I magneti più potenti dell’universo, le cosiddetta magnetar, non sono sole come si pensava ma hanno una stella ‘amica’, grazie alla quale sono nate. E’ risolto così il mistero, che dura da 35 anni, sulla formazione delle magnetar, bizzarri resti super-densi delle esplosioni di supernova, i magneti più potenti dell’universo.
La scoperta, pubblicata sulla rivista Astronomy and Astrophysics, è stata possibile grazie al Vlt (Very Large Telescope) dell’Eso (European Southern Observatory), in Cile. Aver trovato per la prima volta la stella compagna di una magnetar aiuta a capire come si formino questi oggi e perchè non collassino in un buco nero, come sarebbe prevedibile. L’attenzione dei ricercatori, coordinati da Simon Clark della Open University, si è concentrata sull’ammasso stellare Westerlund 1, che si trova a circa 16.000 anni luce dalla Terra, nella costellazione australe dell’Ara, e contiene una delle circa venti magnetar note nella Via Lattea. Si chiama CXOU J164710.2-455216 e ha stupito profondamente gli astronomi.
”Nel nostro lavoro precedente abbiamo dimostrato che la magnetar dell’ammasso Westerlund 1 – spiega Clark – deve essere nata dalla morte esplosiva di una stella di massa pari a circa 40 volte quella del Sole. Ma stelle così massicce dovrebbero collassare in un buco nero dopo la propria morte, non in una stella di neutroni. Non capivamo come avesse potuto diventare una magnetar”. Per risolvere questo rompicapo gli astronomi hanno pensato che la magnetar si fosse formata attraverso l’interazione di due stelle molto massicce in orbita l’una intorno all’altra in un sistema doppio, così compatto che sarebbe contenuto dall’orbita della Terra intorno al Sole.
Ma finora nessuna compagna era stata rilevata alla posizione della magnetar in Westerlund 1, perciò gli astronomi hanno usato il Vlt per cercarla in altre zone dell’ammasso. E cercando una stella in fuga, cioè oggetti che sfuggono dall’ammasso ad alta velocità, hanno trovato la stella Westerlund 1-5, che si comporta proprio così e sono riusciti a ricostruire la storia della vita della stella che ha permesso alla magnetar di formarsi, al posto del buco nero previsto.
Fonte:Ansa.it