Sono quasi un miliardo le persone che non hanno accesso all’acqua potabile e, nonostante la carenza della risorsa, la domanda continuerà a salire fino al 55% in più al 2050, essenzialmente per la richiesta di maggiore energia.
Questi i numeri del rapporto delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche mondiali ‘Acqua e energia’, messo a punto dal programma dell’Onu per la valutazione delle risorse idriche mondiali (UN Wwap, United Nations World Water Assessment Programme) e presentato alla Camera dei deputati.
La richiesta di più acqua e di più energia – viene spiegato nel report – aumenterà nei prossimi anni anche se oggi potrebbero arrivare a 3,5 miliardi le persone che hanno un accesso sicuro all’acqua e 1,3 miliardi quelle che non hanno a che fare con l’energia. La domanda, per esempio, dell’industria manifatturiera arriverà al 400%, quella per il termoelettrico al 140% e per gli usi civili al 130%. A fronte di questa maggiore necessità, viene invece constatato come le riserve d’acqua nelle falde nel sottosuolo stiano diminuendo (il 20% dei bacini mondiali sarebbero sovrasfruttati), producendo tra gli effetti un peggioramento degli ecosistemi. Secondo una stima dell’Agenzia internazionale per l’energia il prelievo globale di acqua per la produzione di energia nel 2010 è stato di 583 miliardi di metri cubi, pari al 15% del totale. Ad oggi è l’agricoltura il principale ‘assetato’ consumando circa il 70% del totale; dalla produzione alla tavola assorbe quasi un terzo dell’energia globale. A questo si deve aggiungere l’arrivo dei biocarburanti, che hanno un peso rilevante sui consumi di acqua.
Infine, il report mette in evidenza l’importanza dell’acqua nel combattere le malattie che insorgono in caso di una sua mancanza negando per esempio l’accesso ad adeguati servizi igienici (cosa che riguarderebbe 2,5 miliardi).
Fonte: Ansa.it