Il solleone è arrivato. E con lui la voglia di scoprire la pelle e permettere ai raggi solari di fornirle un bel colore ambrato. E tutti gli anni gli immancabili consigli: ma sono tutte indicazioni corrette?
Per cercare di fare chiarezza, proviamo a passare in rassegna alcune convinzioni, più o meno corrette, riguardo a come comportarsi prima, durante e dopo l’esposizione al sole.
PRIMA: i luoghi comuni sulla preparazione all’abbronzatura
Lampade UV. Fare qualche lettino o doccia solare prima di esporsi al sole consente di evitare le scottature? La risposta dovrebbe essere: non proprio.
La pigmentazione stimolata dalle lampade UV è, infatti, più superficiale e quindi meno protettiva rispetto a un’abbronzatura naturale ottenuta gradualmente.
Senza dimenticare, ovviamente, che l’esposizione al sole nelle ore centrali della giornata, in particolare tra le 12 e le 15, comporta sempre il rischio di scottature, anche se si è già scuri.
Carote e carotenoidi a tutto spiano. Per preparare la pelle al sole e intensificare l’abbronzatura è molto utile mangiare carote o assumere integratori contenenti carotenoidi.
In realtà non è poi così vero. I carotenoidi, se assunti in grande quantità, sono in grado di dare alla pelle una colorazione tendente all’arancione che non ha nulla a che fare, però, con la produzione di melanina, ossia con il naturale processo che porta all’abbronzatura.
E, inoltre, bisogna prestare attenzione alle dosi: l’assunzione eccessiva di integratori con carotenoidi può portare alla carotenodermia, ossia alla comparsa di una colorazione eccessivamente giallastra, riconoscibile in particolare sui palmi delle mani e sulle piante dei piedi.
DURANTE: gli errori sotto il sole
La pelle si arrossa sempre prima che si abbronzi. Non è affatto vero. In realtà un’esposizione che si limiti alle ore in cui i raggi del sole sono obliqui e meno dannosi, cioè fino alle 11 e dopo le 16, porta a un’abbronzatura graduale, senza scottature e intensa per quanto consentito dal fototipo di ciascuno.
Tutto il sole che si vuole con l’alta protezione. Anche davanti allo scaffale delle creme solari ci vengono in mente i più disparati consigli ricevuti: come per esempio quello che scegliendo prodotti con fattore di protezione alto possiamo stare al sole quanto ci pare.
Ma pochi avvertono, contestualmente, che per mantenere intatta la capacità protettiva del prodotto è necessario riapplicarlo molto frequentemente, al massimo ogni 2 ore e, comunque, tutte le volte che si fa il bagno o la doccia. E poi, se la pelle è chiara bisogna fare attenzione in ogni caso.
Protetti tutto il giorno con i solari resistenti all’acqua. Anche nel caso di creme resistenti all’acqua, che hanno il vantaggio di proteggere durante il bagno, è vero quanto detto sopra: devono comunque essere riapplicate quando, dopo il bagno, ci si espone nuovamente al sole.
L’olio solare è più efficace delle creme. Questa convinzione è legata al fatto che gli oli, a causa della loro struttura, contengono generalmente fattori di protezione più bassi rispetto alle creme e quindi offrono una barriera più debole ai raggi solari; è bene ricordare dunque che essi sono adatti alle persone con la pelle più scura.
Una volta abbronzati, stop alla protezione. È opinione diffusa che i solari protettivi non siano più necessari quando la pelle ha già preso un bel colore ambrato.
In realtà gli schermi presenti nei prodotti solari filtrano i raggi UV che hanno anche conseguenze negative: agiscono sulle cellule irritandole, con formazione di bolle ed edemi e sui piccoli vasi dell’epidermide provocandone la rottura.
Inoltre, talvolta, possono stimolare la proliferazione di cellule cancerose.
Meglio quindi continuare a proteggere la pelle, evitando soprattutto di credere alle voci che suggeriscono di utilizzare come “intensificatori d’abbronzatura” creme o oli non specifici per il sole che, al contrario, farebbero da lente incrementando l’azione nociva dei raggi.
DOPO: davvero la doccia “lava via” l’abbronzatura?
E infine una volta tornati a casa, dopo la vacanza, una delle nostre paure riguarda il fatto che il bagno o la doccia, insieme al passaggio della spugna sulla pelle, possano “asportare” il bel colore conquistato.
Anche questo luogo comune, però, non ha fondamento: se l’abbronzatura è stata graduale sarà anche resistente nel tempo e, anzi, sarà resa più luminosa dal ricambio cellulare favorito da un leggero strofinamento della pelle.
Ciò però non impedisce, naturalmente, che senza l’esposizione al sole la pelle torni lentamente alla sua colorazione naturale.
Daniela Gazzella