L’esordio di questa stagione invernale non è certamente stata delle migliori ne per l’Europa ne tanto meno per l’Italia. Le prime due decadi dicembrine sono infatti trascorse sotto l’influenza di una zona d’alta pressione mentre le festività natalizie sono state caratterizzate dal transito di almeno un paio di intense depressioni che hanno attraversato il nostro Paese. In tutto questo periodo la circolazione è rimasta marcatamente occidentale, anche in occasione degli eventi perturbati, rinnovando quindi condizioni atmosferiche improntate alle temperature miti, con nevicate relegate alle sole quote alpine.
L’inverno mite dell’annata 2013 – 2014 trova spiegazione nella ripartizione del freddo legato al Vortice Polare che quest’anno risulta dislocato sul Canada, con effetti negativi sulla circolazione atmosferica europea.
Un tentativo di svolta è stato fatto nel corso di questa seconda decade di gennaio ma non riuscirà a portare alcun particolare acuto di freddo e di gelo in direzione dell’Europa centrale. La circolazione atmosferica tenderà infatti a restare tendenzialmente occidentale su gran parte del continente europeo che quindi vedrà un proseguimento della stagione invernale improntata su un rientro in media delle temperature ma senza che vi sia nessuna particolare fase di gelo da qui entro i prossimi 7 giorni.
Nonostante tutto, la presenza seppur in modo temporaneo di una massa d’aria molto fredda sull’Europa nord-orientale, obbligherà i centri depressionari “fabbricati” dalla fucina atlantica, a gettarsi sull’Europa seguendo una traiettoria più meridionale, sostanzialmente raggirando la massa d’aria più fredda presente sul nord-est europeo. Questa manovra dell’atmosfera riuscirà a portare sul Mediterraneo una fase dalle caratteristiche (almeno in parte) più invernali.
Da qui ai prossimi 7 giorni saranno almeno due le fasi perturbate attese sul nostro Paese, la prima è quella in atto già in questo momento sui settori nord-occidentali dell’Italia che andrà estendendosi tra il pomeriggio e la nottata anche al resto del nord e su parte delle regioni centrali, la seconda è attesa tra venerdì 17 e sabato 18 portando ancora un carico di precipitazioni che in questo secondo caso dovrebbe avere dei maggiori risvolti anche sul tempo previsto sul mezzogiorno.
In questo frangente la quota neve su Alpi ed Appennini subirà un ritocco verso il basso, attestandosi tra 600 ed i 900 metri durante la fase perturbata attesa nelle prossime ore, forse ancora un poco più in basso durante la successiva perturbazione attesa sul finire della settimana. Gli effetti più evidenti di questo relativo raffreddamento della temperatura saranno maggiormente avvertibili sulle regioni settentrionali ma entro il prossimo week-end un ritocco verso il basso delle temperature potrebbe raggiungere anche le regioni meridionali italiane.