Vedo che, qua e là, non mancano, nel merito del meteo, spunti polemici e giudizi critici nei confronti di quel sito, o quell’articolo, ecc. ecc. Di sicuro certi toni e certi modi di trattare la materia come fosse uno spettacolo o come fosse un argomento intorno al quale poter esprimere opinioni a vanvera o fare banali ed inutili osservazioni, non sono accettabili. E dispiace, poi, anche, il fare concorrenziale come si trattasse di una gara tra chi è più esperto o chi è più bravo a scrivere articoli e/o ad azzeccare previsioni. Venendo alla meteo eccomi a riflettere sul futuro di questo inverno, non proprio, per il momento, in sintonia con gli appassionati degli sconfinati paesaggi glaciali. La danza delle onde poco pronunciate, lungo il fronte polare, ha regalato, fino a qui, viaggi veloci lungo i paralleli, ma davvero una miseria in termini di scossoni ed anomalie. Abbiamo, più volte, e doverosamente, nel frattempo, guardato e sperato in qualche segno di cambiamento destinato alla terza decade del mese, ma decisamente con umori molto oscillanti e mai densi di entusiasmo. Il nostro caro atlantico non ci riesce, non ce la fa a frenare il corso del canadese, ci prova ma senza successo. Una maggiore esuberanza dell’anticiclone delle azzorre sembra, ora, subentrare, ma, forse, servirà, tuttalpiù, a rifornire il mediterraneo di una stagione più plausibile, dettata dal nord atlantico, e senza alcuna interferenza del russo-siberiano. Con il disegno siamo alla metà della terza decade e si nota, salvo sorprese sempre possibili, senza ombra di dubbio, l’affondo polare, ma, sempre e comunque, nell’ambito di un corso generale nord-occidentale mobile, foriero di peggioramenti e raffreddamenti moderati piuttosto che di sfuriate artiche. Per quello che potrà essere, poi, la estrema fine del mese o l’inizio del nuovo, vedremo…