Arrestare il riscaldamento globale a lungo termine a 1,5-2 gradi potrebbe essere più difficile di quanto si pensasse in precedenza. Anche con l’attuazione dei piani stabiliti nell’accordo di Parigi, rimane il rischio che il pianeta entri in uno stato di “terra di serra” attraverso vari processi di feedback. Un tempo così caldo significherebbe temperature da 4 a 5 gradi più alte, un livello del mare da 10 a 60 metri a salire.
A questa conclusione è giunto un team internazionale di scienziati in un nuovo studio, gli “Atti ufficiale National Academy of Sciences (PNAS)”.
Gli autori dello studio considerano dieci processi di feedback naturale, alcuni dei quali sono collegati ai cosiddetti elementi di inclinazione nel sistema Terra. Attraversando soglie critiche, la terra potrebbe diventare fondamentalmente diversa.
– Il permafrost potrebbe scongelarsi. Il risultato: ancora più gas serra che riscaldano la terra.
– Potrebbe esserci un aumento della respirazione batterica negli oceani.
– La foresta pluviale amazzonica e le foreste boreali potrebbero morire.
– Il manto nevoso nell’emisfero settentrionale potrebbe ridursi.
– Il ghiaccio marino artico e antartico e le grandi calotte di ghiaccio potrebbero ridursi.
Queste conseguenze del riscaldamento agiscono come domino. Se uno di questi è inclinato, questo elemento spinge la terra verso un altro punto critico. Potrebbe essere molto difficile o addirittura impossibile impedire all’intera serie di domino di crollare. Alcuni luoghi sulla Terra potrebbero diventare inabitabili, afferma Johan Rockström, direttore del Stockholm Resilience Centre e designato co-direttore dell’Istituto di Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico.
La riduzione dei gas serra non è sufficiente
Per migliorare le possibilità di evitare un “clima più caldo”, c’è bisogno non solo di una riduzione di anidride carbonica e di altri gas ad effetto serra ma un miglioramento delle foreste , una migliore gestione agricola e del suolo, e la conservazione della biodiversità e delle tecnologie in grado di limitare le emissioni di anidride carbonica.
A cura di Centra Massimo
Vanni Aldrovandi
…….nel frattempo che tutto prenda piede, la Groenlandia continua ad aumentare i spessori dei propri ghiacci e l’Antartide scoppia di salute in questi anni cosi “Caldi”, rimanendo costantemente in media o anche sopra con l’estensione dei propri ghiacci invernali e anche con quelli estivi! Sono le due risorse più ricche di ghiaccio del nostro pianeta che con la fusione dei propri ghiacciai, farebbero alzare in modo esponenziale il livello del mare, mi sa che tali annunci disastrosi rimarranno solo in forma teorica per moltissimi anni ancora, nelle teste dei soliti noti!!!!