Il gestore al lavoro per avviare la stagione entro giugno: «Una cosa mai vista, ma batteremo un sentiero e aspettiamo gli escursionisti»
di Andrea Selva
VAL DI FASSA. Lodovico Vaia ha 67 anni e ne ha passati 50 lavorando in montagna (gli ultimi venti al rifugio Boè) eppure così tanta neve a giugno non la ricorda: «Capita spesso di spalare un po’ di neve quand’è ora di aprire il rifugio -racconta – ma una situazione del genere proprio non mi si era mai presentata».
Lassù al Boè, a quota 2.873 metri sul livello del mare, uno dei più alti delle Dolomiti, la neve arriva al tetto. Martedì scorso Vaia è salito in elicottero per un sopralluogo e si è trovato di fronte una scena surreale: un tramonto estivo (erano quasi le 8 di sera) sopra una distesa di neve immacolata. In alcuni punti, dove la neve è stata accumulata dal vento, il manto è profondo anche quattro, cinque, sei metri. Impossibile atterrare, visto il rischio di affondare nella neve con il piccolo elicottero. Vaia quindi tornerà in quota oggi per cominciare un lavoro duro che gli consentirà di aprire la stagione entro il mese di giugno, forse il 26.
«Con me saliranno alcuni amici che mi aiuteranno a spalare attorno al rifugio» spiega. «Poi bisognerà far partire il generatore di corrente e cercare di mettere in funzione l’impianto idrico. In queste condizioni il lavoro sarà parecchio e faticoso, ma ho sempre aperto il rifugio in giugno e lo farò anche quest’anno per tutti quelli che vorranno venire a godersi una stagione davvero inconsueta. Non capita spesso (direi mai) di veder tramontare il sole la sera tardi su una distesa di neve. E garantisco che ci si abbronza più che al mare».
Livio Noldin, della Sat (proprietaria del rifugio) conferma che per godere uno scenario del genere, in estate, bisogna andare sul Monte Bianco: «Speriamo che gli escursionisti siano incuriositi da questa stagione unica, anche se la montagna non va sottovalutata e bisogna essere equipaggiati in modo adeguato».
Quindi attenzione: in questo periodo, quando il gruppo del Sella è ancora coperto di neve, sarà meglio evitare il sentiero tradizionale che raggiunge il rifugio Boè dal Sass Pordoi. Vaia traccerà infatti una pista alternativa che sarà segnalata da paletti di legno, esattamente quelli che l’ente gestione strade utilizza sui tornanti del passo Pordoi. Il gestore del rifugio e i suoi amici batteranno quindi una pista con le ciaspole. E anche gli escursionisti sarà meglio che arrivino in quota con le ciaspole, perché la consistenza del manto nevoso cambia durante il giorno: può capitare di trovare un sentiero “duro” al mattino e di sprofondare nel pomeriggio. Sicuramente ci saranno molti scialpinisti. Ad accoglierli, come sempre, Lodovico Vaia, che poi sarà raggiunto dalla moglie Leandrina e dalle figlie Elisa e Valentina: «Sono entrambe laureate ma non rinunciano alla stagione estiva su al Boè».
Fonte:
http://altoadige.gelocal.it/cronaca/2013/06/14/news/mai-tanta-neve-sul-boe-ma-noi-apriamo-lo-stesso-1.7257982