Editoriali — 08 Gennaio 2015

Chi di voi ci segue assiduamente, di sicuro si ricorderà che in un nostro recente articolo, avevamo individuato una particolare manovra in fase di svolgimento nella stratosfera polare che, se fosse andata a buon fine, avrebbe potuto dar sostegno alla partenza vera dell’inverno. Ad oltre 10 giorni di distanza cosa è cambiato lassù nell’alto dei cieli (polari)?

Per prima cosa abbiamo preso atto che la fase di ripresa delle correnti temperate occidentali è andata a buon fine, ma su questo non avevamo dubbi. Anche il riscaldamento della stratosfera polare è andato a buon fine, come si evince dalla figura numero 1. Nel frattempo però il flusso di carburante necessario ad erigere lungo i meridiani l’anticiclone atlantico e a farlo convergere verso la circolazione polare onde completare la scissione del relativo vortice si è “temporaneamente interrotto”. Questo proprio a causa del coricamento lungo i paralleli dello stesso anticiclone.

hovmollerTutto finito? Non proprio. Tecnicamente stiamo parlando di un evento stratosferico minore, noto come Minor Warming che, pur non pretendendo di imprimere gli sconquassi del fratello maggiore (il Midwinter Major Warming), darà comunque il suo contributo a ravvivare la circolazione meridiana a partire dalla metà del mese, con il possibile inserimento di una saccatura polare sull’Europa e sull’Italia.

La prova del nove la ritroviamo nel diagramma di Hovmoller che ci mostra la traslazione dei treni d’onda sul piano isobarico di 300hPa, circa 9 mila metri (figura 2), dove notiamo i seguenti particolari: con le frecce rosse è indicano il possibile trasferimento del blocco anticiclonico sul comparto orientale europeo e sulla Russia. Con le frecce azzurre notiamo il calo dei geopotenziali sull’Europa occidentale e il possibile intervento della saccatura polare appena citata.

Attenzione: abbiamo scritto che i flussi di calore diretti lungo i meridiani atlantici si mjo3sono “temporaneamente” interrotti. L’asso nella manica sarà il transito dell’attività convettiva tropicale dal Pacifico occidentale verso quello orientale, come si evince dalla media d’ensemble riferita all’Oscillazione di Madden e Julian(figura numero 3). Questo innescherebbe la ripartenza dei flussi di calore che, dalla regione caraibica, ritenteranno di alimentare l’alta pressione atlantica, guidandone lo sviluppo lungo i meridiani. Riuscirà a convergere verso il Polo e a smuovere quel blocco di aria freddissima che aspetta solo di rotolare verso le medie latitudini europee?

Questo sarà l’interrogativo che dovremo risolvere nel corso delle prossime analisi.

spaghi4In concreto: per ora è importante tenere a mente che, come da tempo avevamo delineato, a partire dalla seconda metà di gennaio si prevede un rilassamento della circolazione circumpolare a tutte le quote. Questo potrà significare aver maggiori possibilità di irruzioni d’aria fredda verso le medie latitudini, a tutto vantaggio di un avvio finalmente  normale dell’inverno (figura numero 4). Non sono attese particolari ondate di gelo sull’Italia, ma un ritorno nella norma stagionale sarà senz’altro gradito, anche dalla natura, che si aspetta freddo e anche un po’ di neve per svernare.

In seguito potremo avere a che fare con una circolazione polare sempre più disturbata, con possibili sorprese, anche di un certo spessore, ma che al momento sono ancora tutte da capire.

E soprattutto mi preme farvi comprendere, carissimi lettori,  che la stagione è ancora lunga da venire e, se una rondine non fa primavera, figuriamoci se fa l’inverno.

Luca Angelini

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