La primavera suscita luoghi comuni che molto spesso danno una errata interpretazione del tempo che ci si potrebbe aspettare. Tutto ti potresti aspettare infatti dalla primavera fuorchè la nebbia. E invece non è vero, perchè la nebbia non è solo prerogativa dell’inverno o, per lo meno, lo è solo in determinate zone, in particolare quelle pianeggianti e di fondovalle.
Il fenomeno della nebbia in pianura è dovuto essenzialmente all’irraggiamento notturno, che in condizioni di cielo sereno e aria calma, porta a intensa perdita di calore nei bassi strati, dove l’umidità prossima al suolo va a condensazione e crea appunto questa meteora. In primavera questo fenomeno avviene con meno frequenza sulle zone di pianura e su quelle continentali in genere, considerando sia il maggior rimescolamento dei bassi strati e le temperature certamente più elevate rispetto all’inverno.
In primavera la nebbia è invece molto più frequente sia sul mare (le celebri nebbie costiere) che sui grandi laghi. I bacini marittimi e lacustri in questo periodo dell’anno sono colmi di acqua fredda. Le temperature superficiali delle acque infatti raggiungono proprio in questo periodo i valori più bassi di tutto l’anno. Le masse d’aria più tiepide e umide che vi passano in caso di venti (deboli o moderati) o che vi stazionano sopra in determinate situazioni di calma di vento, tendono a portare a condensazione l’umidità che evapora dal pelo dell’acqua, dando luogo al noto fenomeno delle nebbie costiere o nebbie di avvezione. Avvezione sta infatti per “trasporto”, quindi si tratta in buona sostanza di nebbia trasportata dalle superfici marittime o lacustri verso la terraferma e non prodotta su quest’ultima.
Dunque, un fenomeno uguale ma che si origina per vie diverse. Una diversità che fa il bello e il cattivo tempo nella stagione più dinamica e capricciosa dell’anno, la primavera.
Luca Angelini per Meteoservice.net