Ambiente, territorio & dissesti — 16 Luglio 2013

Il cambiamento climatico in futuro potrebbe mettere a serio rischio le riserve di sangue a scopi sanitari. Questi sono i risultati cui è giunta una ricerca pubblicata di recente sulla rivista scientifica Nature Climate Change. Il riscaldamento del Pianeta infatti sta creando anche alle medie latitudini le condizioni ambientali favorevoli alla diffusione di patologie tipiche delle regioni tropicali, e il fenomeno in effetti attualmente rappresenta una delle maggiori preoccupazioni del European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC).

Del resto nel recente passato l’effetto congiunto della globalizzazione, con una maggior facilità di spostamento, e del cambiamento climatico ha già creato le condizioni favorevoli alla diffusione in Europa di quelle che sono note come Emerging Infectious Diseases (EIDs), ovvero “malattie infettive emergenti”, fra cui alcune pericolose patologie che in molti soggetti rimangono quiescenti e quindi difficili da diagnosticare e assai insidiose perché trasmissibili attraverso il sangue.

Fra le patologie che il ECDC considera più temibili c’è la febbre del Nilo Occidentale, di cui nel 2010 sono rimaste contagiate oltre 900 persone in Europa Sud-Orientale. In quella parte del continente infatti tre anni fa l’estate caldissima gettò le basi per un’insolita esplosione demografica di zanzare le quali favorirono un’impennata nella diffusione del virus. Il fatto che circa l’80% delle persone infette non presentino sintomi rende poi questo virus assai insidioso proprio nell’ottica della raccolta e conservazione del sangue a scopi medici.

Anche l’Italia ha già dovuto fare i conti con questo problema e la colpa è soprattutto della zanzara tigre, che ha fatto la sua prima comparsa in Europa nel 1979 in Albania, nel 1990 ha raggiunto anche l’Italia e oramai si è diffusa in ben 15 paesi europei: nell’immagine in particolare sono evidenziate in rosso le zone del nostro continente oramai colonizzate da questa specie.

La zanzara tigre, che ha trovato nel nostro Paese un luogo ideale in cui stabilirsi anche e soprattutto grazie alle mutate condizioni climatiche, è infatti capace di diffondere pericolose malattie tropicali quali la febbre dengue e, soprattutto, la chikungunya, una malattia virale caratterizzata da febbre acuta e forti dolori articolari, e trasmessa proprio da zanzare infette.

Non semplice minaccia quanto piuttosto problema reale se si pensa che nel 2007 proprio in Italia si è osservato il primo focolaio di chikungunya al di fuori dei Tropici, con circa 250 persone contagiate in Emilia-Romagna. E poiché circa il 15% dei casi è asintomatico quella piccola epidemia rallentò per mesi le attività legate alle banche del sangue.  (Immagine: ECDC)

Fonte Meteogiuliacci

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