Come si è cominciato a dire da circa un mese a questa parte, l’assetto circolatorio nord emisferico ha subito un brusco cambiamento rispetto alla situazione precedente. Vediamo oggi di capire se questa mutata situazione possa protrarsi e condizionare la circolazione nei prossimi mesi. A questo proposito possiamo anzitutto osservare come le proiezioni di un riscaldamento delle zone orientali ENSO venga ampiamente confermato dal prestigioso modello cfs v2:
Senza rientrare nello specifico (di questo si è già discussi), questo cambiamento di configurazione sul Pacifico tropicale, non depone a favore della stazionarietà dell’onda planetaria Pacifica che, come sappiamo, costituisce il presupposto fondamentale per avere un assetto sul nostro continente favorevole al “dinamismo”.
Come al solito le SST extratropicali rappresentano lo specchio di detto cambiamento dello schema circolatorio. Di seguito riportiamo la situazione delle SSTA relativa rispettivamente alla situazione precedente (di inizio luglio) e a quella attuale:
Da questo confronto si può ben notare come, oltre i sub-tropici , sia il Pacifico che l’Atlantico (sedi di attività delle due onde planetarie maggiori) abbiano subito un brusco riscaldamento. E grazie al C.A.T.S.O. (Covenction Atlantic Tropical Semi Oscillation) in queste zone le anomalie negative si formano principalmente per fenomeni di upwelling dovuti alla ventilazione indotta in condizioni di getto estremamente perturbato dall’azione “ficcante” delle onde. Al contrario le anomalie positive si presentano in condizioni di getto indisturbato e molto basso sugli stessi settori per parziale o completa assenza di stazionarietà d’onda planetaria:
E’ inutile rimarcare il fatto che in condizioni di onda planetaria inibita (debole o assente stazionarietà) l’hp oceanico tende a distendersi con frequenza sui paralleli, con conseguente clima generalmente secco sull’Europa centro-meridionale.
Come detto in fase iniziale, il quadro teleconnettivo non depone a favore di un cambio significativo (ovvero duraturo a livello medio) di pattern generale. A tal proposito, in prospettiva della stagione futura, è doveroso citare la situazione attuale della QBO:
Come si vede nella stratosfera equatoriale ci troviamo in piena fase discendente della QBO westerly che, come noto, favorisce una circolazione tropicale discendente (circolazione meridionale QBO-indotta), la quale tende ad interferire con il regime della BDC. In poche parole (in futuro questi interessantissimi argomenti verranno ampiamente trattati in appositi lavori), la cella QBO indotta in fase QBO+ porta ad un’inibizione dei moti ascendenti nelle regioni tropico-equatoriali (pacifico euqatoriali), i quali, per requisiti di continuità di massa, costituiscono l’ “alimentazione primaria” dell’onda planetaria (che in queste condizioni più difficilmente riesce ad assumere caratteri di discreta stazionarietà; ciò si traduce in aumento dello wavenumber). Sempre per ragioni molto complesse, e che pertanto tratteremo in appositi spazi, la bassa attività solare produce degli effetti nella stratosfera tropico-equatoriale in “antitesi” con quelli derivanti dalla circolazione QBO-indotta nella sua fase westerly.
Ovviamente il condizionamento da QBO+ tenderà a farsi sentire maggiormente con l’avanzare del tempo (in accordo con l’approfondirsi del VPS).
Si vuole precisare che la presente analisi ha una valenza a scala generale (ovvero a livello medio). Quello che si vuole pertanto sottolineare è che il quadro teleconnettivo non depone, mediamente, a favore di una stagione discretamente dinamica. Ciò non toglie che, soprattutto in una prima fase, non possano verificarsi episodi comunque interessanti. Tra l’altro il periodo autunnale (come quello primaverile), trattandosi di un periodo di marcata transizione (approfondimento dei gradienti e nascita del VPS) risulta il periodo più “instabile” e pertanto più difficilmente prevedibile.
Per concludere vi anticipiamo che il pattern dominante che il vortice assume nel periodo autunnale (ottobre in particolare) costituisce l’elemento più fortemente predittivo per il successivo inverno. Sulla base di ciò si fonda il nostro nuovo indice che ad oggi costituisce l’indice più predittivo che esiste a livello mondiale e che presenteremo a breve. Per ora non ci resta che augurare a tutti un buon Ferragosto ed un buon proseguimento delle ferie estive.