Il padre dell’aria condizionata, o come meglio si dovrebbe chiamare del “condizionamento ad aria” (dall’inglese air conditioning), è l’ingegnere americano Willis Haviland Carrier. Nel 1901, all’età di 25 anni, da poco conclusi gli studi di ingegneria meccanica, Carrier ideò una macchina per la riduzione dell’umidità e della temperatura nell’aria.
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Fa bene o fa male?
Con l’arrivo del caldo si riaccendono i condizionatori e le discussioni: sul lavoro, in famiglia, al ristorante, persino in treno. Salva vite, ma causa malanni. Rende più produttivi, ma inquina. La scienza che dice?
Sul #nuovofocus (guarda l’anteprima) una nuova rubrica “il confronto” vi espone le due posizioni contrapposte: perché sì e perché no all’aria condizionata.
Il sistema, brevettato nel 1906, si basava sul principio teorizzato dal chimico e fisico inglese Michael Faraday che, circa un secolo prima, aveva scoperto come la compressione e la successiva espansione di un gas avevano come conseguenza il raffreddamento del gas stesso.
Arriva il fresco
Il primo condizionatore fu installato il 17 luglio 1902 in una tipografia di Brooklyn, a New York, dove i continui sbalzi di umidità rendevano difficile il corretto trattamento della carta e degli inchiostri. Le applicazioni si estesero rapidamente all’industria tessile, quindi agli uffici (per aumentare il rendimento degli impiegati), infine, nel secondo dopoguerra, arrivarono alle abitazioni private e alle automobili.
Pericolosi
I gas utilizzati nei primi condizionatori, clorometano e ammoniaca, erano altamente tossici e l’accidentale rottura dei compressori poteva essere fatale. Fu solo nel 1928 che tali gas furono sostituiti con i clorofluorocarburi, derivati dal metano e conosciuti sotto l’unico nome di freon, che hanno ottime proprietà refrigeranti e sono innocui per l’uomo; purtroppo, però, sono molto dannosi per l’ozono atmosferico.