CUNEO
A tarda ora del pomeriggio di ieri, si è sviluppato uno spaventoso incendio nello stabilimento del “Justificio di Spezia”, sito a Borgo San Dalmazzo.
Erano circa le 17,30, quando da un violento temporale, quale non si ricordava da parecchi anni, si scatenava sulla regione circostante Borgo San Dalmazzo, con una intensità veramente paurosa. Violenti scrosci di pioggia si accompagnavano a raffiche di grandine; tutto ciò accompagnato da un continuo susseguirsi di lampi e tuonui.
Verso le 17,45, una violentissima scarica elettrica si abbatteva sul Justificio di Spezia, sito in una località alquanto lontana dall’abitato, e precisamente sulla vecchia via che conduce da San Dalmazzo a Cuneo.
Lo stabilimento è composto di due corpi di fabbricato attigui, di cui l’uno ad un solo piano è destinato alla lavorazione della juta e dentro vi sono i macchinari, a cui sono addetti circa 130 operai; l’altro è invece a due piani, e contiene, oltre che l’abitazione del direttore, i depositi della juta greggia.
In questo stabilimento si fila la canapa che proviene direttamente dalla sede centrale di spezia.
Lo stabilimento era regolarmente provvisto di parafulmini, ma la violenza con cui il fulmine si è abbattuto sul fabbricato, ha determinato lo strappo del filo di conduttura, per cui la scarica elettrica, non più trattenuta, ha seguito liberamente la propria via.
Il fulmine è disceso lungo la parete nord del fabbricato, alto due piani, ed è penetrato nella cucina della portineria, fracassano tutti i vetri.
Frattanto il fulmine proseguiva nel suo funesto cammino: si introduceva nella stanza della portineria, e di là passava in un atrio attiguo, per poi infilarsi in una camera ove si trovavano parecchi macchinari in deposito, e di li giungeva nella sala di preparazione del materiale e di lavorazione, in cui si trovavano depositati ingenti quantità di juta, lavorata e greggia.
Qui determinava l’incendio del materiale che si propagava in tutto il vasto locale.
All’udire il formidabile schianto prodotto dalla scarica elettrica il fragore è stato udito a molti chilometri di distanza.