si riferisce alla situazione generale prevista intorno ai giorni 9/10 mentre la simbologia serve ad identificare l’evoluzione successiva di due isoipse, identificative di un trend che ci salva da espansioni estreme dello stesso sub-tropicale ma che non ci esenta dal ritorno di un clima ben stabile ed estivo…

Pierangelo Perelli

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