Dopo diverse settimane, finalmente le correnti perturbate atlantiche sono intenzionate a rallentare la loro corsa e a concedersi un po’ di riposo. Nella dinamica del tempo, si tratta di un passo che prima o poi sarebbe dovuto arrivare a condizionare il movimento delle masse d’aria sul settore euro-atlantico, dal momento che a seguito di un periodo caratterizzato da tese correnti zonali è fisiologico che si vada incontro ad un rallentamento della corrente a getto e, di conseguenza, anche del treno di perturbazioni atlantiche che da tale flusso sono sospinte, a più riprese, verso il Mediterraneo e l’Italia. L’intensa perturbazione giunta ieri, ancora in azione oggi su buona parte della nostra penisola, rappresenterà quindi l’ultimo sistema perturbato di una lunga serie che ha iniziato ad interessarci dall’inizio dell’anno: dal 1° gennaio al 10 febbraio abbiamo infatti contato ben 16 perturbazioni atlantiche, la cui massima frequenza è caduta dal 29 gennaio con una media di una perturbazione nemmeno ogni due giorni. A scanso di equivoci, non significa che andremo ora incontro ad un periodo stabile e soleggiato che durerà a lungo, ma che grazie a questo rallentamento del flusso si dilateranno probabilmente i tempi che intercorreranno tra una perturbazione e l’altra: ciò potrebbe ripercuotersi, inevitabilmente, anche in una diversa incidenza dei nuovi sistemi perturbati, che potrebbero essere meno intensi e limitarsi ad interessare solo parte del nostro territorio.
Questo primo rallentamento della corrente a getto si concretizzerà nella seconda parte della settimana, tra giovedì e domenica, quando una temporanea espansione in senso meridiano dell’anticiclone delle Azzorre, in pieno Oceano Atlantico, determinerà la discesa di una saccatura ricolma di aria fredda polare in direzione delle Isole Azzorre e delle coste più occidentali europee (fig. 1, sopra): a sua volta, questo affondo sarà responsabile di un aumento della pressione in quota ed al suolo sul bacino del Mediterraneo. Sulle nostre regioni, ed in particolar modo su quelle centro-meridionali, si concretizzerà quindi il passaggio di un promontorio mobile di alta pressione di matrice nord-africana che ci interesserà per circa 48-60 ore e che darà i suoi massimi effetti nel corso del fine settimana. La struttura, infatti, non è prevista durare a lungo perché verrà meno in Atlantico anche la permanenza dell’Anticiclone delle Azzorre con l’asse orientato verso nord (fig. 1, sotto): in questo modo, attenuandosi l’afflusso dell’aria fredda verso sud, si attenuerà anche la risposta subtropicale sul Mediterraneo centrale. L’ampia saccatura presente ad ovest del nostro continente potrebbe quindi ridimensionarsi, spostandosi con la sua parte settentrionale verso il Nord Italia tra sabato e domenica e lasciando invece un cut-off ciclonico sulle coste occidentali africane, quale evoluzione dell’ondulazione non più alimentata dall’aria fredda.
Il gioco di sponda tra aria fredda ed aria calda è ben visibile osservando il movimento delle masse d’aria, prendendo come riferimento la temperatura a 850 hPa (circa 1500 metri). Limitandoci ai giorni del fine settimana, si può osservare proprio la traslazione verso levante dell’onda di aria particolarmente mite che sabato 15 giungerà probabilmente fin nel cuore della Francia (fig. 2, sopra) e poi domenica 16 si sposterà in particolar modo verso il Centro-Sud (fig. 2, sotto), subito incalzata dalla discesa di aria fredda che però, dopo essere entrata sui settori occidentali del continente, perderà ulteriori apporti freddi da nord e sarà destinata ad attenuarsi. Da giovedì a domenica, quindi, il passaggio di questo promontorio subtropicale riuscirà a garantire qualche giorno in più di bel tempo specie sulle regioni centro-meridionali che saranno maggiormente esposte all’azione stabilizzatrice del campo anticiclonico, i cui effetti si faranno sentire soprattutto nel campo delle temperature (vedi tabella): si può osservare, infatti, che i valori massimi previsti (su base del nostro modello, con riferimento ai valori mediati sulle tre macroaree Nord, Centro, Sud ed Isole) siano in aumento da giovedì, fino a raggiungere in modo piuttosto diffuso i 17-19 °C proprio sulle regioni del Centro-Sud: si tratterebbe di temperature tipiche di metà aprile. Le regioni settentrionali, invece, più esposte alle correnti atlantiche che scorreranno probabilmente sul bordo del campo anticiclonico, registreranno valori meno elevati, ma comunque sempre al di sopra della media del periodo.
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