Certi titoli che parlano di arrivo di freddo polare in italia sono scritti da gente che andrebbe perseguita legalmente e che dovrebbe essere rimandata a scuola a cominciare dalle elementari. Ovviamente non ci sarà nessuno sconquasso termico. E non ci sarà sulla base di quanto esaminato precedentemente, discusso come una evoluzione aperta tanto alla possibilità di una sbuffatina orientale più fredda quanto a quella di un assai temporaneo flusso orientale destinato a smorzarsi praticamente sul nascere. Non che la medesima evoluzione non sia favorevole ad elementi da autunno avanzato. Tutt’altro. Ma la prevista espansione anticiclonica sull’europa settentrionale, destinata comunque ad attivare una discesa di aria più fredda ed instabile lungo l’europa centro-orientale e sino al mediterraneo settentrionale, è minata da un corso occidentale che incalza dall’atlantico centro-settentrionale, ed è minata da una ingerenza anticiclonica che intende, lo stesso afflusso orientale o nord-orientale, frammentarlo o deviarlo. In questo modo si fa strada, maggiormente, l’ipotesi di una circolazione ciclonica del nord-europa, si in rapido transito lungo la francia, ma anche destinata a defilarsi verso occidente, sull’iberia e sul vicino oceano. Il flusso settentrionale che si divide in due rami, come in questo caso, non è certo una novità e rientra tra i modelli evolutivi tipici, in cui il classico rex blocking, capace di coagulare l’afflusso settentrionale in una ben definita saccatura stazionaria, non matura e matura invece un quadro da opposizione di fase, tra una saccatura che scivola rapida verso sud-est lungo i balcani ed una circolazione, altrettanto ciclonica, che muove retrograda verso occidente, isolandosi e marcando una rimonta anticiclonica lungo il suo bordo orientale. Tutto questo ce lo racconta il disegno della situazione generale prevista intorno ai giorni 14/15, nel quale la simbologia segna il contesto di un transito instabile e di aria effettivamente più fredda, ma anche quello di un annesso polo freddo in quota che fugge verso ovest isolandosi e frammettendo, tra sé stesso e la discesa fredda balcanica, un ponte anticiclonico. Ho scritto di un atlantico che incalza da occidente alle latitudini medio-alte, e se vogliamo guardare, poi, un pò più avanti nel tempo, c’è certamente da considerare la possibilità che, in dirittura di fine decade, possa subentrare una nuova fase, governata da correnti occidentali o nord-occidentali di segno polare-marittimo…
Pierangelo Perelli