Ascoltare quanto raccontano di meteo i giornalisti dei vari TG è come ascoltare le novelle della nonna. Non sono da ascoltare. Alterano, completamente ed in modo demenziale, la sostanza o la realtà oggettiva. In questi ultimi giorni si sente, ad es., parlare di freddo, di afflusso artico, di diminuzioni di T di oltre 10 gradi, e cose simili. La verità, e basta affacciarsi alla finestra, è che non sussiste, e tra l’altro non sussisterà, nessun vero afflusso freddo. Continueranno a sussistere, invece, le condizioni, già viste, di un tempo termicamente in linea con il periodo nell’ambito di una situazione generalmente variabile ed occidentale, pur se non esente, in concomitanza di onde o transiti perturbati, di temporanee sbuffatine di aria dei mari del nord. Le temperature della pianura padana, dove in qualche area può anche nevicare a bassa quota, rapportate a questo concetto, fanno testo solo a metà giacché la pianura padana è una conca o una configurazione orografica che tende a trattenere anche pochi scampoli di aria fredda e a presentarsi fredda ancora per un pò anche quando subentrano masse d’aria più miti occidentali o meridionali. Naturalmente, trattando di situazioni di matrice occidentale, c’è situazione e situazione. E quella che ci sta interessando presenta, di fatto, una distribuzione barica e dei flussi, sia in quota che al suolo, non proprio così distante dall’aria fredda del nord-europa. Presenta, ovvero, un certo rapporto con la stessa aria fredda che si rende palese soprattutto al passaggio della perturbazione del caso, che arriva si da ovest, ma che, nel contempo, corrisponde ad un certo affondo temporaneo della fredda circolazione in quota presente alle medio-alte latitudini, e corrisponde al suolo ad una depressione seguita da un promontorio mobile in estensione verso nord-est, in una configurazione che rende la depressione in grado di richiamare dell’aria fredda da nord o nord-est. Ma non sono queste le vere situazioni di freddo. Tant’è che disegni come quello che ci sta accompagnando e che ci accompagnerà ancora ed almeno per alcuni giorni possono essere assimilati a profili meteo di segno autunno-invernale, relativamente aperti alle perturbazioni atlantiche, parzialmente ed a tratti influenzati da ventatine di aria più fredda del nord-europa, ed in cui si alternano fasi più miti e fasi più fredde, oltre che fasi più stabili e fasi più perturbate. Il mio disegno, che si riferisce alla situazione generale prevista intorno ai giorni 2/3 dicembre, in tal senso, se si considerano sia la situazione in quota (colori) che quella al suolo (linee chiare delle isobare) con i relativi flussi (frecce grandi dei flussi in quota e frecce piccole dei flussi al suolo), è eloquente. In quota si può apprezzare il modesto prolungamento della circolazione fredda delle latitudini più settentrionali che, in veste di saccatura in transito, coinvolge le regioni settentrionali, mentre al suolo si può identificare, nell’ambito della tipica alternanza di depressioni e promontori lungo un flusso dominante ovest-est, il classico altrettanto temporaneo richiamo di aria più fredda tra la depressione in transito e il subentrante promontorio mobile che si estende verso nord o nord-est. Il tutto, anche estendendo l’osservazione a tutta la circolazione euro-atlantica, equiparabile alla classica situazione occidentale mobile che ci regala un tempo variabile, a tratti più freddo o settentrionale, ma, dal punto di vista del freddo, niente di più…
Pierangelo Perelli