Curiosità dal Mondo & Misteri — 26 Agosto 2016

Erik il Rosso la vide verde perché tale era ed è tutt’ora nella zona dove si stabilì con i suoi, quindi il mito che quel lembo di terra della Groenlandia sia testimone di diffuso scioglimento del ghiaccio in epoche certamente estranee al global warming è ampiamente sfatato. Che poi ci si siano trovati bene perché per un certo periodo – noto come Periodo Caldo Medioevale – la zona è stata un po’ meno ostile è un fatto, come lo è che al sopraggiungere della Piccola Età Glaciale, gli insediamenti, che già non erano proprio prosperi, sono stati abbandonati.

Dura a cambiare la Groenlandia a quanto pare, almeno da quando la deriva dei continenti l’ha piazzata dov’è. Tanto che da recenti studi effettuati su carote di ghiaccio provenienti sia dalla parte meridionale che da quella settentrionale dell’isola, si evince che il ghiaccio non è mai scomparso totalmente, neanche durante l’interglaciale noto per essere stato più caldo dell’attuale (130.000 ani fa) o durante quello più lungo di cui si ha notizia (430.000) anni fa.

Setting a chronology for the basal ice at Dye-3 and GRIP: Implications for the long-term stability of the Greenland Ice Sheet

Quindi nuove tecniche di datazione dei dati proxy di quella parte di mondo raccontano che contro i ghiacci della Groenlandia, nulla hanno potuto il caldo più caldo e quello più lungo. L’implicazione per la stabilità di lungo periodo del ghiaccio della Groenlandia non è banale, perché è appunto il ghiaccio sulla terraferma ad avere un ruolo potenzialmente importante per le variazioni del livello dei mari.

Questo non spazza via i presagi di sventura ma forse li ridimensiona un bel po’, specie perché si parla di “interglaciale più caldo dell’attuale”. Ehm…e come mai?

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Piccola nota aggiuntiva. Visto che si parla di interglaciali, e l’alternanza tra fasi glaciali e interglaciali è di origine astronomica, può forse essere interessante questa carrellata di lavori più o meno recenti in cui è stato studiata e individuata una possibile relazione tra l’attività solare e le temperature degli oceani. Così, giusto per mettere ancora un po’ di incertezza nella scienza “definita” del clima CO2 dipendente.

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COMMENTO IN PAGINA:

un po’ di osservazioni:
dunque, nella zona in questione io ci sono stato, nell’agosto di 2 anni fa;
in agosto il lembo di terra prospiciente la costa è libero da ghiacci, ma nelle immediate vicinanze, ci sono imponenti lingue glaciali (le parti più meridionali e terminali della calotta glaciale che copre tutta l’isola) che arrivano a poche decine di metri dal mare, oltre ad un elevato numero di grossi iceberg nei fiordi di fronte al villaggio e nelle zone adiacenti; le deformazioni evidenti del suolo sono per altro chiara testimonianza dell’alternarsi di periodi di gelo e non;
per testimonianza diretta di chi ci vive e lavora (poche decine di persone, tra gestori di un rifugio campo base per escursioni e spedizioni, a pescatori), in inverno anche il tratto di fiordo di fronte al villaggio in questione è ghiacciato, e la T° di giorno non sale quasi mai sopra lo 0°, quindi forse o la nordica famiglia “Rossi” arrivò in piena estate, ma non è dato saperlo, o forse effettivamente un po’ meno ostile l’ambiente rispetto ad oggi doveva esserlo;

per i curiosi, le foto del mio viaggio le trovate qui:
http://www.max-pagano.com/photogallery/
cercando la cartella GREENLAND sotto la voce “01_Travels-Nature”

altra cosa:
un anno fa o poco più su queste pagine abbiamo commentato un po’ tutti alquanto meravigliati e interessati, uno studio sull’inlandis groenlandese corredato di ricostruzioni 3d dello spessore, dove si diceva chiaramente che il ghiaccio più antico risale a non più di 100.000 anni fa (e tutti ci chiedevamo che fine avesse fatto il ghiaccio accumulatosi sull’isola da almeno 3 milioni di anni a questa parte);

nel lavoro da te linkato qui sopra invece arrivano a datazioni di circa 970.000 anni fa (con un margine di incertezza di circa 150.000 anni);

mi sfugge qualcosa….

AttivitàSolare

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