Si conferma la maggiore tendenziale intraprendenza di un ramo atlantico del sub-tropicale, volta a produrre spinte meridiane, ma sempre, per il momento, con una azione modesta ed invadente, poco favorevole a vere spinte settentrionali. Alcuni modelli, in tal senso, segnalano qualcosa di più marcato, più spostato in oceano e più aperto alla possibilità di spinte invernali, ma non prima dei giorni intorno a metà terza decade. Una ipotesi, però, associata ad un periodo troppo lontano per poterla considerare più di tanto. Dopo il guasto dei giorni scorsi il ritorno ad una certa stabilità è dettato da una ripresa anticiclonica dinamica, al momento distribuita più o meno alla nostra longitudine e, pertanto, anche associata alle solite temperature elevate per il periodo ed al tipico clima da ristagno. Come detto, tuttavia, risulta assai probabile che i massimi barici tendano gradualmente a coinvolgere longitudini più ad ovest, in maniera da aprire a qualche futura sbuffata settentrionale tra fine seconda ed inizio terza decade, pur se sempre nell’ambito di qualcosa di modesto e di assai poco assimilabile al vero inverno. Il disegno mostra la situazione generale prevista proprio per quei giorni ed identifica una rimonta anticiclonica, stavolta decentrata ben ad occidente, ed un conseguente affondo dai mari del nord. Una tale fisionomia non segna di sicuro chissà quali spinte fredde ma segna comunque un certo maggiore dinamismo ed un quadro meno anomalo, con possibilità di destabilizzazioni e correnti da nord o da nord-est. Il passo successivo e che conduce alla terza decade dovrebbe poi essere quello di una nuova occidentalizzazione, ma, forse, temporanea e preambolo di azioni del nord-atlantico, vedremo quanto preludio di ulteriori spinte settentrionali o meno…
Pierangelo Perelli