Il mio disegno non inganni. Non ha nulla a che vedere con situazioni di breve o medio termine. Da qui a fine anno, infatti, al netto di una evoluzione graduale caratterizzata da un abbassamento del fronte polare e dal possibile transito di una saccatura tra san silvestro e capodanno, non avremo nessuna situazione segnatamente invernale. E’ pur vero che, rispetto al contesto attuale di una configurazione anticiclonica a componente occidentale, una futura relativa caduta dei valori barici con l’ipotesi di un certo successivo affondo di un qualche rilievo rappresentano di per sé già un progresso di cui tener conto. Ma è altrettanto vero che, con l’ottica di una vera svolta in senso invernale, anche se nulla toglie che lo stesso affondo possa rappresentare un episodio associato ad una ventata di instabilità e di abbassamento delle temperature, non hanno molto a che fare. Per trovare, scrutando oltre, qualcosa che odori davvero di inverno, infatti, bisogna spingersi fino ai giorni che precedono l’epifania, e, pertanto, spingersi ad esaminare configurazioni ancora troppo lontane per meritare credito. Ciò nonostante quanto prospettano certi modelli l’ho voluto rappresentare, se non altro per mostrare cosa si intenda per inverno o per situazioni invernali. Si, perché un inverno che si rispetti, al netto di fasi anche miti, anche anticicloniche, anche occidentali, presenta fasi di dinamici scambi termici meridiani, fasi in cui il vortice polare attenua le sue maglie e fasi in cui l’aria della fredda europa dell’est riesce a spingersi verso ovest anche a latitudini relativamente basse. E la situazione che alcuni modelli intravedono intorno ai giorni 4/5 gennaio ci fornisce proprio lo spunto per individuare uno di quei profili che si associano ad ingresso di instabilità e di aria fredda e che regalano scampoli di vero inverno. Nella medesima c’è la spinta meridiana del ramo atlantico del sub-tropicale in direzione dell’islanda, c’è il conseguente affondo lungo il continente a guadagnare in latitudine verso il mediterraneo e c’è il distribuirsi di un disegno simil rex-blocking in cui matura un processo di fasatura che vede convolta la nordica saccatura di un affondo artico-marittimo e una depressione atlantico-iberica. In casi del genere tutto evolve nella direzione di un ingresso di correnti fredde in quota, prima da nord e poi da nord-est, e di correnti fredde al suolo da levante richiamate dal gioco delle parti rappresentato dalla depressione in mediterraneo e dall’alta pressione termica più a nord. Ovvio che per poter capire se saranno veramente quei giorni a regalarci quel pò di inverno che ancora non si è visto c’è ancora da aspettare…
Pierangelo Perelli