Sono stati i cambiamenti climatici dovuti alle variazioni dell’orbita terrestre a spingere l’uomo fuori dall’Africa e a popolare l’intero pianeta in 4 differenti migrazioni. La conferma arriva da simulazioni fatte sotto la guida di Axel Timmermann e Tobias Friedrich, dell’universita’ delle Hawaii a Manoa, e pubblicate sulla rivista Nature, ma i dati suggeriscono anche che l’arrivo dell’Homo Sapiens in Europa sarebbe dovuta avvenire ben 40.000 anni prima di quanto accertato finora.
Al puzzle delle migrazioni umane si aggiungono pero’ ora anche nuove tessere, con una serie di 4 studi, pubblicati sullo stesso numero di Nature. I lavori sono il frutto dell’analisi genetica fatta su ben 280 diverse popolazioni moderne e permetteranno di capire meglio la storia delle migrazioni dei nostri antenati.
“Che le migrazioni delle popolazioni umane abbiano preso il via dall’Africa a ondate e’ ormai assodato”, ha spiegato Marco Peresani, docente di docente di Culture del Paleolitico all’Universita’ di Ferrara . “A dimostrarlo – ha aggiunto Peresani – ci sono prove archeologiche e indicazioni arrivate da indagini genetiche sempre piu’ sofisticate e a dare una spinta a questi movimenti furono di certo eventi climatici come le glaciazioni”.
Molti dettagli di questi movimenti rimangono pero’ ancora dubbi, ad esempio la datazione precisa dei primi uomini che arrivarono in America, e i dati certi (quelli archeologici) non sempre sono compatibili con le simulazioni al computer. Secondo lo studio dei ricercatori americani la prima migrazione dell’Homo sapiens a partire dall’Africa sareI risultati arrivano simulando i possibili movimenti degli uomini in considerazione degli ambienti modificati negli anni dal clima. Motore principale, secondo lo studio, furono i lenti ma costanti movimenti dell’asse di rotazione terrestre che seguono cicli di decine di migliaia di anni. Le simulazioni si accordano molto bene con gran parte dei ritrovamenti archeologici, indicando ad esempio l’arrivo dell’uomo in Cina gia’ 90mila anni fa e circa 60mila in Australia, ma sono molto discordanti per quanto riguarda l’Europa.
Secondo lo studio, l’arrivo sarebbe dovuto avvenire almeno 80mila anni fa “ma i resti piu’ antichi di Homo sapiens sono di 41mila anni fa, trovati in Italia – ha spiegato Peresani – e il dato e’ una certezza”. Una ‘discrepanza‘ che gli stessi autori cercano di giustificare spiegando che forse i primi Sapiens verso l’Europa erano in piccolo numero e potrebbero essere stati assimilati dalle popolazioni che gia’ vi risiedevano, ossia i Neanderthal.
Fonte: Ansa.it