5 GIUGNO 1976
LA STAMPA 6 GIUGNO 1976
NUBIFRAGIO IERI A ROMA
ROMA 5 GIUGNO
Il violento nubifragio abbattutosi su Roma dalle prime ore di questa mattina e che ha fatto registrare le sue punte massime intorno alle 9, ha provocato numerosi allagamenti e intasamenti di strade.
I vigili del fuoco hanno ricevuto oltre duecento richieste di intervento.
Le zone più colpite sono risultate quelle della Pineta Sacchetti, Momentano, Monte Mario, Parioli e anche la zona del centro.
Il traffico veicolare è stato seriamente ostacolato in quanto dai chiusini l’acqua è risgorgata sulle strade provocando vistosi allagamenti.
Questo fenomeno si è registrato soprattutto sotto i cavalcavia di piazza della Libertà, di Ponte Cavour e di Porta Pinciana.
Allagamenti si sono verificati al quartiere Aurelio, alla borgata del Trullo e a Monteverde Basso.
12 GIUGNO 1976
LA STAMPA 13 GIUGNO 1976
UN IMPROVVISO MALTEMPO CON GRAVI DANNI NELLA ZONA DEL VERBANO
FULMINE SULLA MONTEFIBRE 1200 IN CASSA INTEGRAZIONE
SONO RIMASTI BLOCCATI LA CENTRALE TERMICA E IL SETTORE FILATURA NYLON
VERBANIA 12 GIUGNO
La violenta perturbazione atmosferica della scorsa notte (un temporale con pioggia e fulmini) ha danneggiato, mettendo fuori uso, alcune linee Enel che alimentavano lo stabilimento Montefibre e la centrale termica della fabbrica.
Si è avuto un arresto della produzione che ha avuto le sue conseguenze più pesanti nel settore Distura Nylon.
Infatti la mancanza di energia elettrica ha provocato il consolidamento della pasta di Nylon (polimero) nelle condutture e nei”blocchi” che dovranno essere tutti smontati e ripuliti.
Un’operazione necessariamente lunga, che condizionerà per almeno otto giorni la produzione del filato di Nylon e che provocherà la sospensione dal lavoro (con intervento della cassa integrazione guadagni) inizialmente per 1200 lavoratori.
14 GIUGNO 1976
LA STAMPA 15 GIUGNO 1976
DURANTE UN TEMPORALE NELL’ALTA VALLE MAIRA
MURATORE UCCISO DAL FULMINE MENTRE LAVORAVA SUL TETTO
PRAZZO 14 GIUGNO
Un manovale edile di 45 anni, padre di un bimbo in tenera età, è morto sabato sera folgorato da un fulmine che lo ha raggiunto all’inizio di un breve ma forte temporale abbattutosi sull’alta Valle Maira.
23 GIUGNO 1976
LA STAMPA 24 GIUGNO 1976
NELLA VALLE STURA
FOLGORE UCCIDE TRENTA PECORE
BORGO SAN DALMAZZO 23 GIUGNO
Durante un violento temporale che si è scatenato nel pomeriggio sulla Valle Stura e sulla Valle Grana un fulmine si è abbattuto su un gregge di oltre 200 pecore uccidendone 30.
26 GIUGNO 1976
STAMPA SERA 26 GIUGNO 1976
DOPO IL LUNGO PERIODO DI SICCITA’
LA PIOGGIA EVITA DANNI PIU’ INGENTI
CUNEO 26 GIUGNO
Una pausa nell’ondata di siccità che stava provocando danni alle colture agricole piemontesi e della pianura Padana: è piovuto ieri sera e stanotte per diverse ore e le conseguenze secondo gli esperti, dovrebbero essere benefiche per i terreni arsi.
L’acqua, caduta quasi ininterrottamente dalle 21 fino alle 3 di stamane su tutta la regione è penetrata in profondità, raggiungendo le radici del granturco che era la coltura più direttamente minacciata dalla siccità; anche il grano, di cui è imminente ormai la trebbiatura anche nelle zone pedemontane ne ha tratto beneficio.
Soprattutto sono i fragoleti, lamponeti e gli ortaggi in genere ad essere favoriti dalla pioggia di questa notte.
Purtroppo i danni già provocati dalla persistente siccità delle scorse settimane sono irreversibili, ma almeno temporaneamente si è evitato conseguenze più disastrose.
Anche la vite e tutti i tipi di frutteto trarranno beneficio dalla abbondante pioggia che, però, se ha avuto risultati positivi per le campagne, non è stata invece sufficiente per aumentare la portata di fiumi, torrenti e bacini che sono paurosamente in secca in tutta la regione.
La situazione rischia di diventare particolarmente grave nelle città soprattutto in pianura, dove l’afa si fa sentire in modo particolare e nelle località di villeggiatura, già gremite di villeggianti, dove il consumo di acqua, durante il periodo estivo, aumenta in modo considerevole.
I temporali hanno anche fatto diminuire la temperatura che stamane era su livelli più sopportabili, intorno ai 15 gradi in media, alle 8, contro i 22 gradi di ieri alla stessa ora.
Nelle vallate alpine l’aria è ancora più fresca.
LA STAMPA 27 GIUGNO 1976
LE STRADE DI ROMA ALLAGATE DA UN NUBIFRAGIO
ROMA 26 GIUGNO
Un violento nubifragio con grandine e scariche elettriche, si è abbattuto su Roma e dintorni fra le 18,30 e le 19,15 di oggi.
Le strade e le piazze dei quartieri più bassi si sono allagate, e l’intenso traffico è rimasto bloccato in molte zone.
I vigili del fuoco hanno ricevuto oltre trecento chiamate telefoniche per scantinati e negozi allagati.
Per oltre due ore la corrente elettrica è mancata in alcune parti del centro e le redazioni dei giornali sono rimaste senza luce.
16 LUGLIO 1976
LA STAMPA 17 LUGLIO 1976
BONN SEMBRA UNA CITTA’ DEL SUD
UN CALDO PAZZO E I TEDESCHI SONO CAMBIATI
BONN 16 LUGLIO
Un paio di giorni di tregua all’inizio della settimana, con violenti acquazzoni, e il sole ha ripreso implacabile sulla Germania.
Si soffoca, persino i diplomatici dei paesi tropicali e arabi si lamentano e chi può abbandona la capitale, cercando rifugio in montagna o nei paesi scandinavi.
Trentadue, trentatrè, trentacinque gradi sono ormai all’ordine del giorno da quattro settimane, un temporale fa notizia con titolo in prima pagina sui giornali.
Non era mai accaduto, dal 1947, che il caldo potesse paralizzare un paese altamente industrializzato come la Germania federale, rallentarne il ritmo di produzione, sconvolgere le comunicazioni e – soprattutto – modificare il modo di vivere della popolazione.
Vista dall’aereo, la Germania è una distesa gialla bruciata dal sole, interrotta soltanto dalle foreste.
I prati non esistono più, i fili d’erba bruciacchiati o sembrano segatura, infestati da miliardi di insetti che tormentano gli animali assetati.
Rimasti senza foraggio, i contadini nutrono glil bestiame con un impasto di paglia e latte o acquistano fieno in località lontane ( che viene trasportato con migliaia di autocarri dell’esercito) o sono costretti a macellarlo.
Nei fiumi in magra i battelli navigano con un terzo del carico o sono bloccati dalle secche, sulle autostrade i camion arrancano sull’asfalto fuso o su piastroni di cemento fatti scoppiare dalla calure.
Sulle linee ferroviarie i treni circolano a velocità ridotta.
A soffrire di più sono gli uomini: migliaia di persone (un calcolo preciso non è ancora stato fatto) sono state ricoverate negli ospedali per un colpo di calore o di follia, migliaia sono morte, in centinaia di scuole, di uffici e di fabbriche vi sono state rivolte e scioperi, scolari, impiegati e operai hanno abbandonato i loro posti protestando.
Per evitare sommosse, insegnanti e capoufficio e direttori si sono arresi; dove si è potuto sono state installate docce, quasi dappertuto viene distribuito gratuitamente the col limone, in alcune industrie sono state introdotte pause di dieci minuti l’ora per trattenere le maestranze in rivolta.
Completamente mutate sono le abitudini dei tedeschi, mentre si alzano molte voci che chiedono l’introduzione dell’ora estiva.
Milioni di persone già ora si alzano prima, hanno adottato l’usanza della siesta mediterranea ( per la quale avevo deriso i popoli meridionali) e molti riprendono a lavorare quando il sole tende a calare.
Allora le strade solitamente vuote si riempiono di migliaia di pedoni poco vestiti: scomparse totalmente le cravatte gli uomini si aggirano a torso nudo, le done hanno smesso i jeans e ripreso le minigonne.
Lunghe file dinnanzi agli spacci di bibite e alle gelaterie, ci si azzuffa per un tavolino in birreria sul marciapiede.
TEMPERATURE MASSIME
IN GERMANIA
DAL 15 AL 18 LUGLIO 1976
17 LUGLIO 1976
LA STAMPA 18 LUGLIO 1976
I METEOROLOGI NON SONO OTTIMISTI
POCHI E BREVI TEMPORALI CONTRO LA GRANDE CALURA
ROMA 17 LUGLIO
Nei giorni scorsi qualche temporale ha mitigato per poche ore la calura di alcune zone della Pianura Padana.
Altri scrosci sono previsti per i prossimi giorni, ma forse il grande caldo non finirà ancora.
Gli esperti del servizio meteorologico dell’aeronautica scuotono la testa preoccupati.
I dati in loro possesso non li inducono all’ottimismo.
“Non basta chiedersi se pioverà o se non pioverà – dice il colonnello Gino Todisco, a capo della sezione di previsioni a breve termine.
Per i prossimi giorni in Val Padana si può prevedere un’alternanza di giorni senza pioggia e di giorni con temporali di varia entità, ma tutti limitati ad aree ristrette.
Le statistiche climatologiche degli ultimi decenni confermano che sull’arco alpino e prealpino centro – orientale il massimo delle precipitazioni si verifica in estate e che la massima frequenza di temporali avviene in agosto.
In Val Padana il mese di luglio è invece il più povero di precipitazioni, che incominciano a diventare più frequenti in agosto, senza tuttavia raggiungere i massimi delle Alpi e prealpi centro – orientali.
Ma si tratta sempre di temporali, cioè di rovesci brevi e spesso violenti che per la loro stessa natura non sono determinanti nel far cessare un flagello complesso e imponente come la siccità.
LA STAMPA 18 LUGLIO 1976
DIFFICOLTA’ PER LA NAVIGAZIONE
IL LAGO MAGGIORE SCENDE ANCORA
VERBANIA 17 LUGLIO
Il livello del lago Maggiore continua a scendere.
Poco sollievo hanno arrecato gli sporadici temporali degli ultimi giorni che, in modo difforme, hanno investito varie località rivierasche e valligiane ( l’altra sera mentre a Verbania ha diluviato per un’ora e a Stresa è caduta la grandine, sulla opposta riva lombarda non si è avuta una sola goccia) la poca acqua caduta è soltanto servita a innaffiare gli orti e i campi riarsi.
Il lago scende di un paio di centimetri al giorno ed è attualmente di due metri sotto il livello medio stagionale.
Per la magra del lago è stata proibita la pesca in tutti i corsi d’acqua delle province di Varese e Novara.
Sono esclusi dal divieto i laghi Maggiore, Orta, Mergozzo, Ceresio, Varese ed i fiumi Toce e Tresa.
Manca anche l’acqua potabile.
Praticamente in tutti i centri del Verbano Cusio Ossola sono in vigore limitazioni anche drastiche e il divieto di usare acqua potabile per bagnare orti, giardini e alimentare piscine private.
Le ammende vanno da diecimila a cinquantamila lire.
Numerosi gli incendi nella boscaglia.
La siccità, che ha reso il sottobosco infiammabilissimo, e il vento caldo, contribuiscono ad alimentare i sinistri che, in qualche caso per il loro insistente e anche simultaneo riaccendersi, non possono essere attribuiti all’autocombustione.
18 LUGLIO 1976
LA STAMPA 19 LUGLIO 1976
VOLEVA FAR RIENTRARE IL BESTIAME
SALUZZO: CONTADINO UCCISO DAL FULMINE
SALUZZO 18 LUGLIO
Un agricoltore è stato ucciso dal fulmine, ieri sera, mentre stava per far rientrare nella stalla il bestiame che pascolava vin un prato vicino al cascinale.
Si chiama Carlo Franco, 48 anni, abitava a Saluzzo in frazione Torrazza 61.
Poco dopo le 20 di ieri è scoppiato sul Saluzzese un furioso temporale: pioggia violenta, lampi e tuoni.
LA STAMPA 19 LUGLIO 1976
LA TRAGEDIA SUI MONTI DEL CASENTINO
FULMINE SU UN RADUNO PARTIGIANO: NOVE MORTI
TRA LE VITTIME, CHE S’ERANO RIPARATE SOTTO UN ALBERO, ANCHE UN BAMBINO
AREZZO 18 LUGLIO
La festa, nel primo pomeriggio, è stata guastata dall’inclemenza del tempo.
Erano da poco passate le 15 quando ha iniziato a piovere, su tutta l’Alpe di Catenaia.
Nuvole basse hanno avvolto la montagna e per i partecipanti al raduno non è rimasta altra alternativa che riprendere la via di casa.
Non tutti però, hanno deciso di rientrare.
Alcuni gruppi, meno attrezzati per la marcia sotto la pioggia, hanno preferito che finisse il temporale al riparo di alcuni alberi.
Ma questa decisone è stata fatale: la bufera,anzichè rallentare, si è messa ad infuriare sempre più violentemente, fino a trasformarsi in un vero e proprio fortunale, con folgori, tuoni e fortissime raffiche di vento.
Rannicchiati attorno agli alberi, coloro che erano rimasti sull’alpe non riuscivano ormai a vedere più in là di qualche decina di metri.
Improvvisamente la tragedia.
Un fulmine, scoccato a distanza ravvicinatissima, ha investito in pieno uno dei gruppi che si era messo al riparo del grosso albero.
Una quindicina di persone in tutto, fra le quali diversi bambini.
LA STAMPA 19 LUGLIO 1976
DOPO I NOVE MORTI DI IERI A SUBBIANO
ALTRE 2 VITTIME DEI FULMINI
SONO UN CONTADINO DI SALUZZO E UN BRACCIANTE DI PERUGIA – POCHE LE VERE DIFESE
La tragedia è avvenuta durante il violento temporale che ieri pomeriggio si è abbattuto nel Perugino.
I tre uomini che lavoravano con Frittelli sono stati scaraventati a terra ed hanno perduto i sensi.
A Saluzzo, un altro agricoltore, Carlo Franco, 48 anni, che abitava in frazione Torrazza, è stato folgorato, mentre stava per far rientrare nella stalla il bestiame che pascolava in un prato vicino al cascinale.
Sempre ieri pomeriggio ancora in Umbria, un altro fulmine si è scaricato su una stazione di trasformazione dell’Enel ed ha provocato un vasto incendio.
Un uomo che abita nei pressi della centralina, scorgendo le fiamme, si è precipitato a staccare l’interruttore generale dell’energia ed è stato investito da una scarica elettrica.
19 LUGLIO 1976
LA STAMPA 20 LUGLIO 1976
“AIDA” TRA LA PIOGGIA PER 20 MILA ALL’ARENA
LO SPETTACOLO INTERROTTO ALL’ULTIMO ATTO PER UN VIOLENTO TEMPORALE
VERONA 19 LUGLIO 1976
Tutta Italia si rallegra per la fine della siccità, meno Verona; la prima replica del Boris, ieri sera, è saltata per una minaccia di pioggerella, forse sopravvalutata; la prima dell’Aida, sabato, è invece andata liscia fino all’ultimo atto quando un temporale di violenza inaudita l’ha troncato a metà.
LA STAMPA 20 LUGLIO 1976
NOVARESE E LOMELLINA
MENTRE IL LIVELLO DEI LAGHI CONTINUA ANCORA A SCENDERE
BUFERA DOPO DUE MESI DI SETE MA IL BENEFICIO E’ MOLTO SCARSO
E’STATO COME UNA GOCCIA IN UN BARILE DICONO GLI AGRICOLTORI
L’ENEL EROGA ACQUA: I CONSORZI IRRIGUI PERO’ NON NE RISENTONO VANTAGGI
IL VENTO HA SRADICATO ALBERI BLOCCANDO MOLTE STRADE
ALLAGAMENTI E CROLLI
NOVARA 19 LUGLIO
Dopo due mesi di siccità assoluta, finalmente ieri sera un violento acquazzone ha portato un poco di beneficio alla terra e alle colture riarse.
I contadini dicono: “l’ammalato ha preso un brodo” si tratta però nell’impressione generale di un brodino ristretto, la campagna ha bisogno non di soli venti minuti di pioggia, ma di intere giornate di acqua.
La situazione, almeno per quanto riguarda le colture del Basso Novarese, non era del resto così drammatica come altrove.
Grazie a una rete di canali che si estende per mille chilometri dalle derivazioni del canale Cavour e dal canale Regina Elena che non sono mai venute meno, è stato possibile irrigare tutte le risaie e nel periodo del prosciugamento per procedere all’irrogazione del diserbante, si è potuto alleviare la sete delle foraggere.
Si nutrivano forti preoccupazioni per il futuro, soprattutto perchè il livello calante del Lago Maggiore avrebbe impedito, a breve scadenza, l’alimentazione del canale Elena.
Non è che l’acquazzone di ieri sera e i temporali della notte susseguitisi in montagna abbiano sostanzialmente modificato la situazione.
All’Est Sesia, il consorzio irriguo che dispensa le acque tra il Sesia e il Ticino dicono:
“E’ stato come una goccia in un barile: la precipitazione ha toccato i 22 millimetri ma la media ha oscillato sui 15 millimetri; qualche cosa meno sul Lago Maggiore, dove in tre giorni il livello delle acque è sceso di altri otto centimetri.
Se non ci saranno nuove e più forti precipitazioni, tra otto o dieci giorni non potrà più essere derivato il già ridotto quantitativo ( 32 metri cubi al secondo) che alimenta il canale Elena”
gli agricoltori sono convinti che l’acquazzone di ieri contribuirà, sia pure solo in parte, a lenire il fenomeno del cosiddetto “giallume”, il virus che colpisce all’apice le piante di riso in concomitanza di calura e siccità.
La pioggia e i temporali hanno raggiunto anche la fascia collinare e anche i produttori di vino hanno tirato un gran sospiro di sollievo.
Precipitazione benefica, quella di ieri sera, come abbiamo visto, ma che ha provocato anche danni.
La bufera di vento è stata tale che centinaia di alberi sono stati sradicati o abbattuti.
Sulla linea ferroviaria Torino – Milano è stata sfiorata la tragedia.
All’altezza di via San Giulio, alla periferia Est della città, un albero è caduto sui binari e il direttissimo 544 delle 20,20 per Torino è stato bloccato appena in tempo.
Rimosso l’ostacolo il convoglio ha potuto proseguire con ottanta minuti di ritardo.
Sempre per la caduta di alcuni alberi, molte strade sono rimaste bloccate compresa quella che porta all’aeroporto militare di Cameri.
I vigili del fuoco hanno ricevuto centinaia di chiamate e sono intervenuti, oltre che per rimuovere gli alberi, per sbloccare molti ascensori fermi con persone in preda al panico.
In via Sant’Antonio un fulmine si è abbattuto su una cabina elettrica incendiandola; in via delle Rosette un edificio in costruzione è parzialmente crollato.
In periferia strade e scantinati sono allagati; le antenne della TV divelte o danneggiate si contano a centinaia.
20 LUGLIO 1976
LA STAMPA 21 LUGLIO 1976
TEMPORALI SUL VERBANO
VERBANIA 20 LUGLIO 1976
Sulla zona s’è abbattuto un violento temporale, con raffiche a 80 chilometri orari, fulmini e rovesci di pioggia frammisti a grandine.
In particolare è stata investita la parte settentrionale del Verbano.
Si sono avute interruzioni nell’erogazione di energia elettrica.
Il centro meteorologico di Locarno Monti prevede che i temporali continueranno anche domani
IL LAGO MAGGIORE RICOMINCIA A SALIRE
NOVARA 20 LUGLIO
Un nuovo temporale si è abbattuto nelle prime ore di stamane sul Novarese e la pioggia, anche se caduta in misura modesta (media che vanno dai 3 ai 12 millimetri), ha arrecato un poco di beneficio alla terra e alle colture riarse.
I temporali di ieri e di stamane in montagna hanno avuto riflessi positivi sul livello delle acque del Lago Maggiore.
Oggi per la prima volta da due mesi è stato misurato un livello superiore, sia pure di un solo centimetro rispetto a ieri.
Siamo sempre, comunque, al di sotto dei livelli minimi: meno 37 contro il meno 38 di ieri.
22 LUGLIO 1976
LA STAMPA SERA 22 LUGLIO 1976
GENOVA: TROMBA MARINA, DANNI, FERITI E TERRORE
GENOVA 22 LUGLIO
Una tromba marina s’è abbattuta questa mattina alle 4 e mezzo su Genova, spazzando il quartiere centrale della Foce: le raffiche, accompagnate da violenti scrosci di pioggia e da una serie impressionante di fulmini che hanno solcato il cielo da monte verso il mare, scaricandosi al largo in direzione sud – est, hanno raggiunto, secondo i primi rilievi dei meteorologi dell’aeroporto “Cristoforo Colombo” e dell’Istituto di geofisica dell’Università, la velocità di centro chilometri orari.
La furia della natura si è scatenata verso le quattro e mezzo, come s’è detto, all’altezza del porto petrolifero di Multedo a qualche chilometro al largo dalla costa occidentale della città: le trombe marine, che hanno sollevato onde alte qualche decina di metri, sono poi spostate in direzione di levante, spazzando appunto la città all’altezza del quartiere della foce.
Il vento ha infilato in diagonale la “gola” naturale della vallata del Bisagno che sbocca in mare all’altezza della Fiera internazionale ed ha investito con furia devastatrice tutto quanto incontrava.
Per dieci minuti, nel quartiere della Foce e lungo le pendici del colle di Albaro, il quartiere residenziale, sono volati comignoli, tegole, suppellettili di plastica e tutto quanto si trovava sulle terrazze deòòe case.
Una quindicina di automobili, per lo più utilitarie, lasciate in parcheggi “esposti”, sono state rovesciate.
Dieci passanti sono stati colpiti da oggetti portati dalle violente folate e sono stati medicati, per lievi ferite e contusioni, all’ospedale di san Martino.
Molte le persiane scardinate e le vetrate infrante.
La tromba marina ha raggiunto, con il suo vortice, le cime dei colli del Righi e di Quezzi, che sorgono alle spalle di Genova.
Quindi, smorzata nella velocità e nella forza, è stata risucchiata verso il mare.
Attualmente la burrasca si sta dirigendo verso l’alto Mar Ligure in direzione della Corsica.
I danni economici in generale sono ingenti: gli edifici colpiti in qualche modo sono qualche centinaio, per cui si ritiene, che sulla base di una prima approssimativa valutazione, che i guasti della tromba marina superino le centinaia e centinaia di milioni e si avvicinino al miliardo.
A Genova non si ricordano episodi del genere dal 1971.
NUBIFRAGI NEL VENETO
VENEZIA 22 LUGLIO
Un violento temporale che si è abbattuto stamane su buona parte dell’Italia settentrionale, e sul Veneto in particolare, ha provocato allagamenti nella terraferma veneziana.
Nel centro storico della città lagunare alcuni camini sono crollati ed altri sono stati lesionati.
Nel veronese la velocità del vento ha superato i 130 chilometri orari, un fenomeno che non si verificava da almeno una decina di anni.
Un fulmine, a Codevigo (Padova), ha bruciato il tetto e alcuni mobili di una abitazione, senza recare danno alle persone.
STAMPASERA 22 LUGLIO 1976
PIOGGIA E GRANDINE CAUSANO INGENTI DANNI NEL PAVESE
PAVIA, 22 LUGLIO
Un violentissimo nubifragio si è abbattuto questa notte, poco dopo le due, su Pavia.
La furia dell’acqua e del vento ha provocato danni ingenti.
I vigili del fuoco, purtroppo, non hanno potuto far fronte a tutte le chiamate; infatti, le cantine e i seminterrati allagati (l’acqua in alcuni posti ha superato il metro) sono stati migliaia.
Molte le auto danneggiate dalla caduta di alberi sradicati dal vento.
I vigili del fuoco sono intervenuti anche sulla Vigevanese e sulla Pavia – Mortara per liberare la sede stradale da alberi abbattuti dal nubifragio.
Un laboratorio di pasticceria in frazione Motta SanDamiano, a due chilometri da Pavia, è stato scoperchiato dal vento, che ha provocato danni per oltre quattro milioni.
Il proprietario, Alfredo Loritto, ha avuto anche parte delle strutture murarie della sua abitazione danneggiate.
La strada comunale Pavia-Cura-Carpignano, che in alcuni tratti corre tra due fossati, è rimasta allagata.
Al quartiere vallone di Pavia, questa notte erano migliaia gli inquilini dei condomini e i proprietari di villette che, armati di secchi, svuotavano le cantine.
Oltre ai vigili del fuoco sono stati mobilitati per tutta la notte anche polizia e carabinieri.
I vigili del fuoco sono dovuti intervenire anche al policlinico San Matteo, dove l’acqua ha parzialmente allagato alcuni seminterrati adibiti a laboratori e i sotterranei.
Interventi anche alla necchi per l’allagamento di alcuni magazzini e alla fonderia Cattaneo, dove gli operai stamane non hanno potuto prendere lavoro per l’allagamento di alcuni reparti dove, essendoci motori e impianti elettrici, non si è potuto avviarli se prima non venivano liberati dall’acqua.
Il centro storico, i quartieri san Lanfranco e San Pietro ( dove la roggia Vernavola p straripata in più punti), il Borgo Ticino, la Città Giardino, insomma tutta pavia è rimasta sconvolta da questo nubifragio che, a detta degli anziani, non ha avuto simili.
I danni sono ingentissimi; comunque, un bilancio completo non è stato ancora possibile farlo perchè i vigili del fuoco sono tutt’ora impegnati in tutto il pavese.
VOGHERA: AUTO SOMMERSE DAL NUBIFRAGIO
VOGHERA, 22 LUGLIO
Violenti temporali hanno investito stanotte Voghera causando numerosi allagamenti.
Tutti gli uomini disponibili del distaccamento dei vigili del fuoco sono stati impegnati nell’opera di prosciugamento di strade, magazzini e scantinati.
Le prime richieste d’intervento sono giunte verso l’una e si sono susseguite fino al mattino.
Una pioggia torrenziale è caduta per tutta la notte.
Sono rimasti allagati anche i sottopassaggi di corso XXVII Marzo e di via Carducci.
L’acqua ha raggiunto l’altezza di un metro “imprigionando” tre auto dirette al casello dell’autostrada Torino Piacenza.
Gli occupanti sono stati tratti in salvo e più tardi i pompieri hanno recuperato le vetture.
I vigili sono intervenuti anche alla stazione ferroviaria per prosciugare i sottopassaggi.
Complessivamente hanno compiuto una cinquantina d’interventi.
Questa mattina erano ancora al lavoro per liberare dall’acqua numerose cantine nel centro della città e in periferia.
21 LUGLIO 1976
LA STAMPA 22 LUGLIO 1976
VIOLENTA BUFERA CON GRANDINE E IL TRAFFICO BLOCCATO DA ALBERI
A NOVARA CHICCHI GROSSI COME NOCI
UN FULMINE A TRECATE SULLA TORINO – MILANO FERMA I TRENI
STRADE ALLAGATE NELL’OSSOLA
TENDE DIVELTE NEI CAMPEGGI DEL VERBANO
NOVARA 21 LUGLIO 1976
Un nuovo violento temporale si è abbattuto nel pomeriggio sul novarese.
Questa volta insieme alla fitta pioggia è caduta, con chicchi grandi quanto una noce, la grandine.
La violenza della bufera ha abbattuto, lungo la statale Novara – Torino, nei pressi di Cameriano, alcuni alberi che hanno ostruito la strada bloccando per quasi un’ora il traffico.
E’ stato ripristinato dopo l’intervento dei vigili del fuoco.
Non sembra che la grandine abbia causato danni alle colture agricole.
Nel Cusio il temporale ha provocato danni e allagamenti a Orta, lungo la strada vecchia che costeggia il lago.
Un albero di alto fusto è stato sradicato dal vento ed è precipitato bloccando la via Fava.
Sono dovuti intervenire i vigili del fuoco di Borgomanero che, con una motosega, hanno sfoltito l’albero e ripristinato la circolazione.
Altri alberi sono caduti per il temporale lungo la passeggiata di San Quirico.
A Coiromonte, i vigili del fuoco di Borgomanero sono intervenuti ieri sera per domare un incendio scoppiato in seguito al temporale.
Un fulmine si è abbattuto su una casetta prefabbricata colpendo l’impianto elettrico.
Il fuoco ha danneggiato il tetto e le pareti dell’edificio.
Nessun ferito.
Nell’Ossola un violento acquazzone si è abbattuto poco dopo mezzogiorno.
Il rovescio è stato accompagnato da fortissime raffiche di vento.
Molte strade delle valli sono state allagate ed il traffico si è svolto con difficoltà.
I pompieri hanno dovuto rispondere a numerose chiamate di gente che lamentava infiltrazioni d’acqua nelle cantine.
Il temporale è durato poco più di un’ora, poi a Domodossola è tornato a splendere il sole.
Nelle valli però ha provocato un brusco abbassamento della temperatura.
Nel Verbano il violento temporale con vento a 80 chilometri orari e grandine che ha infuriato nel tardo pomeriggio di ieri ha provocato gravi danni a frutteti e raccolti.
A Cannobbio, nei campeggi, almeno una trentina di tende sono state rovesciate, divelte e strappate dal vento e gli occupanti hanno dovuto cercare riparo in pensioni e alberghi.
Nella piana del Toce una quindicina di abeti di una grande pineta sono stati sradicati da un violentissimo vortice.
Il Lago Maggiore, nonostante i frequenti acquazzoni di queste ultime quarantotto ore, continua a scendere.
Durante il temporale, verso le 18,30, un fulmine si è abbattuto su una cabina di trasformazione della linea ferroviaria Torino – Milano nei pressi di Trecate.
Essendo andati in “blocco” parecchi congegni oltre che essere venuta meno l’energia elettrica, nel tratto Novara – Trecate il traffico è rimasto interrotto per circa tre ore.
E’ ripreso regolarmente alle 21,30.
23 LUGLIO 1976
LA STAMPA 23 LUGLIO 1976TROMBE D’ARIA E PIOGGE TORRENZIALI HANNO SCONVOLTO LA PENISOLA
VIOLENTI NUBIFRAGI IN TUTTA ITALIA MILIARDI DI DANNI, RACCOLTI PERDUTI
GRAVEMENTE COLPITI GENOVA, PAVIA, IL VENETO, LA TOSCANA E LA PUGLIA
CASE SCOPERCHIATE, ALBERI SRADICATI, CANTINE ALLAGATE
DEVASTATI MIGLIAIA DI ETTARI DI COLTURE
INTERROTTA LA LINEA FERROVIARIA PER VENEZIA
GENOVA, 22 LUGLIO 1976
Violento nubifragio stanotte a Genova.
La furia del vento ha sradicato alberi, rovesciato automobili, divelto comignoli e tegole.
Non vi sono feriti, ma i danni ammontano a qualche miliardo.
Verso le cinque del mattino una tromba d’aria ha aggredito la città da ponente e da levante abbattendosi sul quartiere della Foce e sul centro:
le raffiche più violente hanno sollevato onde alte più di quindici venti metri e hanno raggiunto la velocità di 100 chilometri orari.
Per dieci minuti sono volati comignoli e tegole per le strade deserte, alcuni alberi dei viali della Foce sono stati sradicati, numerose auto, non al riparo di alti palazzi, sono state rovesciate.
I bagni comunali San Nazaro che sorgono all’imboccatura del porto e meno d’un chilometro dalla Foce sono stati devastati e decine di barche sono state danneggiate.
Sono ricorsi alle cure del pronto soccorso del San Martino soltanto nove passanti colpiti da oggetti contundenti.
Ha continuato a piovere per tutto il giorno, a tratti, ma con intensità: l’uragano s’è spostato verso il mare aperto, ma non ha provocato danno ai natanti perchè le imbarcazioni si erano messe al riparo sin dalle prime raffiche di vento.
Nella zona alta della città la pioggia ha provocato smottamenti che hanno bloccato il traffico per alcune ore.
I vigili del fuoco hanno tenuto tutte le loro squadre in azione per tutto il giorno, con l’aiuto di polizia stradale e carabinieri.
Unico dato positivo è l’aumento, considerevole, dell’acqua che allontana il timore del razionamento.
Alcuni incendi di boschi sul colle del Righi alle spalle di Genova e nella zona di Chiavari, sono stati domati dallo scrosciare della pioggia.
La tromba marina è considerata dai meteorologi come un evento eccezionale in questa stagione,
perchè in genere non si verificano mai alla fine di luglio bruschi cambiamenti di pressione atmosferica.
L’uragano comunque non ha spaventato molto i genovesi e gli abitanti dei centri della costa perchè s’è svolto in un’ora in cui le strade erano deserte.
Se fosse avvenuto a metà giornata forse si sarebbero verificate le scene di panico che hanno caratterizzato in passato violenti eventi naturali: il naufragio, nell’aprile del 1971, della “London Valour”, il mercantile inglese gettato contro la scogliera del porto da una violenta libecciata che durò per ore e ore, e l’alluvione dell’ottobre del 1970, che provocò lo straripamento dei torrenti che attraversano la città.
Nubifragio anche a PAVIA.
I sotterranei del Policlinico San Matteo sono stati invasi dall’acqua che è entrata nei locali della centrale termica, nei laboratori della patologia medica, della clinica chirurgica e nella sala del Betatrone.
I danni sono ingentissimi, forse più di un miliardo: l’acqua ha danneggiato numerose apparecchiature e strumenti di ricerca.
I vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte per svuotare l’acqua che in alcuni punti ha raggiunto i due metri.
Violenti temporali con grandinate e forti raffiche di vento si sono abbattuti nel primo mattino su tutta la TOSCANA.
Alla periferia di Livorno, una tromba d’aria ha scoperchiato una ventina di case.
In tutta la regione vi sono stati allagamenti di fabbriche, abitazioni e strade.
Interrotte per qualche ora le linee telefoniche ed elettroche: la grandine ha provocato gravi danni alle colture.
PESARO nel primo pomeriggio è stata investita da raffiche di vento che hanno raggiunto i 94 chilometri orari; in quindici minuti sono caduti 26 millimetri di pioggia.
Il vento ha sradicato alberi, fatto volare cabine e ombrelloni, divelto numerose antenne televisive.
Nella zona di CHIETI, la grandine ha distrutto decine di ettari di colture.
Si calcola che almeno 350 quintali di uva siano andati perduti.
Secondo una prima stima i danni ai vigneti sarebbero di 3 miliardi e mezzo.
Danneggiate anche le colture di frutta, grano, ortaggi, barbabietole.
In PUGLIA il maltempo che si è abbattuto per tutta la giornata in gran parte della regione ha provocato nuovi irreparabili danni alle colture giù seriamente danneggiate dai nubifragi avvenuti nei primi giorni di luglio.
Il raccolto di ulivi, mandorli e uva è ormai compromesso.
A VOGHERA invece la pioggia torrenziale di questa notte ha salvato dalla siccità il raccolto di bietole e granoturco, ma ha provocato gravi danni al centro della città.
Decine di laboratori, capannoni, abitazioni e cantine sono stati allagati.
I vigili del fuoco sono impegnati tutta la notte e tutto il giorno per l’opera di prosciugamento.
L’acqua ha provocato lo straripamento del collettore Galliano, nel quale confluiscono gli scarichi delle fognature.
Il liquame ha invaso un allevamento di polli e suini, causando la morte di oltre 2 mila capi.
Nubifragio anche a VENEZIA.
La pioggia e il vento hanno spezzato le linee di alimentazione della ferrovia.
Tutto il traffico è stato interrotto sino alle prime ore del pomeriggio.
Danni anche nel centro della città, dove i vigili del fuoco sono stati a lungo impegnati per la rimozione di camini, cornicioni e serrande danneggiate.
A MESTRE il vento ha sradicato molti alberi, numerosi scantinati sono stati completamente allagati.
Nei pressi di PADOVA un fulmine ha bruciato il tetto di una casa danneggiando anche i mobili all’interno.
A TREVISO i vigili del fuoco hanno ricevuto oltre trecento chiamate per allagamenti.
Nel VERONESE il vento ha raggiunto i 130 chilometri orari, fenomeno definito “eccezionale! Dall’osservatorio dell’aeronautica, poichè non si verificava da una decina d’anni.
In due ore sono caduti 42 millimetri di acqua, poco meno della quantità registrata in maggio e giugno.
TENDOPOLI SCONVOLTE DAL MALTEMPO IN FRIULI
TRIESTE 22 LUGLIO 1976
L’ondata di maltempo ha colpito i Friuli con acquazzoni e temporali che hanno causato un sensibile abbassamento della temperatura.
Molte tende sono state allagate e hanno subito infiltrazioni di pioggia.
Ne hanno risentito in particolare gli abitanti di quelle tende che sono ancora provvedute di un pavimento in legno: in alcune di esse come a Gemona, Artegna ed a Venzone, hanno dovuto essere rinforzati i tiranti, che le folate di vento minacciavano di strappare.
Sotto la pioggia torrenziale, i senza tetto e le squadre di soccorso hanno dovuto coprire con tavole e teli di Nylon le case lesioante, dove sono in corso o stanno per iniziare i lavori di riatto dei tetti per evitare che l’acqua apportasse ulteriori danni.
MENTRE GLI ESPERTI PREVEDONO “PERSISTENTE TEMPO BUONO”
SOLLIEVO PER LA FINE DELLA SICCITA’
(L’ITALIA E’ STATA LA MENO COLPITA)
ROMA 22 LUGLIO 1976
Benedetto anche il maltempo, quando serve a mitigare l’arsura di una siccità come quella che la Pianura Padana sta ormai soffrendo da molte settimane.
In sole dodici ore, e cioè dalle 20 di ieri alle 8 di stamattina, sono caduti
27mm di pioggia a Torino Caselle,
12 a Torino Bric della Croce;
38 a Bergamo;
31 a Brescia;
18 a Bolzano;
39 a Vicenza;
25 a Padova;
23 a Verona;
29 a Treviso;
42 a Venezia Tessera;
33 a Genova.
Quantitativi notevolissimi su tutta l’area Padana, insomma, Tanto da Costringere il servizio meteorologico dell’Aeronautica ad Avvertire la Protezione civile per le prevenzioni più opportune.
La situazione meteorologica sta però evolvendosi con molta lentezza e il maltempo persisterà quindi ancora per qualche giorno.
Sulla Pianura Padana, i miglioramenti potranno manifestarsi solo a partire da domani.
La perturbazione sta ora trasferendosi verso il centro, e domani raggiungerà le regioni meridionali, dove persisterà più a lungo.
Per i prossimi due o tre giorni, il tempo sarà brutto su quasi tutto il Meridione, con temporali, rovesci improvvisi, forti raffiche di vento e anche grandinate.
I benefici sulla Pianura Padana si sono fatti notare fin da stamattina.
A Boretto, nel Reggiano, il livello del Po è salito di 16 centimetri;
a Cremona di 58 centimetri.
La siccità ha dunque le ore contate?
“Non penso che le piogge di questi giorni, anche se sicuramente vantaggiose, saranno risolutive.
Ha detto il colonnello Gino Todisco, capo della sezione previsioni a breve termine del servizio meteorologico.
A questo periodo di maltempo subentrerà una fase persistente di tempo buono e con scarse precipitazioni, come accade d’estate”.
Le piogge di queste ore servono comunque a interrompere la tensione e le paure degli agricoltori.
LA STAMPA 23 LUGLIO 1976 NOVARESE E LOMELLINA
VIOLENTO TEMPORALE
DANNI IN LOMELLINA
VIGEVANO 22 LUGLIO 1976
Il violento temporale che si è abbattuto poco dopo la mezzanotte su Vigevano e sulla Lomellina ha provocato numerosi allagamenti di cantine, appartamenti e negozi, l’interruzione di linee telefoniche, la caduta di alberi anche di alto fusto.
Su una fascia della Lomellina si lamentano anche danni alle colture, in particolare riso e granoturco.
La fascia comprende i comuni di Gropello Cairoli, Villanova d’Ardenghi, Zerbolò, parasacco e parte del territorio di Zinasco Nuovo, al confine fra la Lomellina e il Pavese.
I danni sono ingenti.
La violenza del vento ha causato in città anche lo scoperchiamento di alcuni tetti.
Una situazione di particolare disagio è stata avvertita da quanti abitano nelle zone basse a Vigevano, cioè in via Valle San Martino e strade affluenti e nella centrale via Merula, fino all’incrocio di via Cesare.
I pompieri hanno compiuto una trentina d’interventi.
Ci sono ancora alcuni alberi di alto fusto pericolanti in un paio di giardini; un albero si è anche abbattuto sulla statale 211 della Lomellina, tra Mortara e Cergnago, ma è stato però subito rimosso.
Un fulmine ha provocato un incendio alla cascina Dosso di Zerbolò.
LA STAMPA SERA 23 LUGLIO 1976
MALTEMPO DOPO LA SICCITA’
GRAVI DANNI NELLE CAMPAGNE
ALLAGAMENTI NELLE CITTA’
Dopo mesi di siccità, è “scoppiato” il maltempo in quasi tutte le regioni settentrionali e centrali.
Violente grandinate hanno provocato danni gravissimi in Toscana, nella zona del Chianti, e in Abruzzo.
Nel Chietino si calcola che parecchie centinaia di quintali di uva siano stati distrutti, con un danno di almeno quattro miliardi.
Anche le colture di frutta e ortaggi sono state seriamente danneggiate.
Trombe d’aria si sono abbattute su tutta la costa settentrionale del Tirreno, fino a Livorno.
Case scoperchiate, alberi divelti, stabilimenti balneari distrutti, molte auto danneggiate, soprattutto a Genova, ma violenti nubifragi hanno colpito anche l’entroterra di Imperia, Savona e Rapallo.
La temperatura ha subito un repentino abbassamento fino a scendere a 17 – 18 gradi in Piemonte e in Lombardia dopo settimane di afa quasi insopportabile.
L’ondata di maltempo si sta spostando verso Sud, a cominciare dalle prime ore di stamane, con aumento della nuvolosità, piogge e rovesci soprattutto sul versante adriatico.
Preoccupano soprattutto le condizioni meteorologiche delle Puglie, dove già nel mese di giugno il maltempo aveva provocato gravissimi danni alle colture.
Le previsioni restano comunque poco confortanti anche per quanto riguarda la Toscana e la Pianura Padana.
Nelle prossime 24 ore la temperatura dovrebbe subire un’ulteriore. Leggera diminuzione.
Schiarite si dovrebbero avere nella tarda serata sulle regioni nord occidentali.
Per gli agricoltori questa rischia di diventare l’estate meno proprizia degli ultimi anni.
Le regioni e le colture che erano state relativamente risparmiate dalla siccità, sono state ora colpite da un “eccesso di precipitazioni”.
Ma anche le città, che fino a ieri soffrivano di penuria d’acqua, oggi stanno elencando i danni provocati dal maltempo di ieri e di questa notte.
A Pavia l’acqua ha allacato sotterranei, i locali della centrale termica, i laboratori della patologia medica, della clinica chirurgica e la sala del betatrone del policlinico San matteo.
Sono rimasti danneggiati strumenti per la ricerca e delicatissime apparecchiature.
In provincia di Venezia numerosi fulmini hanno causato interruzioni al traffico ferroviario.
Si sono verificati ritardi anche superiori alle due ore e mezzo sulle linee per Milano e per Roma.
Sono state danneggiate in particolar modo le apparecchiature centrali elettriche della stazione Mira Mirano.
LA STAMPA 24 LUGLIO 1976
MENO CALDO
ANCORA TEMPORALI SU GRAN PARTE DELLA PENISOLA
Non è ancora completamente finita l’ondata di maltempo che si è abbattuta in Italia nei giorni scorsi.
Si registrano un pò dovunque piogge e temporali, e una sensibile diminuzione della temperatura.
Nelle zone colpite dai nubifragi, si fa un primo calcolo dei danni subiti dalle case e dalle colture.
Nel PAVESE, le campagne e i cascinali sono stati danneggiati, secondo le prime stime fatte in prefettura, per circa due miliardi di lire;il tempo è tornato sereno.
Temperatura estiva e cielo azzurro anche a GENOVA, sconvolta ieri da un tremendo fortunale.
I danni maggiori si registrano all’ospedale psichiatrico di Quarto; si calcola che si aggirino complessivamente sul miliardo di lire.
Sul FRIULI – VENEZIA GIULIA continua il maltempo: la temperatura si è notevolmente abbassata; c’è stato uno smottamento di terreno sulla linea ferroviaria Trieste – Venezia, che ha provocato ritardi ai Treni.
Acquazzoni e temporali per tutta la notte e la mattinata di ieri anche in TOSCANA.
A FIRENZE e dintorni, ieri mattina il traffico è rimasto semi – paralizzato per alcune ore.
Nel centro del capoluogo, parecchie strade sono state allagate.
Diversi quartieri sono rimasti senza acqua a causa di un fulmine.
A BOLOGNA, la temperatura si è abbassata sui 16 gradi; in tutta la regione il cielo è rimasto coperto. Il sole è tornato soltato su qualche località della riviera.
Sui monti dell’ALTO ADIGE, oltre i 2500 metri d’altezza, è caduta la neve; gli ultimi chilometri della stada dello Stelvio ieri mattina erano coperti da circa sette centimetri di neve.
La temperatura si aggirava sui dieci gradi.In provincia di PESCARA, Nocciano, si è abbattuta una tromba d’aria.
Sono stati danneggiati alcuni edifici e colture.
Il paese è rimasto per parecchie ore senza luce elettrica.
Non si registrano feriti.
In ABRUZZO, la temperatura è bassa, con minime che sfiorano gli tto gradi in montagna.
All’Aquila sembra di essere in autunno: la gente gira vestita di maglie, giubbotti, soprabiti.
Il cielo è nuvoloso, tira un forte vento.
I tecnici dell’ispettorato compartimentale dell’agricoltura hanno iniziato stamani i sopralluoghi tendenti all’accertamento dell’entità dei danni provocati dalla disastrosa grandinata che ha investito ieri pomeriggio una vasta zona del PERUGINO.
Sono andate completamente distrutte colture di tabacco, di ortaggi, mentre sono da considerarsi perduti interi raccolti di vigneti ed oliveti su un’estensione di diverse decine di ettari.
Una delegazione di coltivatori diretti delle zone di Derutta, Perugia, Torgiano ed Assisi, accompagnati da una sindacalista della Cgil, è stata ricevuta in mattinata al dipartimento agricoltura della regione, dove hanno esposto il quadro di una situazione che per alcuni si presenta assolutamente drammatica.
Dall’assessorato all’Agricoltura della Regione è stato inviato un telegramma al ministero dell’Agricoltura per segnalare la calamità e per sollecitare, all’arrivo dei rapporti tecnici, l’applicazione della legge numero 364.
La grandinata di ieri è stata accompagnata da un fortissimo vento che ha scoperchiato tetti ed ha fatto cadere delle piante.
Fino a notte fonda i vigili del fuoco erano stati impegnati assieme ai carabinieri ed agli agenti di pubblica sicurezza.
A Bologna, la temperatura si è abbassata sui 16 gradi; in tutta la regione il cielo è rimasto coperto.
LA STAMPA 24 LUGLIO 1976 – NOVARESE LOMELLINA E VALSESIA
PIOGGIA COME MANNA
(MA CE NE VUOLE ANCORA)
NOVARA 23 LUGLIO 1976
Piogge e temporali di questi giorni hanno un poco mitigato i grossi problemi connessi con la siccità, in primo luogo quelli dell’agricoltura.
Complessivamente sono caduti 120 millimetri di pioggia ma mentre alcune zone della Bassa Novarese hanno beneficiato anche di 65 millimetri in un solo giorno, nella zona collinare le precipitazioni, nell’arco di quattro giorni non hanno raggiunto i dieci millimetri.
29 LUGLIO 1976
LA STAMPA 31 LUGLIO 1976
MANFREDONIA ALLAGATA PER UN NUBIFRAGIO
FOGGIA 29 LUGLIO
Gravi danni ed allagamenti sono avvenuti oggi a Manfredonia, ai piedi del Gargano per una valanga d’acqua scesa dalle pendici del promontorio e che, precipitando a valle, ha attraversato la città ed invaso i rioni di Monticchio e stazione e via senigallia.
Numerose auto in sosta sono state travolte, mentre locali seminterrati e al pianoterra, negozi ed autorimesse sono stati allagati.
31 LUGLIO 1976
LA STAMPA 1 AGOSTO 1976
PER UN QUARTO D’ORA E’ STATO IL FINIMONTO MENTRE LA TERRA FRANAVA
TROMBA D’ARIA INVESTE COLLINA DI MERGOZZO
UN INTERO PAESE VIENE SOMMERSO DAL FANGO
E’ ACCADUTO A BRACCHIO
SALVI PER MIRACOLO ABBANDONANDO LE TENDE UNA VENTINA DI CAMPEGGIATORI FRANCESI
UNA DONNA FERITA: SI ERA AGGRAPPATA AL CANCELLO PER NON ESSERE TRASCINATA VIA DAL TORRENTE DI DETRITI
MERGOZZO 31 LUGLIO 1976
Un quarto d’ora di finimondo a Bracchio, una frazione di 300 abitanti sulla collina di Mergozzo.
E’ accaduto intorno alle 15,30, dopo che il cielo si era fatto di piombo tra un susseguirsi di folgori e un cupo rimbombare di tuoni.
Una tromba d’acqua ha investisto la frazione: due piccoli ruscelletti, in secca da più settimane, il rio Peste ed il rio Corte, hanno sfondato e superato gli argini in terra battura e provocato uno smottamento sulle alture alle immediate spalle dell’abitato.
Una ventina di campeggiatori, tra cui quattro bambini di pochi anni, attendati su un pianoro, si sono salvati per miracolo, abbandonando auto e tende che sono state travolte e trascinate un centinaio di metri più a valle.
Acqua, fango, tronchi d’albero, detriti di ogni genere si sono infilati nelle stradine in forte pendenza del paese, hanno invaso cortili, giardini sfondando le porte, anche i pianoterra di una decina di casette.
Una donna di 65 anni, è stata travolta dal torrente d’acqua e fango sulla soglia di casa.
Si è aggrappata disperatamente al cancelletto, poi due vicini l’hanno tratta in salvo.
Ha riportato escoriazioni ed abrasioni in più parti del corpo e d’un forte stato di choc, ma è salva.
Il fango e le acque limacciose hanno riempito fino a quasi due metri d’altezza i box di alcuni garages, travolgendo un ponticello, invaso, per un’altezza che varia tra i 50 centimetri e il metro e mezzo, le stradine della frazione.
Dato l’allarme, sono accorsi da Verbania e da Omegna vigili del fuoco, carabinieri, polizia con i vicequestori, il capitano dei carabinieri, ufficiali e sottufficiali.
E’ stato aperto un varco per rendre possibile l’accesso alla frazione.
Gli abitanti di Bracchio, un quarto d’ora dopo l’alluvione era già al lavoro per sgombrare, far defluire le acque, riparare.
I danni sono ingenti e solo il caso ha impedito che vi fossero dei morti,.
“E’ stata una vera fortuna – ci ha detto il sindaco, tra i primi ad accorrere sul posto – che tutto sia finito così, senza dover lamentare perdite umane.
I danni materiali sono gravissimi”.
Gli chiediamo quanto sia durato questo nubifragio.
“Un quarto d’ora al massimo, per fortuna.
E guardi che a due chilometri di distanza è piovuto appena.
Forse a facilitare lo smottamento è stata anche la siccità che può aver provocato qualche fenditura nel terreno.
Certo, sono stati quindici minuti di brivido”.
Già alle 18 i due ruscelli responsabili del finimondo erano percorsi soltanto da un filo d’acqua.
Gli abitanti di Bracchio, continuavano a spalare fango, detriti, sassi dai pianterreni delle loro case.
Un’auto del comune andava avvertendo che per la rottura dell’acquedotto era indispensabile far bollire l’acqua prima di usarla.
Sbigottiti, le mani nei capelli quanti, assenti dal primo pomeriggio, rientravano a quell’ora in paese, andavano chiedendo come tutto questo fosse potuto accadere.
A Verbania, ad esempio, a soli dieci chilometri di distanza, era piovuto solo quello che bastava a bagnare l’orto.
2 AGOSTO 1976
LA STAMPA 2 AGOSTO 1976
DISAGIO NELLE TENDOPOLI
LA NEVE E’ CADUTA IN FRIULI
TRIESTE, 1 AGOSTO 1976
Temporali di notevole violenza si sono scatenati la notte scorsa e nel pomeriggio di oggi su tutto il Friuli – Venezia – Giulia, accompagnati da un forte vento di tramontana che ha fatto abbassare la temperatura a punte autunnali.
Nel tarvisiano, poco più a monte delle zone colpite dal terremoto del 6 maggio, è caduta la neve sopra i 1700 metri.
A Trieste gli acquazzoni sono stati accompagnati dalla bora che soffiava con punte di 57 chilometri orari.
Le popolazioni colpite dal sisma hanno avuto dal maltempo altri disagi, ma gli abitanti delle tendopoli, con comprensibile apprensione, vedono nella neve soprattutto l’avvicinarsi della stagione fredda.
In molti luoghi l’acqua è entrata nelle tende scosse dal vento, allagando in particolare quelle che sono sprovviste di pavimenti di legno.
Ovunque i sinistrati hanno avuto freddo.
TEMPO INCERTO PER ALTRI 10 GIORNI
ROMA 1 AGOSTO 1976
Alternanza di cielo sereno e annuvolamenti, temporali, meno caldo anche se di poco, del solito, è quanto promette il servizio meteorologico dell’Aeronautica nelle sue previsioni di massima per i primi dieci giorni di agosto.
Non si parla di prevalenza di cielo sereno come alla fine di luglio: perturbazioni che dall’atlantico si spostano verso l’Europa orientale interromperanno le altre pressioni sul Mediterraneo centrale e quindi sull’Italia, che sono garanzia di bel tempo.
I temporanei annuvolamenti potranno essere accompagnati da temporali con maggiore frequenza sul Settentrione e il Centro.
Il periodo più carico di pioggia dovrebbero essere i primi cinque giorni.
IN MATTINATA, POI E’ TORNATO IL SOLE
NUBIFRAGIO SPAZZA LA RIVIERA
FULMINE INCENDIA UN AUTOBUS
GENOVA 1 AGOSTO 1976
Burrasca e tempo capriccioso hanno caratterizzato l’inizio dell’esodo su tutta la riviera.
Improvvise e violente precipitazioni – nell’entroterra anche qualche grandinata – stamane hanno fatto disertare le spiagge alle migliaia di turisti italiani e stranieri che hanno invaso la riviera di levante.
Il mare agitato ha relegato la maggior parte delle imbarcazioni da diporto nei porticciuoli turistici e sulle spiagge.
Nel tratto di mare prospiciente Capo Noli, fra Savona e Genova, le cattive condizioni del mare hanno ostacolato le ricerche di un marittimo caduto da una nave.
Nel pomeriggio, poi, su quasi tutta la riviera è tornato a splendere il sole e i villeggianti hanno potuto riprendere d’assalto i litorali.
Stamane, fino verso le 11, il maltempo si è accanito particolarmente su litorale e nell’entroterra di La Spezia e nel tratto di costa che va da Portofino alle Cinque Terre.
Nello spezzino, e nelle valli immediatamente a monte di Magra e di Vara, si sono registrati numerosi allagamenti che hanno richiesto l’intervento dei vigili del fuoco.
Un fulmine si è abbattuto su un autobus di linea a La Spezia, incendiandolo.
Molto panico fra i passeggeri, ma nessun ferito.
Nella zona di Chiavari, la pioggia intensa e qualche grandinata, hanno provocato danni alle colture, soprattutto di fiori.
Le precipitazioni, comunque, hanno sensibilmente rinfrescato la temperatura, facendo cosa gradita alle migliaia di turisti che hanno dovuto affrontare estenuanti code in auto.
2 AGOSTO 1976
LA STAMPA 3 AGOSTO 1976
NOVARESE LOMELLINA E VALSESIA
BRACCHIO AL LAVORO DOPO IL DISASTRO
MERGOZZO 2 AGOSTO 1976
Un reparto di bersaglieri, uno della forestale, vigili del fuoco, tecnici del genio civile e volontari hanno lavorato anche oggi a Bracchio per liberare da melma, sassi e detriti gli scantinati e i pianterreni di abitazioni, le strade del paese e i greti dei due torrentelli rio della Peste e rio Resega, che erano straripati.
Dice il sindaco: “Dalle 16 di sabato, appena cessato il nubifragio, tutti si sono messi a lavorare con accanimento.
L’importante è sgombrare le strade, ripulire le abitazioni invase dal fango e dall’acqua, riattivare le condutture dell’acquedotto, liberare dalla massa enorme dei detriti soprattutto l’alveo del torrente della Peste”.
Per l’acquedotto sono state allacciate tubazioni volanti per consetire il flosso dell’acqua dalla sorgente ad uno dei bacini.
La popolazione è stata avvertita perchè continui a far bollire l’acqua prima di usarla e non si serva di impianti igienici con scarichi nelle fognature in quanto queste sono totalmente ostruite.
Domani sarà distribuito il vaccino antitifo.
La preoccupazione maggiore è nel tempo.
Dello smottamento avvenuto dopo dieci minuti soltanto di pioggia, vigili del fuoco e forestale non hanno dubbi.
“Tutti gli anni i boschi sopra l’abitato bruciano e senza gli alberi, che con le loro radici trattengono la terra, le frane diventano inevitabili.
In questo caso, poi, le molte settimane di siccità hanno inaridito il terreno e provocato delle fenditure.
La forte pioggia, scorrendo dall’alto della montagna, vi è penetrata ed ha dato una spinta allo smottamento”.
LA STAMPA 3 AGOSTO 1976
CRONACHE DI ALESSANDRIA ASTI E CUNEO
PER UN’ORA CHICCHI GRANDI COME NOCI
“E’ CADUTA GRANDINE SOLTANTO SULLA MIA VIGNA: SONO ROVINATO”
CASTELLETTO MERLI 2 AGOSTO 1976
La grandine ha colpito ancora. Nel tardo pomeriggio di ieri il flagello ha investito alcune zone collinari isolate causando danni per decine di milioni di lire.
Il maltempo si è accanito soprattutto contro un lembo di terra lungo alcuni chilometri, situato in una località compresa tra i comuni di Castelletto Merli e Ponzano.
Per decine di agricoltori la vendiammia si è chiusa con due mesi di anticipo.
I chicchi di grandine hanno letteralmente spappolato acini e grappoli d’uva recando danni ingenti anche alle altre colture.
Nella frazione Torrefangato di Castelletto Merli il nubifragio ha lasciato dietro uno spettacolo desolante: i pampini sembrano recisi a colpi di falcetto, la vite è stata ridotta a un cumulo di fogliame lacerato.
A ventiquattro ore di distanza il flagello lascia ancora intravedere i suoi inconfodibili segni.
I chicchi di grandine, ammucchiati nel cortile di una fattoria, non si sono ancora completamente sciolti alla luce del sole.
E’ bastato un quarto d’ora di nubifragio per annientare le fatiche e le speranze di un anno di lavoro.
Nel compiere il primo sopralluogo per constatare l’entità dei danni, gli occhi di qualche contadino si sono inumiditi di lacrime.
“Faccio l’agricoltore da nove anni – dice Leonzio Ferrero, 50 anni, proprietario di una grossa fattoria, situata nei pressi di Castelletto Merli – .
avevo messo a coltivazione quarantamila piante di grignolino: poteva essre una vendemmia superlativa.
Per intere giornate mia moglie ed io siamo abbrustoliti sotto un sole di quarantadue gradi per raddrizzare e curare le viti; ecco ora il risultato di tutte le nostre fatiche.
La grandine ci ha portato via circa il 90 per cento del raccolto”.
Il visitatore che il giorno successivo al nubifragio si reca ad ispezionare i filari colpiti affonda ancora nel fango.
“E’ successo tutto in un attimo – dice Giorgina Ferrero.
C’è stato qualche alito di vento, il cielo si è immediatamente oscurato, poi all’improvviso si è scatenato un temporale.
Sono subito accorsa a chiudere le finestre.
Dapprima ho sentito qualche rumore strano poi, affacciatami alla porta di casa, ho visto i chicchi di grandine che si rompevano sul selciato del cortile.
La grandinata è durata circa un’ora, i chicchi cadevano grossi come noci”.
Il temporale ha colpito solo alcune località.
Nella frazione sottostante alla fattoria – un gruppo di case ammucchiate a poche centinaia di metri di distanza – non è caduta una sola goccia d’acqua.
Il flagello non ha annientato soltanto la vite: giardini, orti, frutteti sono stati colpiti in analoga misura.
Anche il raccolto di granturco risulta definitivamente compromesso; la grandine ha spappolato le pannocchie disperdendo i chicchi nel terreno.
“Quest’anno – continua Leonzio Ferrero – non raccoglierò proprio nulla.
Le mie uniche risorse erano la vite e il granoturco.
Non mi resta che passare con l’aratro sul campo colpito.
I miei danni ammontano ad alcune decine di milioni di lire”.
All’agricoltore colpito dalla grandine non resta che compiere la solita operazione di rito; avvisare il sindaco del Comune di residenza, che provvederà a denunciare la calamità all’ispettorato all’Agricoltura ed a chiedere un sopralluogo immediato.
Dopo queste operazioni il contadino dovrà inoltrare alcune pratiche sulla base delle disposizioni previste dalla legge 364,
“Si tratta di una legge assolutamente insufficiente – dichiara Antonio Setti, segretario della Associazione contadini Astigiani – .
Essa non prevede il risarcimento dei danni causati da calamità naturali, ma solo lo stanziamento di contributi parziali che costituiscono ben poca cosa di fronte all’entità dei danni provocati dalla grandine”.
5 AGOSTO 1976
STAMPASERA 6 AGOSTO 1976
GRANDINE A DOLCEACQUA IN PERICOLO IL “ROSSESE”
SANREMO 6 AGOSTO 1976
Una violenta grandinata si è abbattuta la scorsa notte nell’entroterra di Bordighera, causando alle serre e ai vigneti della zona, danni valutati in centinaia di milioni di lire.
I comuni più colpiti sono quelli della Val Nervia: Pertinaldo, Soldano, Apricale, Dolceacqua.
E’ una zona dove si coltivano fiori in serra e viti che producono fra l’altro un vino molto rinomato, il “Rossese”.
LA STAMPA 6 AGOSTO 1976
NOVARESE LOMELLINA E VALSESIA
I DANNI DEL MALTEMPO A TABACCO E GRANOTURCO
MORTARA 5 AGOSTO 1976
In questi giorni si è fatto un primo bilancio dei danni arrecati alle coltivazioni del tabacco, del riso e del granoturco nella fascia comprendente il territorio dei comuni di Ottobiano, Gallia, Galiavola e Mezzana Bigli.
La valutazione è di due miliardi di lire.
L’amministrazione provinciale di Pavia ha annunciato un piano di aiuti agli agricoltori delle campagne sinistrate.
Alla cascina Volpina di Ottobiano la grandine ha distrutto mille pertiche coltivate a riso.
DOPO UN VIOLENTO TEMPORALE NELLA ZONA DI BORDIGHERA
SERRE, VIGNETI E OLIVETI DISTRUTTI DALLA GRANDINE: DANNI UN MILIARDO
BORDIGHERA 5 AGOSTO 1976
Una grandinata di eccezioanle violenza si è abbattuta ieri, nel tardo pomeriggio, nell’entroterra causando ingenti danni.
Particolarmente colpite risultano le località montane e i comuni di Perinaldo, Apricale e Isolabona dove sono andati pressochè completamente distrutti i raccolti degli uliveti e dei vigneti, principale risorsa della zona.
Gravemente danneggiate sono state anche le colture ortofrutticole in piena aria, le serre che hanno avuto i vetri infranti e alcune vetture parcheggiate all’aperto.
Una stima precisa dei danni sarà possibile solo nei prossimi giorni; per il momento si parla complessivamente di una cifra che supererebbe il miliardo, di cui buona parte relativa al solo territorio di Perinaldo.
“Era dal 1932 – ricorda la gente del luogo – che non si vedeva un fenomeno simile con grani grossi come noci o anche come uova”.
La grandine è giunta improvvisa verso le 18,30, dopo una giornata di sole.
Nello stesso momento, al mare si è verificato solo un breve acquazzone che ha fatto allontanare precipitosamente dalle spiagge gli ultimi bagnanti.
In montagna la grandine, in pochi attimi, ha formato uno spesso strato sdrucciolevole rendendo pericoloso il transito automobilistico a quell’ora particolarmente intenso per il rientro dei molti gitanti e cercatori di funghi che la bella giornata aveva portato nelle località di Gouta e Melosa, tuttavia non sono stati segnalati incidenti stradali gravi.
In circa dieci minuti, tanto è durata, la tempesta, accompagnata da fulmini, ha spogliato alberi da frutto e rovinato irrimediabilmente ulivi, uva e ortaggi.
Nella Val Nervia sono andate in frantumi lastre di vetro spesse fino a 5 millimetri in numerose serre coltivate a rose.
9 AGOSTO 1976
LA STAMPA 10 AGOSTO 1976
TEMPO INCERTO PER FERRAGOSTO
ROMA 9 AGOSTO 1976
Il tempo nella seconda decade di agosto sarà caratterizzato da una più accentuata variabilità dovuta soprattutto alla possibilità di manifestazioni temporalesche con intensità maggiore sui rilievi.
Così ha dichiarato il Maggiore Frignocca del servizio meteorologico dell’aeronautica.
Oggi intanto parecchie regioni sono state interessate da temporali e pioggie che hanno fatto disertare le spiagge.
LA STAMPA 10 AGOSTO 1976
CRONACHE DI ALESSANDRIA ASTI E CUNEO
INCENDI E ALLAGAMENTI PER UN TEMPORALE
CASALE MONFERRATO 9 AGOSTO 1976
Un violento temporale s’è abbattuto da mezzanotte all’una su tutto il Monferrato.
Un fulmine ha colpito un cascinale ad Occimilano, sulla strada per Giarole, di proprietà della famiglia Ceresa.
Distrutti fieni ed attrezzi agricoli per 15 milioni.
Si sono avuti anche allagamenti in città, soprattutto nella zona del Valentino, e alla frazione San Germano, nei pressi della fornace Ginevro.
Una frana ha interrotto la strada comunale tra Ottiglio e Cereseto.
Si lavora allo sgombero; il fronte interessato è di una ventina di metri.
10 AGOSTO 1976
STAMPA SERA 10 AGOSTO 1976
DOPO IL VIOLENTO NUBIFRAGIO IN PIEMONTE
ALTA LANGA: DISASTRO
IL COMUNE PIU’ COLPITO E’ TORRE BORMIDA
CASE SCOPERCHIATE, ALLAGAMENTI, GRANDINE ALTA 25 CENTIMETRI
IL “DOLCETTO” COMPROMESSO
DANNI ANCHE A RIVOLI, CIRIE’, ORBASSANO, LA LOGGIA, VOLPIANO E MONCALIERI
TRENI IN DIFFICOLTA’
TORRE BORMIDA 10 AGOSTO 1976
Disastro.
Danni per parecchi miliardi per il nubifragio di eccezionale violenza che ha devastato ieri sera un vasto territorio dell’Alta Langa fra le valli Belbo e Bormida.
Dalle 20,30 alle 21,30 impetuose raffiche di vento, grandine ed un acquazzone hanno flagellato la zona scoperchiando case, distruggendo le colture, inondando campi, strade ed abitazioni.
Dice l’assessore comunale di Torre Bormida, Ernesto Bonino “Sono stato momenti terribili.
Il vento ha trascinato via i tetti delle case, compresi i grossi travi portanti mentre la grandine distruggeva tutti i raccolti.
I danni sono ingentissimi.
Un temporale così, nessuno lo ricordava: sembrava la fine del mondo”.
Ancora stamane, nella zona, vi sono cumuli di grandine; ieri sera, dopo il nubifragio, tutta la campagna ne era ricoperta; il manto di ghiaccio in alcuni punti raggiungeva i 20 – 25 centimetri.
Alcune strade sono state sgomberate grazie all’aiuto dei mezzi meccanici.
Il fortunale, oltre al comune di Torre Bormida, ha colpito anche i paesi di Feisoglio, Cravanzana, Levice, Bosia, Castino e numerose frazioni.
Il paesaggio è desolante: ovunque case scoperchiate, strade interrotte, colture devastate, alberi sradicati.
I danni sono ingentissimi, anche perchè la grandine ha devastato non soltanto i raccolti dell’annata, ma anche gli impianti di vigneti (per lo più di dolcetto), frutteti ( e in particolare noccioleti, molto diffusi nell’alta Langa).
A questi danni vanno aggiunti quelli subiti dalle abitazioni, dalla rete stradale e dalle linee elettriche.
A Torre Bormida, che è stato un po’ l’epicentro del nubifragio, quasi tutte le case sono state lesionate e allagate.
Notevolmente danneggiata anche la chiesa parrocchiale.
VOGHERA – Un agricoltore di Robecco pavese, Giovanni Zezza, di 39 anni, proprietario della azienda agricola Stradellina, sconvolto per il crollo del proprio cascinale causato da un nubifragio si è impiccato con un filo di ferro.
Un altro temporale con grandinata si è ababttuto ieri sera sul territorio dei comuni di Grinzane Cavour, Sinio (dove stamane mancavano ancora acqua e luce, il 100% delle colture è distrutto), Serralunga d’Alba e Castiglione Falletto.
Si tratta di terreni coltivati a vite.
Anche qui i danni sono stati ingenti.
RIVOLI – Molte cantine sono rimaste allagate e sulle strade diversi tombini sono stati intasati dall’eccessiva quantità d’acqua ricevuta.
CIRIE’ – Un corto circuito provocato dal temporale ha bloccato l’ascensore in via Torino 119, mentre vi si trovavano alcune persone.
ORBASSANO – Un televisore centrato da un fulmine attraverso l’antenna e’ esploso incendiando l’alloggio.
LA LOGGIA – Un corto circuito ha provocato un incendio in una fabbrica di magnesio.
VOLPIANO – Una folgore ha causato l’incendio di una cabina elettrica.
MONCALIERI – Ancora un incendio per corto circuito; ha preso fuoco un alloggio in via Monte Bianco a Borgo San Pietro.
TORINO – Numerosi allagamenti di cantine e intasamenti di scarichi stradali.
Un appartamento in corso Potenza angolo via Foligno si è incendiato per un corto circuito.
TRENI – Anche le linee ferroviarie sono state danneggiate dal violento temporale.
Sulla Milano – Mortara alcuni alberi caduti sui binari hanno bloccato il traffico ferroviario per quattro ore.
Sulla Alessandria – Genova è cadita la linea aerea nei pressi di Novi Ligure.
Il traffico, interrotto dalle 6,30 del mattino, è stato deviato verso Tortona.
STAMPASERA 10 AGOSTO 1976
PIEMONTE E VALLE D’AOSTA
TEMPO INCERTO
MOLTI TURISTI
Le condizioni del tempo in Piemonte e Valle d’Aosta si presentano variabili, con cielo nuvoloso e, per la settimana di ferragosto, non sono escluse anche precipitazioni a carattere temporalesco soprattutto nei rilievi alpini.
La temperatura è stazionaria: a Torino è notevolmente diminuita rispetto alle scorse settimane.
Il grande esodo di agosto, specialmente per quanto riguarda la città capoluogo, è ormai pressochè finito; le stazioni ferroviarie di “Porta Nuova” e “Porta Susa” hanno registrato sin da ieri un traffico sui livelli normali.
Anche le strade e le autostrade presentano una situazione di normalità.
In Valle d’Aosta vi è invece un notevole movimento turistico soprattutto di stranieri.
Ai trafori ed ai valichi alpini, il transito di autovetture ha toccato punte massime mai raggiunte.
CON IL NUBIFRAGIO DI IERI NOTTE
DISASTRO SUL LEVANTE LIGURE
GENOVA 10 AGOSTO 1976
Nubifragio questa notte su Genova e sulla Riviera di Levante.
Vento, pioggia e nell’entroterra anche grandine si sono abbattuti con estrema violenza provocando allagamenti e crolli di cornicioni e causando, per alcuni minuti, l’interruzione dell’energia elettrica in numerose zone della città.
Il temporale che in alcuni momenti ha fatto temere il ripetersi della tromba d’aria scatenatasi su Genova il 22 luglio scorso, ha colpito inizialmente la zona di ponente della città, poi, spinto da un vento fortissimo, ha proseguito la sua corsa fino a investire il golfo del Tigullio.
A Genova i danni maggiori, sotto forma di allagamenti di scantinati e negozi, di cornicioni abbattuti e di vetri infranti, si sono poi avuti a Pegli, Sestri e in Val Polcevera.
Nel centro della città l’energia elettrica è mancata per circa cinque minuti provocando notevoli disagi all’ospedale di San Martino dove sono stati messi in funzione i gruppi elettrogeni autonomi.
Particolarmente colpita anche la zona della Foce; in Piazzale Kennedy sono crollati due capannoni del Luna Park.
Il Nubifragio si è quindi spostato verso levante investendo Bogliasco, Pieve Ligure, Sori e Recco, dove si sono registrati allagamenti e il crollo di alcuni alberi.
A Rapallo i vigili del fuoco hanno dovuto compiere numerosi interventi perchè l’acqua aveva invaso scantinati e negozi e per demolire alcuni cornicioni pericolanti.
Molto gravi i danni a Chiavari dove in numerosi punti del centro l’acqua, che non riusciva più a defluire regolarmente, ha raggiunto il livello di quaranta centimetri.
In via Rivarola è stato allagato il cinema Nuovo durante la proiezione di un film.
Numerosi i magazzini allagati tra i quali quello della IP in largo Moretti dove i pompieri hanno lavorato per diverse ore al fine di far defluire l’acqua che aveva raggiunto il metro.
LA STAMPA 11 AGOSTO 1976
TRA I VIGNETI DEVASTATI NELLA TERRA DEL BAROLO E DEL DOLCETTO
IL TERRIBILE FLAGELLO DELLA GRANDINE
HA DI NUOVO INFIERITO SULLE LANGHE
COLPITI I COMUNI DI:
SERRALUNGA D’ALBA
CASTIGLIONE FALLETTO
SINIO
CRAVANZANA
FEISOGLIO
TORRE BORMIDA
BOSIA
BERGOLO
CORTEMILIA
DANNI PER MILIARDI
RACCOLTI DISTRUTTI, CASE SCOPERCHIATE, STRADE BLOCCATE DEL FANGO
LA DISPERAZIONE DEGLI AGRICOLTORI
ALBA 10 AGOSTO
“Non ho mai visto un temporale simile; è stata una cosa spaventosa: prima buio improvviso, poi vento, grandine e pioggia mai visti.
Sembrava la fine del mondo”.
Giuseppe Chiaria, 64 anni, da 22 viticoltore a Fontanafredda, ricorda ancora con brividi di paura il nubifragio che ieri pomeriggio ha investito le terre del Barolo, scaricandosi poi nell’Alta Langa.
E’ andato perduto il raccolto d’una zona vastissima che vive soprattutto di agricoltura.
I danni per ora sfuggono a ogni valutazione.
“Si possono fare soltanto previsioni di massima – afferma un enologo -.
Siamo comunque sull’ordine dei miliardi”.
In certi punti vigneti e campi sono andati completamente distrutti; non si può recuperare un chicco di uva, non una pannocchia di granoturco.
Là dove c’erano composti filari c’era ora soltanto terra bruciata dalla grandine.
Da lontano, grandi macchie color pantano sembrano vasti campi arati di fresco; da vicino si scoprono i resti dei vigneti: nudi pali conficcati al suolo, migliaia di piante sbriciolate dalla grandine;
“E’ andato perduto il lavoro di anni.
Adesso, perchè le viti tornino a dare frutti sarà necessario attendere tre – quattro stagionI”, teme Luigi Alessandria, agricoltore di serralunga.
Il temporale si è scatenato intorno alle 17.
“Eravamo tra i filari – ricorda un altro viticoltore di Fontanafredda -.
Non abbiamo fatto in tempo a metterci al riparo: in pochi minuti l’acqua c’è arrivata alle ginocchia, affondavamo nel fango”.
Nel buio squarciato dalle folgori, la grandine e l’acqua hanno sconvolto le brevi colline ricche di viti.
Tonnellate e tonnellate di pantano sono scivolate a valle.
Torrenti melmosi che hanno investito le strade e invaso le cantine.
Ventiquattr’ore dopo il temporale, in certi angoli era possibile trovare blocchi di grandine.
Il fortunale ha colpito soprattutto Serralunga d’Alba.
Da qui, avanzando su un fronte di circa mille metri, ha investito successivamente Castiglione Falletto, Sinio, Cravanzana, Feisoglio, Torre Bormida, Bosia, Bergolo e Cortemilia.
Dalle terre del Barolo a quelle del Dolcetto e delle nocciole.
Con filari, campi e frutteti, il temporale ha danneggiato anche decine di case, abbattuto comignoli, divelto antenne della televisione, strappato tegole dai tetti e seminandole per le strade.
Ci sono state anche lunghe interruzioni nell’erogazione dell’energia elettrica, guasti agli acquedotti e ai telefoni.
Nella notte (il nubifragio si è esaurito dopo le 21) sembrava che le dimensioni dei danni fossero catastrofiche.
Le prime luci, stamane, hanno ridimensionato i timori.
Restano le spaventose conseguenze per la viticoltura.
“Stavamo per avere una vendemmia eccezionale, davvero speciale – afferma ancora Giuseppe Chiarla dall’alto della sua esperienza – .
Abbiamo perduto tutto”.
Vittorio Alessandria, sindaco di Serralunga, azzarda un calcolo dei danni subiti soltanto dal suo comune; mezzo miliardo.
“Probabilmente saranno maggiori”, aggiunge, poi, passando mentalmente in rassegna le aziende colpite.
Quelle grandi e quelle a conduzione familiare, unica risorsa per nuclei di persone che non hanno altre entrate al di fuori del frutto del loro lavoro.
Vittorio Alessandria ha inviato telegrammi al prefetto e alla Regione per informarli delle conseguenze del nubifragio: “Speriamo che si possa fare qualcosa”.
Si avvicina a una finestra e la spalanca.
Entra un forte odore di terra bagnata, di foglie fradice, di rami spaccati, intrisi d’acqua.
Lo sguardo si perde sulle colline che si rincorrono sotto un cielo nuovamente minaccioso.
S’indovina senza fatica la zona colpita dalla grandine.
In direzione di Sinio si vede la cascina Rivetto, una vasta costruzione bianca.
Ancora ieri, fino alle 17, appariva immersa nel verde.
Adesso, tutt’intorno, terra spoglia e pantanosa.
“Non riesco a immaginare una cifra con cui definire i danni subiti dagli agricoltori di Sinio – dice il sindaco Agostino Stroppiana – .
Con chiunque parli sento calcolare danni singoli di quattro – cinque milioni”.
A Sinio il nubifragio s’è abbattuto poco dopo le 18.
ha sradicato alberi, provocato frane e smottamenti, portato via tegole e antenne.
Ma soprattutto ha danneggiato i raccolti.
“Non ci sono più viti, nocciole, granoturco, patate”, dice Pietro Salvano, 70 anni, vicesindaco e agricoltore.
Arnaldo Rivera, sindaco di Castiglione Falletto e presidente della cantina sociale “Le terre del Barolo” parla di “danno considerevole”.
A suo avviso “ogni valutazione è ancora impossibile: avremo le idee chiare fra tre – quattro giorni.
Una cosa è certa: abbiamo perduto un’annata che poteva economicamente significare molto per tutti i nostri paesi”.
Ovunque si parla si conseguenze gravissime, di danni difficilmente riparabili.
Ernesto Bonino, assessore comunale a Torre Bormida, dice; “Sono stati momenti terribili; nessuno ricorda un temporale di tale violenza”.
Ci sono state case scoperchiate, ma soprattutto è andato perso il lavoro di anni e anni.
Il prezzo pagato alla siccità di luglio è stato veramente duro.
RENATO ROMANELLI
NUBIFRAGIO A GENOVA E NEL TIGULLIO
GRAVISSIMI I DANNI
GENOVA 10 AGOSTO 1976
Danni per centinaia di milioni; questo è il bilancio del nubifragio abbattutosi questa notte su Genova e sul Golfo del Tigullio, e che ha provocato l’allagamento di numerosi scantinati e negozi, ha abbattuto alberi e fatto crollare pezzi di cornicioni.
Particolarmente colpita è stata la zona dell’entroterra della Riviera di Levante, alle spalle di Chiavari, dove la pioggia si è trasformata in grandine, arrecando notevoli danni alle colture ortofrutticole.
Il nubifragio, breve nella durata, ma violentissimo per intensità, ha colpito inizialmente la zona di Ponente di genova, investendo Pegli, Sestri Ponente e la Val Polcevera, poi ha piegato verso levante colpendo Bogliasco, Recco e il Golfo del Tigullio.
Le raffiche di vento hanno raggiunto i centro chilometri all’ora, la pioggia è caduta con estrema violenza.
Nella Riviera di levante, Chiavari è stata la località dove il nubifragio ha prodotto i maggiori danni; i vigili del fuoco hanno lavorato per tutta la notte per sgomberare dall’acqua numerosi magazzini e locali invasi dalla pioggia tra cui un cinematografo e i sottopassaggi che conducono alla passeggiata a mare.
Richieste di aiuto sono giunte anche ai vigili del fuoco di Rapallo, per allagamenti verificatisi in scantinati.
A Genova, tra i danni causati dalla bufera, è da registrare il crollo di due baracconi per il tiro al bersaglio del Luca – Park installato nei giardini della Foce, nonchè l’interruzione della corrente elettrica, durata circa cinque minuti, che ha provocato serie difficoltà agli ospedali cittadini, costretti a mettere in funzione i gruppi elettrogeni autonomi.
Anche il traffico sulle autostrade, specialmente sulla Genova – Sestri Levante, ha subito notevoli intralci; per circa mezz’ora.
LA STAMPA 11 AGOSTO 1976
NOVARESE LOMELLINA E VALSESIA
DILUVIA: L’ESTATE E’ FORSE FINITA?
A NOVARA CANTINE ALLAGATE, CROLLATA UNA IMPALCATURA
FULMINE E INTERRUZIONE DELL’ENERGIA NEL VERGANO
NUBIFRAGIO CON ALBERI SRADICATI A ORTA
CLIMA AUTUNNALE (MA GLI ALBERGHI SONO TUTTI PIENI) NELL’OSSOLA
NOVARA 10 AGOSTO 1976
Sembra proprio che l’estate sia finita per Novara e dintorni.
Ieri sera un vioplento temporale si è abbattuto sulla città; la pioggia battente è caduta per buona parte della notte, creando qualche difficoltà.
C’è stato molto lavoro per i vigili del fuoco che sono stati ripetutamente chiamati per allacamenti in alcune cantine.
In corso vercelli, per fortuna a quell’ora deserto, è crollata – divelta dal vento – l’impalcatura per un palazzo in costruzione.
VERBANIA 10 AGOSTO 1976
Un violento temporale ha investito la scorsa notte la zona del Verbano, in particolare l’area compresa tra Verbania, Stresa e Gravellona Toce.
Molti i fulmini e le interruzioni nell’erogazione dell’energia elettrica; una decina di chiamate ai vigili del fuoco di Verbania per allagamenti di scantinati, seminterrati, box e cortili.
ORTA 10 AGOSTO 1976
Nella zona orientale del Cusio questa notte si è abbattuto un violento temporale; cantiner allagate e, lungo la strada che da Legro conduce a Miasino, la furia delle acque fangose ha abbattuto un muro sradicando anche alcuni alberi.
Il nubifragio è durato un paio d’ore e ad aggravare la situazione c’èstata anche un interruzione dell’energia elettrica che ha causato difficoltà nella circolazione stradale.
A Legro il consiglio di frazione si è riunito questo pomeriggio.
Al termine è stato spedito un telegramma al presidente mazzocco con il quale la popolazione di Legro “denuncia la responsabilità dell’amministrazione provinciale, in seguito al ripetersi dei fatti determinati dagli scarichi di acque libere provenienti dalle strade provinciali che sono a monte della frazione”.
DOMODOSSOLA 10 AGOSTO 1976
L’Ossola è piombata all’improvviso in un clima autunnale. A Domodossola ha piovuto per tutta la giornata, nei centri delle vallate, affollati di turisti, la temperatura è scesa di colpo.
Anche se la gente è tappata negli alberghi, il “pienone” di ferragosto non ne ha risentito; in tutte le stazioni turistiche non c’è più un posto libero.
A Macugnaga non si è neppure rinunciato alla gita che il Cai aveva programmato in Val Quarazzola, alla ricerca dei filoni delle vecchie miniere d’oro abbandonate.
Gli escursionisti si sono equipaggiati di tutto punto e hanno concluso la gita.
GARLASCO: STRAGE IN UNA STALLA PER IL FULMINE
GARLASCO 10 AGOSTO 1976
Un fulmine che è finito nella stalla dell’azienda agricola Dosso di Zerbolò, di cui è proprietaria Augusta Banderali, 52 anni, ha ucciso 11 manzette e una mucca.
E’ accaduto nella notte tra domenica e lunedì, ma se ne è avuta notizia solo oggi pomeriggio.
Il danno è ingente; è stato valutato in 7 milioni di lire.
Sempre alla cascina Dosso nel mese di luglio si era registrato un grosso incendio di foraggio del valore di alcuni milioni.
Anche allora il sinistro fu originato da una folgore che si era abbattuta sui “casseri” durante un furioso temporale.
LA STAMPA 10 AGOSTO 1976
CRONACHE DI ALESSANDRIA ASTI E CUNEO
UNA PREZIOSA VETRATA IN FRANTUMI
URAGANO A GUAZZOLO
CHIESA DANNEGGIATA
GUAZZOLO 10 AGOSTO 1976
Qualcuno ha addirittura parlato di maledizione.
In questi ultimi giorni il maltempo si è accanito su una zona limitata del territorio del comune di Castelletto. Merli.
La scorsa settimana la grandine aveva polverizzato il raccolto di una ristretta fascia di campagna; ieri un uragano spaventoso si è abbattuto su Guazzolo, una frazione formata da una trentina di case ammucchiate sulla sommità di un bricco.
Il vento ha spazzato via tegole e persiane, rotto vetri, sradicato alberi.
L’acqua ha inondato orti e vigneti, riempiendo le strade di enormi quantità di fango e terriggio.
Gli agricoltori hanno vissuto attimi di terrore: qualcuno ha pensato alla fine del mondo; qualcun altro è andato a nascondersi in cantina.
L’uragano ha lasciato dietro di sè uno spettacolo impressionante.
Cocci di tegole sparsi per le strade, fronde di alberi strappate dai rami, vasi di fiori frantumati.
Gli abitanti del piccolo borgo si erano messi al lavoro di buona lega per riparare i danni causati dal maltempo, quando all’improvviso s’è sparsa la voce l’uragano aveva riversato la sua furia anche contro la chiesa.
Pochi minuti dopo gran parte della popolazione è corsa nel tempio.
Un colpo di vento aveva sfondato una grossa vetrata situata tra il tetto e la parete.
Non si trattava di una vetrata qualunque, ma di un prezioso “mosaico” formato da una miriade di vetri colorati raffiguranti un’immagine di storia sacra.
Quando i raggi del sole lo investivano, l’interno della chiesa si illuminava di mille colori.
La vetrata rappresentava il martirio di San Lorenzo.
Era stata costruita con il tempio nei primi anni del 1800.
il vento l’ha frantumata scaraventando i vetri ad alcuni metri di distanza.
Dallo squarcio è poi entrata la pioggia che ha danneggiato forse irrimediabilmente una preziosa tela di Guglielmo Caccia.
Prima di pensare alle case, la gente del borgo si è fatta in quattro per la sua chiesa.
Si è liberato il pavimento dall’acqua, i banchi sono stati ammucchiati vicino all’altare, le pareti sono state ripulite alla meglio.
Qualcuno è salito sul tetto a sistemare le tegole.
Al posto della vetrata distrutta è stato messo un grosso pezzo di cartone.
Tutti si sono dichiarati pronti ad offrire un pò di denaro per riparare il guasto.
“L’anno scorso abbiamo riparato il campanile, che stava per crollare”, dice Eusebio Ervagni di 80 anni.
“E adesso faremo costruire una nuova vetrata”.
LA STAMPA 11 AGOSTO 1976
CRONACHE DI ALESSANDRIA ASTI E CUNEO
LA GRANDINE HA DISTRUTTO IL LAVORO DI UN’ANNATA
E ADESSO POVERI VIGNETI?
LA ZONA PIU’ COLPITA E’ LALTA LANGA, CON I COMUNI DI SERRALUNGA, SINIO, CRAVANZANA E TORRE BORMIDA
SERRALUNGA D’ALBA 10 AGOSTO 1976
“Ieri avevamo dei vigneti rigoglioso, colmi di grappoli, rimaneva solo da vendemmiare.
E’ bastata mezz’ora per distruggere il lavoro di tutta un’annata” dice rammaricato Giovanni Giachino di Serravalle d’Alba, uno dei comuni più colpiti dal violento nubifragio abbattutosi ieri sera sull’Albese.
“E dal 1943 – prosegue – che non si verificava più una grandinata di questa entità.
Non solo è andato distrutto il raccolto di quest’anno, ma i danni sono ingenti anche per gli impiantamenti di vigneti e frutteti”.
Il flagello di ieri sera ha colpito una vasta zona di oltre ventimila ettari di terreno, interessando una quindicina di comuni che si trovano in una fascia di circa due chilometri, che parte da castiglio e Falletto e raggiunge la Valle Bormida, toccando Serralunga, Sinio d’Alba, Ceretto Langhe, Cravanzana, Feisoglio, Torre Bormida e Cortemilia.
I centri più colpiti sono stati quelli di Serralunga, Sinio, Cravanzana e Torre Bormida.
“Per oltre mezz’ora – raccontano Giacomo Anselma e Albino Fontana – un temporale con grandine e vento impetuoso e pioggia torrenziale si è abbattuto sulle campagne distruggendo il raccolto di un’annata eccezionale, sradicando alberi, scoperchiando case”.
Le zone di Serralunga e Sinio, sono prevalentemente coltivate a vigneti.
Serralunga, poi è una zona tipica di produzione del barolo.
In questi giorni si incominciava a parlare di prezzi: 4000 4500 lire al miriagrammo per nebbioli da Barolo.
Ora invece c’è solo più desolazione.
Renato massolino, un giovane legato alla sua terra, ci confida: “Sono affascinato dal mio lavoro, ma ora veramente demoralizzato.
E’ una vera beffa.
Basta una grandinata di questo genere per rovinare intere famiglie.
Questa notte non abbiamo dormito.
Abbiamo avuto la casa scoperchiata dal vento e allagata dall’acqua”.
Luigi Marengo ed il figlio Vincenzo, incontrati mentre riparano la strada danneggiata nei pressi della loro abitazione, amareggiati e sconfortati per i grossi danni subiti, dicono, qualche tempo fa nelle nostre campagne era un via vai di onorevoli e candidati che ci chiedevano il voto con mille promesse.
Ora siamo noi che chiediamo di venire a vedere ed interessarsi della nostra situazione con la stessa premura con la quale chiedevano il nostro appoggio”.
Maurilio Palladino aggiunge: “Avevo sei giornate piemontesi di vigneti, ma delle vigne sono rimasti solo i pali.
Sembra inverno.
Non avremo raccolti ma avremo ancora più spese se vogliamo recuperare gli impiantamenti”.
Il sindaco di Serralunga, Vittorio Alessandria, ha già preso contatti con il Genio Civile, con il prefetto e con la regione per far presente la situazione davvero pesante.
Analoghi passi stanno facendo gli amministratori degli altri paesi colpiti.
Il geometra Giuseppe Fontana, sindaco di Cravanzana, dice: “Oltre agli ingenti danni arrecati ai privati, la furia della bufera ha anche danneggiato enormemente le opere pubbliche.
Purtroppo le nostre amministrazioni non possono da sole provvedere al loro rifacimento e quindi sollecitiamo contributi da parte della Regione, Provincia ed entri preposti”.
Torre Bormida è uno degli ultimi centri colpiti dall’uragano che qui si è veramente scatenato.
“Non ricordavamo una cosa del genere – sostiene Luigi Gonella.
Stamane vi erano ancora mucchi di grandine dappertutto.
Per tutta la notte in paese si è lavorato per sistemare le case scoperchiate”.
Il parroco di Torre Bormida, don Arione, intento a riparare il tetto della casa parocchiale, dice: “Già un mese fa era grandinato ma i danni erano stati limitati e la gente con coraggio aveva ripreso il lavoro.
Ora, però tutto è distrutto.
Molte abitazioni sono danneggiate.
Anche la chiesa parrocchiale ha avuto una cinquantina di metri quadrati di tetto completamente asportati”.
A Torre Bormida la casa più colpita è quella del sindaco Cesare Canonica, al quale il vento ha portato via tutto il tetto comprese le intelaiature.
La grandinata di ieri ha inferto un duro colpo alla già travagliata economia dell’Alta Langa e si ripropone ancor più urgentemente il problema della tutela dei raccolti.
GIANFRANCO FIORI
11 AGOSTO 1976
LA STAMPA 12 AGOSTO 1976
ALLAGAMENTI
VIOLENTO TEMPORALE SU MILANO
MILANO 11 AGOSTO 1976
Un temporale di eccezionale violenza ha provocato centinaia di allagamenti a Milano, uno ha riguardato l’archivio della caserma dei carabinieri, in via Moscova.
Quasi tutti gli incartamenti sono stati salvati; molti documenti tuttavia risultano più o meno gravemente danneggiati.
Il nubifragio è durato in pratica, dalle 22 a mezzanotte; la temperatura è scesa a 15 gradi; in tutti i rioni della città è mancata la luce, da un minimo di qualche secondo a un massimo di venti minuti.
L’acqua ha invaso scantinati e strade; i tombini delle fognature non ricevevano più; undici filobus sono rimasti bloccati con i motori guasti, numerosi gli incidenti stradali e i tamponamenti; fortunatamente però senza serie conseguenze; decine di fulmini si sono abbattuti sugli impianti elettrici della ferrovia.
Anche l’apparato di segnaletica è saltato, costringendo i treni a procedere molto lentamente, e ad accumulare ritardi anche di ore.
Solo nella tarda mattinata, alla stazione centrale, la situazione è ritornata normale.
Lo straripamento del canale redefossi ha provocato questa notte, per un paio di ore, l’interruzione del traffico sulla Via Emilia; sulle numerose automobili bloccate, i viaggiatori sono stati soccorsi dalla polizia stradale e dai vigili del fuoco.
Questi ultimi, per tutta la notte e fino all’alba, hanno ricevuto migliaia di chiamate.
Anche sull’Aquilano un violento nubifragio, con abbondanza di scariche elettriche, si è abbattuto nella notte, arrecando danni alle colture, abbattendo alberi e pali dell’elettrodotto, allagando strade e scantinati.
A L’Aquila, la pioggia è stata breve e violenta, ed ha allagato le strade.
LA STAMPA 12 AGOSTO 1976
NELL’ALTA LANGA
I VIGNETI DISTRUTTI
ALBA 11 AGOSTO 1976
E’ tornato il bel tempo sull’Albese dopo il violento nubifragio e la eccezionale grandinata che ha distrutto l’altra sera i raccolti di una quindicina di paesi nelle Langhe da Castiglione Falletto, Serralunga, Sinio d”Alba a Cravanzana, Torre Bormida, Cortemilia.
In quasi tutte le località colpite funzionari dell’ispettorato Agrario hanno compiuto oggi sopralluoghi per prendere atto della situazione che appare tragica: vigneti che non daranno frutto non solo quest’anno ma il prossimo, noccioleti e colture varie completamente distrutte.
I danni sono ingentissimi; si parla di miliardi ma per ora non è ancora stata fatta una valutazione complessiva.
Probabilmente sarà possibile fare un bilancio definito sabato prossimo in occasione di una riunione promossa dalla Regione che si svolgerà a Feisoglio a cui parteciperanno amministratori e agricoltori dei comuni colpiti con l’intervento del presente della giunta regionale Avvocato Viglione, dell’assessore all’Agricoltura Ferraris, funzionari del Genio civile e rappresentanti della prefettura.
Gli agricoltori chiedono contributi a fondo perduto per fronteggiare la grave situazione in cui sono venuti a trovarsi.
La maggior parte di essi, infatti, non è assicurata contro la grandine e deve far fronte a spese elevate per rimettere a posto gli impiantamenti e farli fruttare almeno gli anni prossimi.
12 AGOSTO 1976
LA STAMPA 13 AGOSTO 1976
INIZIATIVE DEL GOVERNO E DI ASSOCIAZIONI
PIOVE, PERO’ LA SICCITA’ PROVOCA ANCORA DANNI
IL LAGO MAGGIORE E’ BASSISSIMO: CHIESTO CHE SIANO RIDOTTE LE DERIVAZIONI AD USO NON AGRICOLO
ASSICURATO AGLI ALLEVATORI IL MANGIME NECESSARIO A PREZZI PRESTABILITI
MENO CEREALI NELLA CEE
LA STAMPA 13 AGOSTO 1976
INIZIATIVE DEL GOVERNO E DI ASSOCIAZIONI
PIOVE, PERO’ LA SICCITA’ PROVOCA ANCORA DANNI
IL LAGO MAGGIORE E’ BASSISSIMO: CHIESTO CHE SIANO RIDOTTE LE DERIVAZIONI AD USO NON AGRICOLO
ASSICURATO AGLI ALLEVATORI IL MANGIME NECESSARIO A PREZZI PRESTABILITI
MENO CEREALI NELLA CEE
ROMA 12 AGOSTO 1976
Presieduta dal sottosegretario onorevole Mazzotta, si è riunita presso il ministero dell’agricoltura la commissione interministeriale per i problemi della siccità.
Anche se è piovuto abbastanza su quasi tutto l’arco alpino e nella Valle Padana, la commissione ha rilevato una perdurante deficienza idrica nel Lago Maggiore.
Per migliorare i livelli idrici del lago e consentire l’irrigazione con le sue acque, il ministro Marcora, in base ad analoghe conclusioni della commissione, ha chiesto al ministero dei lavori pubblici di adottare provvedimenti eccezionali per la limitazione delle derivazioni idriche dai bacini alimentatori del Lago Maggiore.
Un’altra riunione per i danni della siccità è stata tenuta ieri a Roma, dove, per iniziativa del ministro dell’Agricoltura Marcora è stato firmato l’accordo tra l’Associazione nazionale cereaisti – organo rappresentativo del commercio cerealicolo nazionale – e la Federconsorzi da una parte e l’associazione italiana allevatori ( assistita dalla confragricoltura, coldiretti e alleanza contadini) dall’altra, per la fornitura ad un prezzo massimo concordato e nelle quantità normalmente necessarie agli agricoltori, allevatori singoli o associati dei cereali foraggeri occorrenti ad assicurare la continuità della gestione aziendale e con essa la salvaguardia del nostro patrimonio zootecnico.
“Con l’accordo – è detto in un comunicato del ministero – vengono garantiti agli allevatori sia la disponibilità materiale dei cereali foraggeri sia i prezzi massimi entro i quali le vendite dovranno avvenire; prezzi ragionevolmente contenuti e in grado quindi di combattere i fenomeni speculativi in atto”.
Dalla Cee, intanto, arrivano cattive notizie sui raccolti agricoli.
Quello dei cereali risentirà in maniera notevole della siccità che ha colpito i “Nove” tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate scorsa, a quanto si è appreso oggi a Bruxelles da un rapporto dell’ufficio statistiche della Cee.
Pur promettendo che, allo stadio attuale, è impossibile calcolare in cifre il raccolto cerealicolo dei “Nove”, il rapporto afferma che la produzione dei cereali nella Cee si annuncia come la più bassa registrata dal 1970.
La siccità estrema del suolo non viene compensata che molto lentamente dalle piogge cadute negli ultimi tempi e perciò, viene precisato, bisogna aspettarsi una riduzione importante dei rendimenti dei cereali e una nuova riduzione delle superfici coltivate a patate.
Secondo gli esperti, allo stadio attuale la pioggia avrebbe soltanto un effetto negativo sui raccolti.
Soltanto il granoturco e le barbabietole da zucchero potrebbero trarre vantaggio da precipitazioni.
Per quanto riguarda l’Italia, il raccolto di grano è stato al momento calcolato in 9,34 milioni di tonnellate (nel 1975 era stato di 9,6 milioni di tonnellate mentre la media riferita agli anni 1970 – 74 è di 9,54 milioni di tonnellate), di cui il 63 per cento grano tenero e il 37 per cento grano duro.
STAMPA SERA 13 AGOSTO 1976
LA GRANDINATA DI LUNEDI’ SERA SULLE LANGHE
MILIARDI DI DANNI
COME INTERVENIRE?
FEISOGLIO 13 AGOSTO 1976
Agricoltori e amministratori dei comuni colpiti dalla violenta grandinata di lunedì scorso parteciperanno domani a Feisoglio ad una riunione indetta dalla Regione Piemonte per fare un bilancio dei danni provocati dal nubifragio e per studiare i modi d’intervento.
Saranno presentil il presidente della giunta regionale Avvocato Viglione e l’assessore all’Agricoltura, Ferraris, nonchè tecnici dell’ispettorato agrario e del genio civile che in questi giorni stanno effettundo sopralluoghi nelle zone colpite.
Per il momento non è ancora stata fatta una valutazione complessiva dei danni subiti nei 15 comuni devastati dalla grandine, da Serralunga d’Alba, Cravenzana, Torre Bormida, Cortemilia, ma è certo che essi sono gravissimi, nell’ordine di miliardi.
Il sindaco di Cravanzana, Giuseppe Fontana, sostiene; “La situazione si presenta peggiore rispetto alle prime valutazioni che avevamo fatto.
La grandine ha devastato le piante nei noccioleti e certamente ha compromesso anche il raccolto del prossimo anno.
Nelle nostre zone abbiamo numerose case isolate a causa di strade impraticabili.
La strada comunale Cravanzana – Ceretto langheè interrotta perchè la bufera ha distrutto completamente il ponte sul torrente.
Per riattivare l’arteria d’importanza notevole per la viabilità della zona occorrono diversi milioni.
“Anche a Torre Bormida – dice il sindaco Cesare Canonica – abbiamo le strade comunali a fondo rustico impraticabili.
Occorrono interventi straordinari.
Molte case hanno avuto il tetto scoperchiato, scorte di foraggio danneggiato”.
I danni maggiori, ovviamente, sono però costituiti dalle migliaia di ettari di vigneti preciati che hanno avuto il raccolto distrutto non solo per questo ma anche per l’anno venturo, dai noccioli e dalle colture varie distrutti.
Gli agricoltori chiedono interventi a fondo perduto, interventi che paiono indispensabili per la ripresa, specie delle piccole aziende che vivono esclusivamente di reddito agricolo.
Si ripropone poi in tutta la sua urgenza, un altro problema; quello della tutela dei raccolti.
Nelle zone colpite, appena il 5-10 per centi degli agricoltori risulta assicurato contro la grandine e spesso l’assicurazione è stata contratta solo in misura limitata, dato l’alto costo dei premi, anche se attraverso la costituzione di consorzi, i contadini hanno recentemente potuto usufruire di contributi dello stato e della Provincia.
Anche la sperimentazione di difesa attiva contro la grandine sembra non aver portato finora a risultati soddisfacenti.
Nelle zone colpite, nonostante la “mazza della grandine” e lo sconforto, vi è la volontà di continuare.
Ovunque la gente è al lavoro per riparare i danni, chi in campagna, chi per strada; altri lavorano sui tetti delle case scoperchiate.
Sono persone animate da buona volontà, spirito di rassegnazione ed attaccamento alla terra.
Sarebbe un vero peccato che questi valori non fossero tenuti presenti e venissero a mancare gli aiuti indispensabili in questo difficile momento.
Vi è poi da fare una precisazione.
Nelle zone colpite la distruzione è stata quasi completa.
Fortunatamente però nell’Albese la maggioranza dei raccolti sono rimasti intatti con ottime prospettive di vendemmia.
Non è quindi giusto generalizzare e parlare di vendemmia compromessa nelle Langhe.
16 AGOSTO 1976
LA STAMPA 17 AGOSTO 1976
TANTA PIOGGIA PER I FORZATI DEL MALINCONICO FERRAGOSTO
TEMPERATURE AUTUNNALI
Anche il Ferragosto 1976 è passato all’archivio, senza troppi rimpianti; una triste giornata di pioggia con temperature autunnali ha finito infatti per rovinare la festa sia ai gitanti del week end sia a chi, per un motivo o per l’altro, e i più a causa della crisi, è rimasto in città.
Semideserte nella amttinata grigia e nel primo pomeriggio, le strade si sono animate nel pomeriggio e all’imbrunire, quando centinaia e centinaia di “forzati” del Ferragosto hanno deciso che almeno al bar o al cinema non dovevano rinunciare.
LA STAMPA 17 AGOSTO 1976
MALGRADO IL TEMPO AVVERSO, INVASE SPIAGGE E MONTAGNE
FERRAGOSTO DA TUTTO ESAURITO
MA FREDDO CON MOLTA PIOGGIA
GENOVA 16 AGOSTO 1976
Ferragosto sotto la pioggia a Genova e nelle due riviere; è piovuto infatti, quasi ininterrottamente, nella giornata di domenica e soltanto nella serata il tempo si è schiarito.
I turisti che, calcolati in oltre un milione, hanno trascorso la festività in Liguria sono stati quindi costretti a restare negli alberghi e nei locali pubblici.
La pioggia, particolarmente intensa sul litorale, ha provocato rallentamenti nel traffico stradale, causando numerosi tamponamenti sulle autostrade, in special modo sulla corsia sud della Milano Genova, che è rimasta bloccata per circa un’ora.
Le precipitazioni, peraltro, non hanno arrecato grandi benefici alle riserve idriche degli acquedotti genovesi, da tempo in difficoltà per la diminuzione delle scorte.
Nel lago del Brugneto e in quello di Val di Noci sono caduti 28 millimetri di acqua, alla buusalletta 15 millimetri, 12 al lago del Gorzente e 32 nel bacino imbrifero dei torrenti Leira e Cerusa.
I tecnici calcolano che, dopo le piogge di ieri, gli acquedotti possano assicurare appena cinque giorni in più di acqua rispetto alle previsioni delle scorse settimane; per cui, se non vi saranno altre precipitazioni, a settembre l’acqua dovrà essere razionata.
Oggi la situazione meteorologica è migliorata, il sole è tornato a splendere, anche se la temperatura ha fatto registrare un lieve abbassamento.
Il traffico sulle autostrade è stato inferiore al previsto; secondo la polizia stradale, l’ondata del “grande rientro” avrà inizio non prima di due o tre giorni, per toccare la punta massima a fine settimana.
LA STAMPA 17 AGOSTO 1976
MIGLIAIA DI TURISTI A VENEZIA E FIRENZE
Soltanto il maltempo – un pò di pioggia al mattino e cielo coperto per tutta la giornata – ha turbato un Ferragosto quanto mai calmo a Milano ed in genere in tutta la Lombardia.
Per la “Stradake” poca tensione: il traffico è stato scarso in tutta la regione, con punte elevate soltanto nella zona dei laghi particolarmente affollata di turisti.
Il maltempo che imperversa sull’intera Emilia – Romagna sta provocando il ritorno anticipato a casa di villeggianti dalle località della riviera.
Ieri, per alcune ore, sull’Automare verso Bologna il traffico è stato intenso.
Code di auto si sono registrate in entrata ai caselli di Rimini e di altre località.
Sull’Autosole, in direzione Nord, il traffico è stato normale fino a Bologna, dove è aumentato per il flusso proveniente dal mare.
Piove anche a Bologna, dove sono ricomparsi giacche, giubbotti ed ombrelli.
“Tutto esaurito” negli alberghi e nelle pensioni di Venezia.
Il “centro storico” è stato affollato da decine di migliaia di turisti che ininterrottamente hanno raggiunto la città lagunare per trascorrervi il ferragosto.
Affollate, e quasi ovunque al completo, anche le spiagge, da Sottomarina al Lido di Venezia, Jesolo, Caorle, e Bibione, nonostante il cielo coperto e la minaccia di temporali.
Ferragosto fresco, grigio, con una spruzzata di pioggia in varie parti della Toscana.
A Firenze, come di consueto, le strade della periferia sono apparse deserte, prive del solito traffico; in centro, invece, gran movimento di turisti italiani e stranieri.
Dai primi accertamenti sembra che quest’anno l’affluenza abbia toccato cifre imponenti.
Molti i turisti anche a Siena, a Pisa, Lucca e negli altri centri turistici della regione.
Il movimento sulle strade della costa tirrenica è risultato abbastanza sostenuto, ma la maggior parte dei bagnanti ha dovuto rinunciare alla spiaggia.
Una ondata di maltempo si è abbattuta ieri sulle MARCHE, con piogge sparse e violenti temporali, uno dei quali ha interessato per un’ora la riviera del Conero, presso Ancona, causando allagamenti e danni in diverse località costiere.
La zona più colpita è quella di Marcelli di Numana, affollata località località balneare, dove negozi, strade e piani terreni in genere sono stati invasi in alcuni punti da circa mezzo metro d’acqua.
Danni hanno anche riportato alcuni “campings” a Portonovo e Porto Recanati.*
Ad Ancona in meno di un’ora sono caduti 30 millimetri di pioggia, accompagnata da fulmini molti dei quali si sono scaricati su antenne televisive e da raffiche di vento che a tratti hanno raggiunto i 70 chilometri orari.
I vigili del fuoco hanno avuto decine di chiamate anche dalle località vicine per smottamenti, scoppi di fognatura e allagamenti in genere.
E’ seriamente compromesso da una grandinata alla vigilia di Ferragosto e dal nubifragio di oggi il raccolto dell’uva nella zona del verdicchio di Jesi.
Tempo bello su tutta la Campania.
Si calcola che non meno di quattrocentomila napoletani si siano recati per ferragosto nelle località turistiche della regione.
Invase da bagnanti le spiagge di Marina grande e piccola a Capri.
Numerose anche le escursioni alla Grotta Azzurra.
Vi è stato quest’anno un aumento di turisti nell’isola.
Tutto esaurito sulle spiagge del Foro e di Nettuno.
Folla di turisti sul litorale Flegreo e su quello Domiziano da Pozzuoli e Baia Domizia.
Deserte autostrade e città, migliaia di auto posteggiate sulle strade che costeggiano il mare, affollate le località costiere e le spiagge di gitanti e di turisti stranieri; questa la principale caratteristica del Ferragosto in Sicilia, giornata trascorsa all’insegna del sole e del mare.
Sotto costa numerose imbarcazioni piccole e grandi, a motore, a vela e a remi, hanno incrociato per l’intera giornata in un mare piuttosto mosso.
Cielo coperto, vento di levante e caldo afoso hanno caratterizzato il ferragosto in Sardegna.
Qua e là c’è stato qualche spruzzo di pioggia.
Col trascorrere delle ore però il cielo si è aperto e con il sole le spiagge si sono affollate.
I cagliaritani si sono riversati in massa sulla spiaggia del Poetto, i sassaresi a Platamona e i nuoresi sulle montagne che circondano il capoluogo barbaricino.
Il traffico sulle strade è stato intenso ma non eccezionale e si è svolto senza incidenti di rilievo.
LA STAMPA 17 AGOSTO 1976
CENTOMILA “TRADITI” DAL MALTEMPO
AOSTA 16 AGOSTO 1976
Ferragosto con la pioggia; il tempo ha tradito le aspettative degli oltre centomila turisti ospiti della Valle d’Aosta nel più atteso week – end della stagione.
Anche i gitanti più avvezzi agli improvvisi cambiamenti d’umore del tempo e preparati ai rigori della montagna hanno dovuto rinunciare alle escursioni.
Cielo cupo, continui rovesci d’acqua e temperatura su valori quasi autunnali hanno costretto tutti a rimanere in casa.
Per molti la giornata è trascorsa in una vana attesa ( a tratti il cielo lasciava sperare in una schiarita) nelle pensioni e nelle Hall degli alberghi.
LA STAMPA 17 AGOSTO 1976
LA PIOGGIA E’ CADUTA INCESSANTEMENTE DAPPERTUTTO
UN FERRAGOSTO “AUTUNNALE”
A NOVARA UNICO SVAGO I CINEMATOGRAFI,
MA I TIFOSI NON HANNO RINUNCIATO A SEGUIRE GLI AZZURRI AD ARONA E GLI “AMICI DI MILANO” A VISITARE LA METROPOLI DESERTA
IN AUTO TRA LE BESTIE COME SULL’ARCA DI NOE’ A VARALLO POMBIA
SPORT E PESCIOLATA A PETTENASCO
CORSA IN BICICLETTA A BORGOTICINO
GIORNATA DI FOLCLORE IN VALLE ANZASCA
NEVE SUL ROSA
BLOCCATI 50 ALPINISTI AL RIFUGIO GNIFETTI
DA IERI TORNATO IL SOLE SUI LAGHI
NOVARA 16 AGOSTO 1976
Ai pochi novaresi rimasti in città il ferragosto non ha concesso molto, neanche una passeggiata.
La pioggia è caduta incessantemente, costringendo quasi tutti a una giornata “casalinga”.
Unica possibilità d’evasione i pochi cinematografi aperti che sono stati letteralmente presi d’assalto fin dalle prime ore del pomeriggio.
Per gli sportivi in serata c’era un appuntamento irrinunciabile: la gara d’esordio del Novara ad Arona.
Nonostante la pioggia battente, ieri sera una lunga fila di macchine si è recata nella cittadina del lago Maggiore, traendo anche favorevoli auspici dal maltempo; “Esordio bagnato, campionato fortunato”
Più fortunati i componenti del gruppo che si è recato a trascorrere il giorno di Ferragosto a Milano.
Si tratta di alcuni buontemponi novaresi che aprofittano della giornata per visitare la capitale lombarda, dove ieri il tempo era accettabile.
Anche lo zoo – safari di Varallo Pombia è stato una delle mete preferite.
Per visitarlo, infatti, è indispensabile restare in macchina e la giornata non invogliava certo ad andare a piedi.
Rovinate anche le feste paesane della Bassa Novarese.
Il previsto arrivo di spettatori da Novara non c’è stato.
Gli unici che hanno affrontato l’acqua con la baldanza dei loro 14 anni sono stati i 79 corridori ciclisti esordienti in una competizione che si è svolta nel pomeriggio di Ferragosto a Borgoticino.
Hanno percorso più volte il tratto Borgoticino – Bivio di Conturbia per circa 40 chilometri.
Per questi ragazzi l’uggioso Ferragosto del 1976 ha rappresentato l’esordio nello sport del pedale.
VERBANIA 16 AGOSTO 1976
Anche sul Lago Maggiore le manifestazioni programmate sono state sovvertite dalla pioggia e dai temporali.
L’improvviso maltempo e la temperatura quasi autunnale (massime ieri sui 19 gradi nei centri rivieraschi) hanno fatto rinviare le sagre popolari e religiose e gli spettacoli pirotecnici.
Il traffico sulle strade, ieri assai limitati, (come in una domenica di autunno – diceva la stradale) ha segnato un sensibile risveglio dalla tarda mattinata di oggi in poi, dopo il ritorno del sole.
Limitata, comunque, anche nel pomeriggio, l’affluenza alle piscine scoperte e alle spiagge.
Nel tuffo e nella nuotata in lago si sono cimentati, causa le acque molto fredde, solo pochi intrepidi ospiti stranieri.
OMEGNA 16 AGOSTO 1976
Anche nel Cusio clima tipicamente autunnale; ieri è piovuto, togliendo a numerosi turisti e villeggianti il piacere delle tradizionali scampagnate.
Nonostante il maltempo però i festeggiamenti predisposti da “Pettenasco Nostra” all’insegna dell’amicizia tra ospiti italiani e stranieri del lago d’Orta, hanno avuto un grosso successo.
Alle varie manifestazioni sportive hanno partecipato centinaia di giovani, con netta prevalenza di tedeschi e olandesi.
Ieri sera, per la pesciolata in piazza, sono state servite più di mille razioni.
Anche oggi il cielo è imbrocciato e, lungo la statale 229 del lago d’Orta si registra un traffico scorrevole che solo nelle ore serali si farà più intenso.
DOMODOSSOLA 16 AGOSTO 1976
Pioggia anche nelle vallo dell’Ossola.
Il Maltempo ha tenuto lontani i gitanti delle mete tradizionali e non c’è stato il consueto assalto a boschi e pinete.
Anche i turisti che affollano le località di villeggiatura hanno passato la giornata rintanati negli alberghi.
Nelle valli la pioggia è stata accompagnata da un brusco abbassamento della temperatura, piombata di colpo a valori autunnali; la gente ha dovuto togliere dagli armadi gli indumenti di lana.
Il maltempo ha mandato a monte quasi tutte le manifestazioni in programma nelle principali stazioni turistiche.
A Macugnaga la festa patronale si è svolta in tono dimesso: non c’è stata la tradizionale processione della Madonna Assunta per le vie del paese con la partecipazione delle guide alpine e delle ragazze nei costumi walser.
Anche il saggio di alpinismo delel guide al centro sportivo della stazione alpina è saltato.
Ha avuto invece molto successo la giornata del folclore della Valle Anzasca che si è tenuta nel tardo pomeriggio di sabato nella piazza di Staffa.
Vi hanno partecipato le milizie tradizionali di Bannio Anzino e Calasca Castiglione, il coro Monterosa del Cai di Macugnaga gruppi in costume da ogni centro della valle.
A Formazza il lancio di paradutisti del gruppo acrobatico Terme di Bognanco che avrebbero dovuto scendere a Riale, non ha potuto aver luogo per le pribitive condizioni del tempo.
Nella piazza di Santa maria Maggiore c’è stato invece il tradizionale spettacolo pirotecnico con i falò che simboleggiano la fine anticipata dell’estate in Val Vigezzo.
Ancora una volta i capricci del tempo hanno confermato la tradizione vigezzina, secondo la quale, subito dopo Ferragosto, la “valle dei pittori” assume i colori caldi e suggestivi dell’autunno.
Il movimento è stato dunque meno intenso degli anni scorsi e il volume degli affari di bar e ristoranti ne ha risentito.
Questo si spiega anche con il fatto cher Ferragosto è caduto di domenica e quindi molti hanno rinunciato alla tradizionale gita per il poco tempo a disposizione.
Da stamane è cominciato il “grande rientro”, verso i centri della pianura, che però non ha ancora assunto proporzioni tumultuose.
Le partenze saranno scaglionate nell’arco di questa settimana e questo dovrebbe evitare code e intasamenti lungo le strade delle valli.
Secondo le previsioni degli uffici turistici, l’esodo dovrebbe raggiungere la punta massima domenica sera.
VARALLO 16 AGOSTO 1976
In Valsesia centinaia di persone che stavano trascorrendo la vanza nelle località alpine hanno fatto rientro in anticipo a casa.
Nella giornata di ieri (è piovuto da mattina a sera) la temperatura si è abbassata su livelli autunnali.
Sul Monte Rosa una cinquantina di alpinisti che sabato aveva raggiunto il rifugio Gnifetti, tappa d’obbligo prima di effettuare le escursioni sulla montagna, nella giornata di ieri sono rimasti bloccati nella capanna a causa delle proibitive condizioni atmosferiche; è nevicato per tutta la giornata.
Solamente ieri mattina, approfittando di una schiarita, hanno potuto scendere ad Alagna Valsesia.
Sulle strade il traffico delle auto non è rilevante neppure nei punti – chiave di Varallo Sesia e Borgosesia.
LA STAMPA 17 AGOSTO 1976
CRONACHE DELLA LIGURIA
PIOGGIA GRANDINE E UNA DISASTROSA TROMBA D’ARIA A FERRAGOSTO
TANTA GENTE IN RIVIERA
“GRANDE ASSENTE” IL SOLE
PIOGGIA IN TUTTO IL SAVONESE
CIELO COPERTO ANCHE A SANREMO
TUTTO ESAURITO AD ALBENGA, PIETRA LIGURE E FINALE LIGURE
MOLTI INCIDENTI
SAVONA 16 AGOSTO 1976
L’incantesimo di Ferragosto è stato rotto dal maltempo.
I centri della Riviera sono zuppi ma, passato il 15 agosto, si parla ormai di rientro.
Qualcuno, visto che la pioggia stava rovinando il giorno più importante delle vacanze, ha pensato di anticipare il ritorno in città.
Traffico non intenso, ma costante sin dal mattino, sulla Savona – Torino e sulla Savona – Genova.
La pioggia ha causato un’impressionante serie d’incidenti stradali, soprattutto tamponamenti, molti dei quali con feriti.
FINALE LIGURE 16 AGOSTO 1976
Ferragisti con la pioggia per le centinaia di migliaia di turisti ospiti delle pricipali località balneari della Riviera savonese.
Il temporale, scatenatosi nel pomeriggio di ieri, oltre a rinfrescare sensibilmente la temperatura, ha costretto gli ospiti a disertare le spiagge.
Moltissimi si sono riversati nei locali pubblici, colmi fino all’inverosimile; altri sono rimasti in casa o nella hall dell’albergo per assistere ai programmi televisi o disputare una partita a carte.
Ovunque lungo la costa, da Spotorno a Laigueglia, si è registrato il tutto esaurito.
A Finale Ligure, anche nella centralissima piazza di Spagna, non è stato raro imbattersi in gruppi di persine che dormivano nelle proprie auto.
Così a Pietra Ligure, dove i 12 residence in funzione sono stati presi d’assalto, come, le pensioni e gli alberghi.
Affollatissimi anche i campeggio.
Ad Albenga chi non ha più trovato posto nei camping autorizzati, si è arrangiato come ha potuto e così improvvisate tendopoli sono sorte sulle spiagge, sulle discariche e nelle zone collinari.
IMPERIA 16 AGOSTO 1976
Il traffico dei veicoli sull’Autostrada dei Fiori ha fatto registrare, nelle giornate di ferragosto, “punte” record, tanto in direzione Francia che in quella opposta.
Secondo la polizia stradale, che è stata mobilitata al massimo, si è avuta una media giornaliera, su ogni senso, di 36 mila – 37 mila auto al giorno, nettamente superiore a quella registrata lo scorso anno.
Traffico normale invece, sulla Via Aurelia, dove non si sono verificati grossi intasamenti.
Crescono però le lamentele degli automobilisti per la scarsità di parcheggi nelle varie località.
Un elemento molto positivo riscontrato è che, nonostante la intensità del traffico, non si sono dovuti lamentare incidenti particolarmente gravi, salvo alcuni tamponamenti dovuti, soprattutto, alla pioggia.
Otto persone hanno dovuto essere ricoverate all’ospedale.
L’incidente più spettacolare si è avuto lungo la via aurelia, in regione Aregai.
Ieri pomeriggio due auto si sono scontrate frontalmente.
I cinque occupanti sono rimasti feriti.
SANREMO 16 AGOSTO 1976
Sanremo, rigurgitante di folla nelle strade durante le vacanze di Ferragosto, non ha registrato il “tutto esaurito” negli alberghi.
Perchè?
Lo spiega il presidente dell’Azienda di soggiorno e turismo Bruno Stilli: “E’ la conseguenza del fenomeno della “seconda” molto diffuso a Sanremo già da alcuni anni.
Va detto tuttavia che i grandi alberghi hanno lavorato quest’anno come non mai.
Si ritiene che abbiamo ospitato una clientela attratta daò cambio favorevole.
Anche il cliente facoltoso italiano è sceso nei grandi albeghi, sconsigliato dal cambio favorevole.
Ne hanno risentito invece – continua Stilli – gli altri hotels fino alle piccole pensioni.
Tutti coloro che hanno acquistato o affittato a Sanremo un appartamento sono venuti in occasione delle vacanze di Ferragosto, ospitando in moltissimi casi parenti e amici.
Certo hanno addirittura speculato affittando stanze a pagamento”.
Il tempo ha favorito solo in parte le vacanze; in questi giorni tratti di sole si sono alternati a improvvisi annuvolamenti.
LA STAMPA 17 AGOSTO 1976
CABINE SCOPERCHIATE
CASE ALLAGATE
PAURA E INGENTI DANNI A VARAZZE
ALLE 16,30 E’ COMINCIATO IL TEMPORALE,
SEGUITO DA FORTISSIME RAFFICHE DI VENTO
LE STRADE SI SONO TRASFORMATE IN TORRENTI
MOLTI ALBERI SRADICATI
TIMORE PER 3 GIOVANI IN BARCA
VARAZZE 16 AGOSTO 1976
Ferragosto davvero insolito, con un pò di paura, per 35 mila turisti ospiti di Varazze.
Ieri, poco dopo le 16,30, si è scatenato il finimondo; prima la grandine, poi una tromba d’aria e tanta, tanta pioggia durante un violento temporale.
Ingenti i danni che ammontano a parecchie decine di milioni.
La furia del vento ha scoperchiato cabine, sradicato alberi, gettato a terra rami, divelto cartelloni stradali.
Numerosissimi gli allagamenti nei riuni Solaro, Borgo e Camminata.
Decine e decine di negozi, abitazioni al piano terra, cantine, si sono riempiti d’acqua.
Vigili urbani, pompieri e carabinieri hanno lavorato fino a notte fonda per i soccorsi.
La giornata era cominciata male; tempo nuvoloso fin dall’alba.
Gli ospiti di Varazze, appena svegli, si erano resi conto che il Ferragosto non avrebbe potuto trascorrerlo in paniera tradizionale; sole, mare, giochi sulla spiaggia, balli all’aperto; ma certamente nessuno prevedeva un pomeriggio tanto agitato.
Ha cominciato la grandine a dare il primo allarme, poi, verso le 16,45, il violento acquazzone.
In pochi minuti le strade attorno al vecchio palazzo comunale si sono trasformate in torrenti.
Tra le più colpite via Sant’Ambrogio, via marconi, via campana, via monte grappa.
La tromba d’aria, improvvisa, ha fatto il resto.
Il vento fortissimo ha danneggiato quasi tutti gli stabilimenti balneari.
Fra i più colpiti, quelli dell’Azienda di soggiorno alla foce del Tetro, e i bagni del “Nautilus”.
Sono volate in aria tante cabine, c’è stata una vera strage di ombrelloni.
La furia del vento ha sradicato molti alberi: di fronte all’Hotel Genova di via Necagno, nel cortile delle scuole elementari di via Camogli.
Rami spezzati sono finiti sulla sede stradale dovunque, compreso la centralissima via Nazioni Unite.
Sono caduti anche alcuni cornicioni.
Finiti il temporale e la tromba d’aria è iniziato il conto dei danni.
I turisti, presi alla sprovvista, si sono rivolti al comando dei vigili urbani per avere aiuti.
Da Savona sono accorse le squadre dei pompieri che hanno comin ciato l’opera di prosciugamento.
Momenti di apprensione per il mancato ritorno di tre giovani, che si erano avventurati in mare, prima della tromba d’aria, a bordo di una barca, ma per fortuna hanno potuto raggiungere la riva più tardi, senza danni.
La copiosa e violenta pioggia e la tromba d’aria hanno interessato, anche se marginalmente, anche Celle Ligure e Albissola, dove i danni sono però quasi irrilevanti.
19 AGOSTO 1976
LA STAMPA 20 AGOSTO 1976
DECRETATO DAL PREFETTO DI RAVENNA LO STATO DI EMERGENZA
ALLAGAMENTI E FRANE SUL LITORALE ADRIATICO
DUE DONNE SONO MORTE TRAVOLTE DAL FANGO
I TORRENTI DELLE MARCHE SONO USCITI DAGLI ARGINI
NUMEROSI FERITI PER LA MAREA DI FANGO SULL’AUTOSTRADA FRA PESARO E CATTOLICA
IMBARCAZIONI AFFONDATE A BELLARIA, CATTOLICA, RIMINI, GABICCE
ANCONA 19 AGOSTO 1976
La serie ininterrotta di temporali che da tre giorni si abbattono sul litorale marchigiano ha provocato alluvioni in alcuni tratti costieri compresi tra Cattolica e Porto Recanati.
I campi sono allagati, le colture distrutte, i casolari isolati, strade e ferrovie interrotte da frane e smottamenti.
Uno di questi cedimenti ha causato anche due morti sull’autostrada A – 14, in località Ponte di Colombarone, tra i caselli di Pesaroe Cattolica.
Le vittime erano gitanti che rientravano dopo il Ferragosto.
Una è Angelina Tunioli, 64 anni, di Faenza, il cui corpo, travolto da una fiumana di fango, è stato trovato stamane alle 11, semisepolto e avvinghiato al guardrail dell’autostrada; viaggiava su una “128” con un familiare che si è salvato.
L’altra vittima è una ragazza di Foggia, Anna Elena Maria Troiani, 22 anni.
Fino a stasera, la polizia stradale cercava ancora gli occupanti di un’altra auto, una “124” targata Roma, condotta da Dino Marcaccini, con quattro persoe a bordo, tra cui un bambino di 8 anni che poco prima che la fiumana si abbattesse nella zona era rimasto isolato sul tetto dell’auto.
Questa sera si è saputo che il bimbo era stato salvato
Mentre la pioggia cadeva a dirotto, l’acqua che scendeva da Monte Luro, sopra l’autostrada, si è in un attimo trasformata in un fiume di fango detriti e sassi.
“In tre minuti eravamo con un metro d’acqua – ha raccontato la bottiglieri – e alcuni sono stati presi dal panico; chi è salito sul muricciolo della scarpata, chi sul guardrail chi sul tetto dell’auto.
Alcuni nuclei familiari si sono divisi.
Ricordo il bambino di Roma sul tetto dell’auto e la signora di Foggia che era rimasta invece isolata sullo spartitraffico, dalla parte opposta della strada, e invocava disperatamente aiuto.
Poi, a un tratto, è venuta giù un ondata di fango che ha trascinato le macchine e due persone nella campagna sottostante, per un tratto di trecento metri”.
RIMINI 19 AGOSTO 1976
Le piogge incessanti dei giorni scorsi hanno provocato lo straripamento di fiumi e torrenti sulla Riviera Adriatica, da Bellaria – Igea Marina a Rimini, Riccione, Cattolica, Gabicce.
Le campagne sono allagate, i raccolti rovinati.
Una grande ondata di piena si è precipitata dai torrenti tumultuosi nei vari porticanali della riviera, abbattendosi sui natanti all’ormeggio, per la massima parte imbarcazioni da diporto, di piccolo e medio tonnellaggio.
A Bellaria sono state danneggiate una decina di imbarcazioni, a Rimini una settantina ( di cui quindici affondate); a Cattolica e Gabicce una ottantina, (di cui dodici affondate), a Pesaro un centinaio (di cui venti affondate).
A San Giovanni in Marignano, i carabinieri di Riccione, con l’aiuto degli elicotteri della Guardia di Finanza e del quinto stormo di base a Rimini, hanno salvato una ventina di operai della Fornace Verni, che erano rimasti isolati nella fabbrica circondata da due metri d’acqua.
A Rimini e a Riccione, le rispettive amministrazioni comunali hanno costituito, di intesa con la prefettura, comitati d’emergenza, per il controllo della situazione.
Il prefetto di Ravenna ha decretato lo stato di emergenza, mobilitando vigili del fuoco, polizia e genio civile.
LA STAMPA SERA 20 AGOSTO 1976
RIENTRO DIFFICILE DALL’ADRIATICO
COLONNE IN MARCIA DOPO LA BUFERA
BOLOGNA – Su tutta la regione da stamane è tornato a splendere il sole.
Lungo la riviera romagnola si sta lavorando alacremente per riparare i gravissimi danni provocati ieri dal maltempo.
Un primo bilancio parla di condizioni particolarmente gravi a Cattolica, sul lungomare di Rimini e in qualche zona di Riccione, sommerso dalle acque dei fiumi straripati perchè il mare ingrossato non riceveva.
Il traffico verso il Nord è intenso e il centro operativo autostradale teme che sulla “A – 14”, a causa dell’interruzione provocata dalla frana fra Cattolica e Pesaro (la circolazione è stata riaperta con il doppio senso di marcia su una sola carreggiata), si possa giungere alla saturazione completa con chiusura dei caselli di entrata.
La situazione è veramente drammatica a Senigallia; due ponti che superano il fiume Misa, il quale divide la città in due, minacciano di crollare.
La piena li sottopone a uno sforzo enorme e l’acqua supera i parapetti.
I collegamenti tra le due parti della città sono interrotti.
E’ stato chiesto l’intervento di un reparto del Genio Fontieri dell’Esercito.
Anche il ponte sulla ferrovia sempre a Senigallia viene ritenuto pericolante e altre interruzioni della strada ferrata si sono verificate tra Senigallia e Marotta.
La probabile instabilità della galleria ferroviaria di Gradara ha indotto il dipartimento ferroviario di Ancona a dirottare il traffico verso Rimini – Bologna a Falconara; da qui infatti i treni proseguono per Foligno, Torontola, Chiusi e Firenze per raggiungere Bologna.
Forse per domani potrebbe funzionare un binario solo.
Nella campagna senigalliese cento famiglie di contadini abitanti in case rurali sono state tratte in salvo dai vigili del fuoco perchè venivano considerate in pericolo per l’allagamento di tutta la valle.
I turisti se ne sono andati in fretta ed hanno abbandonato quasi tutti i centri rivieraschi marchigiani.
Tutta la zona sul mare di Rimini è praticamente isolata per gli allagamenti che hanno reso impraticabili le strade.
Intanto stamane il corpo della terza vittima della spaventosa alluvione che si è abbattuta sulle Marche è stata recuperata dai vigili del fuoco.
La giovane donna, Gabriela Massaccio di 28 anni, era stata travolta ieri sera sotto gli occhi del padre Bruno e del fratello Antonio.
I torrenti in piena hanno anche gettato lo scompiglio nei porti adriatici.
Si sono rotti gli ormeggi di numerose imbarcazioni, che sono finite le une sulle altre, andando poi alla deriva.
Alcuni pescherecci sono affondati.
I danni sono rilevanti soprattutto nel porto di Cattolica, dove sfocia il torrente Tavillo, che ha provocato la frana sulla A 14.
situazione critica anche in diverse zone della Puglia, in particolare in provincia di Foggia e di Bari, dove si sono abbattuti nuovi temporali e grandinate.
20 AGOSTO 1976
LA STAMPA 21 AGOSTO 1976
SALITI A SEI I MORTI NELLE MARCHE
LA FURIA DEI FIUMI IN PIENA
TRE FRATELLI PERITI A CENTOBUCHI NEL TENTATIVO DI SALVARSI A VICENDA
ALLAGATA LA ZONA INDUSTRIALE DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO, LA STATALE ADRIATICA E LA FERROVIA INGENTI DANNI ALLE COLTURE
ANCONA 20 AGOSTO 1976
Nelle Marche è tornato il sole, ma è più pesante del il previsto il bilancio delle alluvioni provocate dai fiumi e dai torrenti in piena tra la notte di giovedì e stamane.
Mentre, infatti, nel Pesarese e nell’Anconetano le condizioni del tempo sono nettamente migliorate e il livello dei fiumi si è abbassato molto dopo gli straripamenti di giovedì nella parte meridionale della regione, soprattutto nel basso Ascolano, la pioggia è continuata fino a ieri sera, stamattina è straripato il Tronto, fra Porto d’Ascoli e Centobuchi di Monteprandone.
Le acque hanno invaso la statale Adriatica, la vicina linea ferroviaria Ancona – Pescara, che è rimasta interrotta, e poi le campagne circostanti, facendo purtroppo, altre vittime in un cascinale.
Sono tre fratelli di Centobuchi morti nel disperato tentativo di portarsi aiuto a vicenda.
I loro nomi: Maria, di 43 anni; Remo, di 45 anni, e Francesco Traini di 39 anni.
Vanno ad aggiungersi a quelli di Angelina Tunioli, di 65 anni, da Ravenna, e di Elena Maria Troiani, di 22 anni, da Foggia, le due donne travolte dalla piena del torrente Tavollo tra Pesaro e Cattolica, ieri mattina, mentre con altri automobilisti tentavano di ripararsi dal nubifragio sotto un cavalcavia dell’autostrada A – 14.
il corpo di un’altra vittima dell’alluvione, Gabriella Massacci, di 28 anni, è stato recuperato stamane alle 7, presso Senigallia.
La donna, investita ieri sera alle 20,30 dalla seconda ondata di piena del fiume Misa mentre rincasa con un ciclomotore, era stata trascinata via dalle acque.
La salma è stata ritrovata, dopo una notte di ricerche, nei pressi della chiesetta di Borgo Picchia, a tre chilometri dall’abitato.
Le vittime delle alluvioni nelle Marche sono quindi sei.
Nelle prime ore di stamane, in una cascina di Centobuchi, quando è arrivata la piena del Tronto, Maria Traini era rimasta impigliata nella scaletta di accesso, a due metri dall’imboccatura, di un pozzo artesiano.
In suo soccorso sono intervenuti i fratelli Remo e Francesco, che però sono precipitati assieme alla sorella nel fondo della cisterna, per circa dieci metri, travolti dall’acqua.
I vigili del fuoco hanno estratto le tre salme nella mattinata.
Il Tronto ha rotto gli argini a monte e a valle della A – 14, presso lo svincolo di Porto d’Ascoli, allagando con circa un metro d’acqua centinaia di ettari, l’intera zona industriale di San Benedetto del Tronto; la statale adriatica e la ferrovia.
Nel pomeriggio di oggi, i treni dal Sud erano ancora deviati a Pescara per Roma, mentre i passeggeri diretti al Nord effettuavano il trasbordo tra Giulianova e San Benedetto del Tronto.
Sulla rete viaria, la circolazione era tornata, invece, perssochè normale.
Dei danni causati dagli straripamenti alle colture agricole, al bestiame, agli stabilimenti, ai negozi, alle attrezzature costiere ed alle imbarcazioni, molte delle quali sonoa ffondate nei porti – rifugio che spesso coincidono con le foci dei fiumi marchigiani, un calcolo esatto non è ancora possibile, ma i dati che arrivano all’ente Regione sono impressionanti.
Soltanto il Misa, che ieri presso Senigallia scaricava a mare cinquecento metri cubi d’acqua al secondo, rispetto al 15 – 20 normali, quando è straripato ha invaso dai sei ai settemila ettari di terreno, in pratica, i due terzi dell’intero territorio comunale di Senigallia.
Una sola cooperativa di produttori agricoli della zona di San benedetto, stamane, per la piena del Tronto ha avuto danni per oltre trecento milioni; ma sono centinaia i contadini, gli artigiani, la gente più modesta delle Marche, che hanno visto il proprio lavoro e gli strumenti della propria azienda portati via dall’acqua.
Quasi tutti i fiumi della regione sono usciti dagli argini dopo le piogge degli ultimui tre giorni; non c’è provincia marchigiana che non abbia avuto i suoi comuni segnati dalla piena.
Senza parlare del turismo e delle attività connesse.
Le spiagge, infatti, sono ingombre di tutto ciò che i torrenti hanno rovesciato a mare.
21 AGOSTO 1976
TORINO: 122 MILLIMETRI DI PIOGGIA
LA STAMPA SERA 21 AGOSTO 1976
TORINO
Le condizioni meteorologiche registrate nel mese di agosto in Piemonte e in valle d’Aosta sono state all’insegna dell’incertezza.
Dopo un inizio abbastanza promettente si è avuto, a partire dalla seconda settimana, un clima quasi autunnale con nuvolosità persistente e continue precipitazioni temporalesche.
In alcune zone del Piemonte, nel Cuneese in particolare, si sono abbattuti veri e propri nubifragi che hanno provocato ingenti danni.
La temperatura ha registrato minime quasi eccezionali.
Nella città di Torino, sino ad oggi, sono caduti 122 millimetri di pioggia, contro gli 86 millimetri dell’anno scorso.
22 AGOSTO 1976
LA STAMPA SERA 23 AGOSTO 1976
TEMPO INCERTO
ANCORA FREDDO AL NORD
Caldo al sud e temperature autunnali al Nord.
A Torino alle ore 16,30 il termometro segnava 16 gradi.
Perturbazioni atlantiche, attraversando l’Europa centro – settentrionale, estendono saltuariamente la loro influenza all’Italia.
Su tutte le regioni ampie zone di sereno saranno intervallate da annuvolamenti soprattutto nelle ore pomeridiane.
Manifestazioni temporalesche si avranno più frequentemente sulle regioni settentrionali e sulle regioni adriatiche nell’ultima settimana d’agosto.
Il tempo dovrebbe migliorare alle soglie di settembre, anche se continueranno i temporali sparsi e la temperatura potrà diminuire in alcune zone.
Su tutte le regioni si avranno condizioni di cielo in prevalenza poco nuvoloso.
Addensamenti temporanei accompagnati da fenomeni temporaleschi saranno più probabili sulle regioni meridionali e nelle zone interne dell’Italia centro – meridionale.
La temperatura sarà intorno ai valori medi, con temporanee diminuzioni sulle regioni adriatiche e meridionali.
26 AGOSTO 1976
CHE SETE NEL DESERTO DI LONDRA!
LONDRA 26 AGOSTO 1976
Un sole africano continua ad arroventare la Gran Bretagna colpita da una siccità le cui ripercussioni economiche dureranno fino al prossimo anno.
Quella che fino a qualche settimana fa era ancora una piacevole, insolita e quasi eccitante “ondata di caldo” è ora una presenza nemica che, dopo aver già ferito dolorosamente l’agricoltura e l’ambiente naturale, sta per danneggiare l’industria e imporre a tutti sacrifici e prifazioni.
Il governo ha preannunciato oggi la possibilità di un “severo razionamento” nell’immensa area di Londra e in altre città a ottobre; sarà forse necessariom dimezzare il consumo.
Da una settimana l’erogazione dell’acqua nel Galles meridionale è sospesa per 17 ore al giorno.
Soltanto lunghe e generose piogge salveranno i britannici da rigorosi razionamenti;
ma molte rinunce e difficoltà sono ormai inevitabili.
Neppure un settembre tenacemente piovoso potrebbe più spegnere la grande sete nazionale, ci vorranno molti mesi, forse tutto l’inverno e la prossima primavera.
Lord Nugent, presidente del National Water Council, è decisamente pessimista e ha dichiatato: “I primi 12 o 15 centimetri di pioggia saranno assorbiti dalla terra riarsa, o non vi penetreranno nemmeno.
Avremmo bisogno di almeno 50 centimetri, ma li riceveremo?
Ne dubito.
E’ quasi il doppio di quanto il cielo ci manda durante l’inverno.
Potrebbero passare due inverni prima che il sistema idrico sotterraneo torni alla normalità”.
E’ la più drammatica siccità degli ultimi 500 anni.
27 AGOSTO 1976
LA STAMPA 28 AGOSTO 1976
INGHILTERRA: EUROFORIA PER UN PO’ DI PIOGGIA
MA I DANNI DELLA SICCITA’ RESTANO
MOLTI CITTADINI HANNO RACCOLTO L’ACQUA CADUTA (SOLO PER 4 MINUTI)
RITO PROPIZIATORIO DI UN “GURU” NEL QUARTIERE INDIANO DI LONDRA
LONDRA 27 AGOSTO 1976
Per la prima volta da 28 giorni una pioggerellina è caduta su Londra, sull’Inghilterra meridionale, sul Belgio e sulla Danimarca, dove da un secolo non si era registrato un periodo così lungo di siccità.
Le poche gocce d’acqua cadute “non bagneranno neanche la polvere”, ha osservato un funzionario meteorologico di Londra, mentre le precipitazioni in Danimarca e Olanda sono state più consistenti.
In Inghilterra la precipitazione più abbondante si è avuta a Manston, a sud di Londra, con 1,2 millimetri.
In Gran Bretagna il ritorno alla normalità delle riserve richiederebbe 500 millimetri di pioggia, cosa che persino per un paese piovoso come questo è impossibile sperare così tardi nell’anno.
La media annuale della Gran Bretagna è di 854 millimetri.
Nei primi sei mesi del 1976 è caduto solo un terzo della pioggia media degli ultimi cinque anni per il primo semestre.
All’aeroporto londinese di Heathrow il personale delle aviolinee e i passeggeri durante la pioggerellina ( durata quattro minuti) sono corsi fuori degli edifici per manifrstare la loro gioia applaudendo alle nubi.
Nel sobborgo di Wembley (Londra Occidentale), mole donne si sono precipitare nei cortili con contenitori di plastica per raccogliere la pioggia in vista del razionamento dell’acqua già preannunciato dal governo.
Quasi ovunque l’arrivo della pioggia, sia pure scarso, è stato accolto da manifestazioni di euforia.
I negozi hanno fatto affari d’oro con la vendita di recipienti di ogni tipo per raccogliere l’acqua piovana.
Proprio ieri fli asiatici residenti nella Little India, quartiere di West London dove c’è una comunità di immigrati, avevano fatto venire dal Punjab il Sihk Guru Jagat Singh Ji per presenziare ad una cerimonia propiziatrice della pioggia.
La pioggia, comunque ha fatto molto poco sulle foreste e sul sottobosco in fiamme dell’Inghilterra meridionale e del Galles dove centinaia di vigili del fuoco da giorni sono impegnati a spegnere grossi incendi.
Le fiamme divampavano nel sottobosco e minacciavano la foresta di Radnor, una delle più fitte zone di vegetazione del Galles.
28 AGOSTO 1976
LA STAMPA 29 AGOSTO 1976
IN APPRENSIONE GLI SFOLLATI PERCHE’ RITARDA IL RITORNO A CASA
RINVIATO A SEVESO PER LA FITTA PIOGGIA
L’ESPERIMENTO DI BONIFICA IN “ZONA A”
SEVESO 28 AGOSTO 1976
La pioggia, caduta abbondante durante la notte e per gran parte della mattinata odierna, ha bloccato le sperimentazione che la “Givaudan” sta tentando per disinquinare la zona “A” contaminata dalla nube tossica dell'”Icmesa” di Meda; mancando il sole, la bonifica con emulsione di olio d’oliva e cicloesanone è impossibile perchè venendo a mancare l’elemento fondamentale, i raggi luminosi che (secondo gli esperti svizzeri) a contatto con lo strato oleoso provocherebbe la fotodecomposizione della diossina.
30 AGOSTO 1976
STAMPA SERA – 30 AGOSTO 1976
TROPPA PIOGGIA
TORINO 30 AGOSTO 1976
Piove ininterrottamente su gran parte del Piemonte da Sabato sera.
L’Ufficio meteorologico segnala la caduta in 24 ore di oltre 85 millimetri; in tutto il mese nel 1975 la precipitazione era stata di 86 millimetri.
In città si sono verificati allagamenti di cantine e intasamenti di scarichi stradali; i vigili del fuoco hanno compiuto una quarantina di interventi.
Diversi semafori sono rimasti bloccati.
I treni delle linee di Genova e Savona hanno subito ieri sera un ritardo circa un’ora e mezzo.
Verso le 20, infatti, è stato segnalato un cedimento della massicciata, con caduta di pietre, al bivio del Lingotto.
Tutti i convogli sono stati bloccati.
Si temeva infatti che la pioggia avesse provocato smottamenti.
L’esame dei tecnici ha però dato esito negativo.
Tuttavia per precauzione, i treni hanno ripreso a viaggiare “pilotati” da personale della squadra tecnica.
L’interruzione, incominciata alle 20, è terminata alle 21,30.
29 AGOSTO 1976
FRANE E ALLAGAMENTI
FUGA DI TURISTI
PER I TEMPORALI
DALLA LIGURIA
GENOVA 29 AGOSTO 1976
Un violento nubifragio s’è abbattuto da ieri notte su Genova e sulla Liguria: in serata continua a piovere con violenza.
Complessivamente sono caduti oltre 40 millimetri di pioggia, sufficienti secondo un primo calcolo approssimativo, a risolovere il problema idrico che cominciava ad assillare il capoluogo ligure, ed il suo Hinterland.
Si parlava infatti d’un possibile programma di razionamento e di erogazione ridotta.
Adesso il problema dovrebbe essere chiuso.
La pioggia ha causato una serie di danni ed allagamenti, per fortuna senza coinvolgere le persone.
Stamane però, per una serie di tamponamenti e per il parziale allagamento della sede stradale sull’autostrada Genova Sestri Levante si è creata una coda di auto lunga 14 chilometri.
Nel pomeriggio s’è allagata anche la Genova – Savona nel tratto Arenzano Voltri: la polizia stradale ha dovuto dirottare il traffico sull’aurelia, si sono registrati anche in questo caso code e ingorghi.
In città ci sono state decine di chiamate ai vigili del fuoco per allagamenti, smottamenti e piccole frane: la luce è mancata in molti quartieri a tratti; numerosi incidenti, anche qui solo alle vetture, sulla strada sopraelevata che unisce il centro al ponente di Genova.
SAVONA 29 AGOSTO 1976
La pioggia ha posto fine alle vacanze di migliaia e migliaia di piemontesi e lombardi.
Questa sera un traffico intensissimo e caotico, con code di chilometri, ha paralizzato la Ventimiglia – Savona costringendo i dirigenti dell’autostrada a chiudere i caselli di Pietra Ligure, Finale Ligure e Spotorno.
Traffico intenso con intasamenti anche sulla Savona – Torino.
ALBENGA 29 AGOSTO 1976
La pioggia violenta ed incessante ha battuto per tutta la giornata anche l’Albenganese provocando un rallentamento del traffico automobilistico.
Si sono registrati alcuni incidenti stradali con soli danni alle vetture.
30 AGOSTO 1976
LA STAMPA SERA 30 AGOSTO 1976
IL TEMPO CHE FA
AGOSTO CON SOPRABITO E DI NOTTE: COPERTA!
IN PIEMONTE, LIGURIA E SULLE ALTRE REGIONI SETTENTRIONALI PIOVE ORMAI ININTERROTTAMENTE DA SABATO
CHE COSA PROMETTONO DA OGGI GLI ESPERTI?
Su tutto il Piemonte e in molte regioni del settentrione piove ininterrottamente da sabato.
La temperatura è autunnale.
Molti ricorrono non soltanto ai golf di lana ma addirittura al soprabito.
Ed è ancora agosto!
Queste piogge dipendono dalla presenza sulla pianura padana di un fronte freddo, che procede lentamente verso sud – est.
Per oggi il servizio meteorologico dell’aeronautica prevede il possibile manifestarsi di nuovi piovaschi, specialmente nel primo pomeriggio e nelle zone prealpine.
Già domani la nuvolosità dovrebbe dimunuire mentre si dovrebbe tenere costante sull’arco alpino.
Per effetto di una corrente di aria umida proveniente da sud – ovest, anche la temperatura dovrebbe sensibilmente migliorare nei prossimi giorni.
Sinora si è mantenuta ampiamente sotto le medie stagionali.
La pressione atmosferica si mantiene invece intorno ai valori normali.
31 AGOSTO 1976
LA STAMPA SERA 1 SETTEMBRE 1976
ONDATA DI MALTEMPO
DECINE DI SEMAFORI SONO ANDATI IN CRISI
TORINO 31 AGOSTO 1976
Tuoni e fulmini per mezza nottata e stamane, per i torinesi più mattinieri, l’antipatica sorpresa di un risveglio nel buio fitto.
Decisamente, questi primi giorni dopo il rientro non sono fatti per indurre all’ottimismo.
Trascorse alla meno peggio le vacanze tra un mare per lo più grigio e una montagna troppo spesso nebbiosa, adesso la città sembra ostinarsi a regalare il peggio sia dell’estate che dell’autunno: una serie ininterrotta di temporali violenti un tempo tipici del gran caldo, mescolata ad un’aria fredda e ad un cielo spento che sono certo la “primizia” più squallida della nuova stagione urbana.
Gli esperti di meteorologia, comunque inclinano all’ottimismo.
Forse proprio perchè peggio di così non può andare, sono sicuri che il tempo, questione di 24 ore o poco più, inizierà a migliorare.
In attesa della schiarita rimangono intanto le tracce di una notte in cui si è dormito poco e male, mentre la mattinata continua grigia e piovosa in tutta la provincia, rischiarata soltanto da qualche lampo all’orizzonte.
In più, per gli automobilisti delle prime ore della giornata, il solito intoppo dei semafori fuori servizio.
Già alle otto però la situazione era tornata praticamente normale.
Merito dei nuovi impianti, dotati di un interuttore che, quando si crea nel circuito un sovraccarico di tensione, scatta e disinserisce il semaforo.
LA STAMPA SERA 1 SETTEMBRE 1976
ONDATA DI MALTEMPO
GUASTO A TROFARELLO
TRENI IN FORTE RITARDO
TROFARELLO 31 AGOSTO 1976
Il temporale che ha imperversato tra le quattro e mezzoe le cinque con particolare violenza, proseguendo poi per tutta la mattinata di oggi, ha avuto il suo epicentro in provincia, tra Carmagnola, Moncalieri e Trofarello.
I vigili del fuoco sono dovuti intervenire per numerose chiamate: si segnalavano allagamenti, intasamenti e, nella zona di Carmagnola, crolli di piante: alcuni alberi, colpiti da fulmini o a causa di smottamenti provocati dalla intensa pioggia, si sono abbattuti su strade o viottoli.
Ritardi hanno suvito anche molti treni, sulla linea Asti – Torino: tra Trofarello e Moncalieri dalle cinque si è interrotta completamente la segnaletica, probabilmente a causa di un corto circuito.
I convogli provenienti da Piacenza, Alessandria e Savona hanno potuto proseguire, seppure con estrema lentezza; i ritardi negli arrivi a Porta Nuova sono stamane di un’ora e mezzo, due ore.
Traffico diffilcotoso, ovviamente, anche in senso inverso.
Nessun guasto di rilievo, invece, alla linea elettrica e agli scambi.
Le squadre di operai addetti alla manutenzione sono alla ricerca del punto esatto dove si è verificato il corto circuito che ha bloccato tutti i semafori in quel tratto.
La causa si può far risalire a un fulmine o a un’infiltrazione d’acqua.
Il traffico ferroviario dovrebbe tornare normale nelle prossime ore.
Non si segnalano difficoltà particolari su altre linee.
LA STAMPA SERA 1 SETTEMBRE 1976
GRANDINE A TRINO
MILIARDI DI DANNI
TRINO VERCELLESE 31 AGOSTO 1976
Centinaia di piccole aziende risicole sono finite sul lastrico a causa della violenta grandinata che si è abbattuta la scorsa notte su Fontanetto Po, Palazzolo e Trino Vercellese.
I danni ammontano ad alcuni miliardi.
“Nemmeno la grandinata del 1952 – hanno detto gli agricoltori più anziani – è paragonabile a quella dell’altra notte.
I chicchi di grandine grossi come noci hanno distrutto i raccolti”.
Il temporale, accompagnato da una violenta tromba d’aria, si è scatenato sul territorio di Fontanetto, ha poi raggiunto Palazzolo e Trino Vercellese.
A Fontanetto, la grandine ha distrutto duemila giornate di terreno a riso, provocando danni che si aggirano attorno agli 800 milioni.
“Un duro colpo per l’economia locale – hanno commentato amaramente gli agricoltori fontanettesi.
Il lavoro, le fatiche e le speranze di un anno distrutte in un baleno”.
Le località Roncale e Cascina motta sono tra le più disastrate.
Palazzolo, un centro di 1650 e con circa un centinaio di piccole aziende agricole, è il centro che ha subito i danni maggiori.
Circa tremila giornate piemontesi di terreno a riso sono andate distrutte, con danni che dalle prime valutazioni dei tecnici e coltivatori locali si aggirano sul miliardo e duecento milioni.
Sul paese si è abbattuta anche una tromba d’aria che ha scoperchiato numerose case.
A Trino Vercellese, sono stati danneggiati alcuni edifici sulla statale per Vercelli, in località Bosco della Partecipanza.
Nel centro del paese, circa metà del tetto del condominio Duca d’Aosta è stato spazzato via dal vento.
Nelle campagne, la grandine ha distrutto completamente i raccolti.
LA STAMPA 1 SETTEMBRE 1976
CRONACHE DELLA LIGURIA
VIGNETI, OLIVETI E PIANTE DA FRUTTA DISTRUTTI
GRANDINATA SULLE ALTURE FINALESI
E IN VALBORMIDA:
GRAVISSIMI DANNI
FINALE LIGURE 31 AGOSTO 1976
Una grandinata si è abbattuta nel pomeriggio di oggi nell’entroterra finalese, causando in pochi minuti gravissimi danni alla campagna.
Il paese maggiormente colpito è Olle, piccola frazione abitata da contadini che vivono ancora dei frutti della terra.
La burrasca è giunta all’improvviso, verso le 16.
“cominciavamo a preparare tini e bigonce per l’imminente vendiammia che si preannunciava abbastanza buona – dicono i contadini di Olle – .
Ed ecco che in pochi attimi tutte le nostre fatiche sono andate in fumo”.
Anche gli uliveti hanno subito danni gravissimi.
I viottoli, nelle campagne, sono apparsi, dopo il temporale, cosparsi di grappoli d’uva e dei tralci di vite.
Calice Ligure, già colpito da una forte grandinata nella scorsa primavera, che causò danni per miliardi, ha subito oggi un altro “colpo”.
“avevo le finestre del mio esercizio aperte – dice Giacomo Viola, che oltre a gestire a Calice Ligure un rinomato ristorante, coltiva anche diversi terreni – chicchi molto grossi battevano sui davanzali con estrema violenza.
Nelle campagne, la grandinata ha distrutto quel poco che si era salvato nella scorsa primavera”.
“sono accorso nei miei campi – dice Mario Cerro – migliaia di pomodori sono andati distrutti come i grappoli d’uva.
I frutti sono irrecuperabili”.
BARDINETO 31 AGOSTO 1976
Una violenta grandinata si è abbattuta nel primo pomeriggio su bardineto.
In pochi minuti strade e campagne si sono imbiancate, la temperatura si è fatta rigida.
Si è trattato di un temporale tanto improvviso quanto violento che ha interessato solo marginalmente l’alta Valle del Bormida e molto di più l’entroterra del Finalese.
Nella bassa Balle del Bormida invece scende una fitta pioggia che rende particolarmente insidiosa la circolazione.
Per il momento non vi sono tuttavia incidenti stradali.
Ingenti i danni all’agricoltura a bardineto.
Il raccolto delle castagne e della frutta (qui tardiva insieme ad alcune colture di ortaggi) è parzialmente compromesso.
DATI DI MILANO BRERA GIUGNO 1976
giugno | TEMPERATURE | |||
GIORNO | MAX | MIN | MEDIA | MM |
1 | 29,8 | 17 | 23,4 | 0 |
2 | 26 | 18,2 | 22,1 | 0 |
3 | 25 | 15,8 | 20,4 | 0,8 |
4 | 22,4 | 14,2 | 18,3 | 2,6 |
5 | 19,8 | 13,1 | 16,45 | 1,2 |
6 | 24 | 14,6 | 19,3 | 0 |
7 | 27,9 | 15,6 | 21,75 | 0 |
8 | 30 | 17,2 | 23,6 | 0 |
9 | 31,1 | 19,7 | 25,4 | 0 |
10 | 31,9 | 19,4 | 25,65 | 0 |
11 | 31,4 | 19,8 | 25,6 | 0,2 |
12 | 30,1 | 19,1 | 24,6 | 5,6 |
13 | 31,2 | 20,9 | 26,05 | 0 |
14 | 32,8 | 21,2 | 27 | 0 |
15 | 30,5 | 20,6 | 25,55 | 0 |
16 | 30,5 | 20,6 | 25,55 | 0 |
17 | 25 | 18,8 | 21,9 | 0 |
18 | 28 | 18 | 23 | 0 |
19 | 30 | 18 | 24 | 0 |
20 | 31,8 | 19,6 | 25,7 | 0 |
21 | 32 | 21 | 26,5 | 0 |
22 | 32,9 | 22,8 | 27,85 | 0 |
23 | 32,2 | 21,2 | 26,7 | 31,8 |
24 | 30,2 | 18,6 | 24,4 | 0,2 |
25 | 29,1 | 21,5 | 25,3 | 1,6 |
26 | 30 | 18,6 | 24,3 | 0 |
27 | 30,6 | 20,6 | 25,6 | 1,6 |
28 | 28,8 | 19 | 23,9 | 3,2 |
29 | 31,4 | 20,2 | 25,8 | 0 |
30 | 33,5 | 22,5 | 28 | 0 |
31 | #DIV/0! | |||
29,33 | 18,91 | 24,12 | 48,8 |
DATI DI MILANO BRERA LUGLIO 1976
GIORNO | MAX | MIN | MEDIA | MM |
1 | 33,4 | 23,6 | 28,5 | 0 |
2 | 33,6 | 22,2 | 27,9 | 0 |
3 | 32,8 | 21,6 | 27,2 | 0 |
4 | 32,6 | 20,8 | 26,7 | 0 |
5 | 32,4 | 22,8 | 27,6 | 0 |
6 | 33 | 21 | 27 | 0 |
7 | 31 | 21,4 | 26,2 | 0 |
8 | 31,6 | 20 | 25,8 | 0 |
9 | 32,8 | 21,8 | 27,3 | 0 |
10 | 33 | 22 | 27,5 | 0 |
11 | 33,6 | 23,8 | 28,7 | 0 |
12 | 27,6 | 21 | 24,3 | 12,8 |
13 | 29,8 | 22,2 | 26 | 0 |
14 | 33,4 | 19,6 | 26,5 | 0 |
15 | 33,6 | 23,2 | 28,4 | 0 |
16 | 34,2 | 23,8 | 29 | 0 |
17 | 35 | 25 | 30 | 0 |
18 | 32,2 | 23,6 | 27,9 | 0 |
19 | 29,6 | 20,8 | 25,2 | 1,6 |
20 | 29,8 | 19 | 24,4 | 7,6 |
21 | 30,6 | 19,4 | 25 | 0 |
22 | 19,6 | 16,8 | 18,2 | 9,4 |
23 | 25,8 | 15 | 20,4 | 3,6 |
24 | 30,4 | 18,2 | 24,3 | 0 |
25 | 24,4 | 15,6 | 20 | 5,4 |
26 | 24,4 | 17 | 20,7 | 0 |
27 | 24,4 | 16,4 | 20,4 | 0 |
28 | 29,5 | 18,7 | 24,1 | 0 |
29 | 32,2 | 21 | 26,6 | 0 |
30 | 28 | 20,4 | 24,2 | 0 |
31 | 26,2 | 19,2 | 22,7 | 1,8 |
30,34 | 20,55 | 25,44 | 42,2 |
DATI DI MILANO BRERA AGOSTO 1976
GIORNO | MAX | MIN | MEDIA | MM |
1 | 27,6 | 17,8 | 22,7 | 0,2 |
2 | 25,4 | 17 | 21,2 | 12,6 |
3 | 27 | 17 | 22 | 0 |
4 | 28 | 18,8 | 23,4 | 0 |
5 | 30 | 18,6 | 24,3 | 0 |
6 | 27,2 | 17,8 | 22,5 | 0 |
7 | 28,4 | 18 | 23,2 | 0 |
8 | 29 | 19 | 24 | 0 |
9 | 24,8 | 17,8 | 21,3 | 10,2 |
10 | 24 | 16,4 | 20,2 | 30,8 |
11 | 25,6 | 16 | 20,8 | 74,8 |
12 | 27,4 | 18,2 | 22,8 | 0 |
13 | 25,4 | 16,4 | 20,9 | 34,4 |
14 | 26,2 | 18,6 | 22,4 | 0 |
15 | 22 | 19 | 20,5 | 3,8 |
16 | 23 | 16,8 | 19,9 | 2,2 |
17 | 24 | 17,2 | 20,6 | 3,2 |
18 | 23,4 | 16,2 | 19,8 | 0 |
19 | 24,6 | 14,8 | 19,7 | 0 |
20 | 26,8 | 15,8 | 21,3 | 0 |
21 | 27,2 | 16 | 21,6 | 0 |
22 | 24,4 | 16,6 | 20,5 | 0 |
23 | 23,8 | 15,6 | 19,7 | 0 |
24 | 26,2 | 16,2 | 21,2 | 0 |
25 | 26,6 | 18 | 22,3 | 0 |
26 | 26,6 | 18,4 | 22,5 | 0 |
27 | 26,6 | 18,2 | 22,4 | 0 |
28 | 21,4 | 16 | 18,7 | 9,8 |
29 | 20,2 | 17,2 | 18,7 | 23,8 |
30 | 22,6 | 15,5 | 19,05 | 2,2 |
31 | 23,9 | 13,2 | 18,55 | 15,7 |
25,46 | 17,04 | 21,25 | 223,7 |
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