Editoriali — 15 Settembre 2014

ROMA – Il riscaldamento globale sta portando nell’Atlantico un numero sempre maggiore di specie tropicali, alcune delle quali velenose. E’ quanto ha verificato uno studio coordinato da Paula Whitfield, del Centro di scienze degli oceani costieri del NOAA (l’ente Usa che monitora oceani e atmosfera), pubblicato sulla rivista Marine Ecology Progress Series.

Le barriere coralline della North Carolina si trovano in una zona di transizione temperata-tropicale, dove hanno sempre vissuto specie di ambienti temperati e tropicali. Ora le temperature dell’acqua stanno diventando più tropicali, rendendo quest’area cruciale per rilevare l’impatto dei cambiamenti climatici. I ricercatori hanno combinato i dati delle temperature del fondo dell’acqua con le mappe delle comunità di pesci, tra il 2006 e 2010 e tra i 4 e 45 metri di profondità, della North Carolina. In questo modo si è visto che i pesci sono principalmente tropicali dai 37 ai 45 metri di profondità, con una temperatura media invernale di 21 gradi. Molti di questi pesci nativi tropicali, generalmente abbondanti in superficie, ora tendono a rimanere in acque più calde e profonde, indicando che la temperatura è un fattore chiave nel controllo della loro distribuzione.

”Le comunità di pesci stanno diventando più tropicali – spiega Whitfield – Lungo la costa della North Carolina, il riscaldamento delle acque può portare all’espansione di specie tropicali come il pesce scorpione”. Si tratta di una specie velenosa, nuova per l’Atlantico fino al 2000, prima confinata ad acque più profonde di 26 metri dove la temperatura media era superiore ai 15 gradi, e ora la più comune in North Carolina tra i 37 e 45 metri. I pesci scorpione sono considerati la peggiore minaccia per le barriere atlantiche, perché riducono la biomassa e il cibo per i pesci, e sono coinvolti nel calo della superficie della barriera.
Fonte: Ansa.itOLYMPUS DIGITAL CAMERA

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