Climatologia — 22 Marzo 2016

La primavera suscita luoghi comuni che molto spesso danno una errata interpretazione del tempo che ci si potrebbe aspettare. Tutto ti potresti aspettare infatti dalla primavera fuorchè la nebbia. E invece non è vero, perchè la nebbia non è solo prerogativa dell’inverno o, per lo meno, lo è solo in determinate zone, in particolare quelle pianeggianti e di fondovalle.

Il fenomeno della nebbia in pianura è dovuto essenzialmente all’irraggiamento notturno, che in condizioni di cielo sereno e aria calma, porta a intensa perdita di calore nei bassi strati, dove l’umidità prossima al suolo va a condensazione e crea appunto questa meteora. In primavera questo fenomeno avviene con meno frequenza sulle zone di pianura e su quelle continentali in genere, considerando sia il maggior rimescolamento dei bassi strati e le temperature certamente più elevate rispetto all’inverno.

In primavera la nebbia è invece molto più frequente sia sul mare (le celebri nebbie costiere) che sui grandi laghi. I bacini marittimi e lacustri in questo periodo dell’anno sono colmi di acqua fredda. Le temperature superficiali delle acque infatti raggiungono proprio in questo periodo i valori più bassi di tutto l’anno. Le masse d’aria più tiepide e umide che vi passano in caso di venti (deboli o moderati) o che vi stazionano sopra in determinate situazioni di calma di vento, tendono a portare a condensazione l’umidità che evapora dal pelo dell’acqua, dando luogo al noto fenomeno delle nebbie costiere o nebbie di avvezione. Avvezione sta infatti per “trasporto”, quindi si tratta in buona sostanza di nebbia trasportata dalle superfici marittime o lacustri verso la terraferma e non prodotta su quest’ultima.

Dunque, un fenomeno uguale ma che si origina per vie diverse. Una diversità che fa il bello e il cattivo tempo nella stagione più dinamica e capricciosa dell’anno, la primavera.

 

 

 

 

Luca Angelini per Meteoservice.net

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