di Stefania De Francesco
Inondazioni-killer in mezzo secolo hanno fatto strage. Sono state 1.760 le vittime (762 morti, 67 dispersi, 931 feriti) fra il 1960 e il 2012, con tutte le regioni d’Italia colpite: 541 inondazioni in 451 località di 388 Comuni. Cinquant’anni raccontati nel Catalogo storico degli eventi geo-idrologici realizzato dall’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche (Irpi-Cnr) e dal Dipartimento della protezione civile. Che parlano anche di 812 frane in 747 località di 536 Comuni con 5.368 vittime (3.413 morti compresi i 1.917 dell’evento del Vajont del 1963, 14 dispersi, 1.941 feriti).
Volendo, ci si può spingere ancora più indietro nel catalogo e risalire oltre il millennio, con numeri da vertigine: 1.346 inondazioni fra il 589 e il 2012, con più di 42.000 vittime e 1.040 località colpite; 1.676 frane avvenute fra l’843 e il 2012, che hanno causato oltre 17.500 tra morti, feriti e dispersi in almeno 1.450 località.
L’Italia e’ fragile. L’82% dei Comuni e’ esposto a rischio idrogeologico e oltre 5 milioni e 700mila sono i cittadini vivono in un’area di potenziale pericolo, ricorda l’ultimo rapporto Ance Cresme che ha numeri impietosi: in cento anni ci sono state 12.600 vittime tra morti, dispersi o feriti e piu’ di 700mila sfollati per colpa di un’urbanizzazione selvaggia, di case e capannoni costruiti troppo vicino a fiumi o in aree ad alto rischio di dissesto idrogeologico. Ma ciò che si perpetua è l’edilizia selvaggia e sconcertante, secondo il rapporto, è l’alto grado di rischio di scuole e ospedali: una scuola su dieci, cioe’ 6.400 edifici su 64.800 totali, sorge in un’area a rischio frana o alluvione mentre sono 550 le strutture ospedaliere in ‘zona rossa’; 46.000 le industrie in aree pericolose e se si contano anche uffici, negozi e altre attivita’ si sale a 460.000.
Il costo complessivo dei danni provocati da terremoti, frane e alluvioni, dal 1944 a oggi e’ stato pari a 242,5 miliardi di euro, circa 3,5 miliardi all’anno mentre ne sarebbe servita solo la meta’ per la prevenzione, sottolinea il rapporto.
Il 41% degli italiani considera frane e alluvioni una minaccia, secondo un’indagine sulla percezione dei rischi di eventi calamitosi commissionata dall’Irpi-Cnr alla Doxa tra gennaio e febbraio 2013 su un campione di 3.126 persone. E in Veneto a dire di temere per la propria incolumità è stato il 46%. A provocare frane e alluvioni sono cattiva gestione del territorio per il 28% del campione, abusivismo edilizio (25%), abbandono del territorio (16%), cambiamenti climatici (16%) e caratteristiche geomorfologiche del territorio (9%).
Fonte: Ansa.it