Andare nello spazio sarà come tornare bambina, con un mondo da conoscere e nel quale imparare a vivere: così la prima donna astronauta italiana, Samantha Cristoforetti, si immagina in orbita, quando il 23 novembre comincerà la sua avventura di quasi sei mesi sulla Stazione Spaziale, con la missione Futura. ”All’inizio sarò come una bambina che deve imparare ogni cosa prima di poter diventare una space woman”, ha detto oggi l’astronauta presentando alla stampa, presso l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), i dieci esperimenti italiani dei quali si occuperà a bordo, insieme agli altri 200 che seguirà insieme ai compagni di equipaggio nei circa sei mesi della missione.
”Spero di condividere questo percorso di adattamento con tutti”, ha aggiunto Cristoforetti, entrata a far parte nel 2009 del corpo astronauti dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa). La missione Futura è la seconda di lunga durata dell’Asi, dopo quella di Luca Parmitano. ”Manca davvero poco, partirò il 23 novembre”. Tra gli oggetti che ha deciso di portare sulla Stazione Spaziale, in un contenitore grande come una scatola da scarpe, ”ci sono indumenti comodi e caldi, soprattutto tanti calzini perchè la dotazione di bordo ne prevede solo tre paia ogni due settimane”.
C’è anche la bandiera del team WeFly, unica pattuglia al mondo dove due dei tre piloti sono disabili: ”dallo spazio vorrò lanciare un messaggio sull’importanza di superare le barriere”. E ancora: ”dei libricini che ho creato ad hoc e nei quali ho raccolto testi, estratti di poesie, cose significative che danno il quadro emotivo e intellettuale che ha portato l’uomo ad andare nello spazio”, compresa l’equazione che descrive il funzionamento del razzo elaborata all’inizio del ‘900 dal padre dello spazio, il russo Konstantin Tsiolkovsky. (ANSA).
Fonte: Ansa.it