Riportiamo questo articolo di mario giuliacci
http://www.meteogiuliacci.it/articoli/quando-arrivera-il-freddo–ecco-una-ragionevole-ipotesi.html
L’inverno 2013-2014 ha fino ora tenuto un profilo non certo invernale perché è mancato il suo ingrediente principale, il freddo.
Ma del resto questo andamento “poco invernale” del primo scorcio della stagione era stato già previsto sia dal nostro portale (vedi http://www.meteogiuliacci.it/articoli/inverno-2013-2014-in-parte-freddo-e-nevoso-ecco-le-motivazioni-della-previsione.html ) sia dall’indice sperimentale OPI (vedi http://www.meteogiuliacci.it/articoli/october-pattern-index-opi-forecast-per-la-stagione-invernale-2013-2014-primi-resoconti-aggiornamenti-e-nuovi-importanti-sviluppi-della-ricerca.html ).
L’unico segnale veramente invernale si può cogliere nelle abbondanti nevicate che hanno interessato le regioni alpine nei giorni appena passati.
Però sia la nostra proiezione invernale sia quelle dell’indice OPI prevedevano l’arrivo del freddo nella seconda parte della stagione
Sarà così?
Coloro che non fossero interessati alla disquisizione tecnico-scientifica, possono andare direttamente alle conclusioni a fondo pagina.
Ebbene le certezze quando ci si addentra in un campo…minato come le previsioni stagionali, non le possiede nessuno, però il nostro aggiornamento sulla probabile evoluzione del mese di gennaio 2014 sembra confermare le ipostesi già a suo tempo formulate.
Ecco al riguardo qui di seguito “le pezze d’appoggio”, dedotte sulla base di una un’analisi retrospettiva degli inverni recenti che hanno avuto indici prognostici e start molto simili a quelli dell’inverno in corso.
Nella fig.1 è riportato il più probabile andamento delle correnti a 500 hPa per il periodo 1-15 gennaio, mentre nella fig.2 sono riportate le corrispondenti anomalie circolatorie rispetto al periodo 1981-2010. Da queste due mappe è evidente la presenza di una struttura anticiclonica sul Mediterraneo centro-occidentale. Se fosse così, allora fino alla prima parte di gennaio l’inverno non si dovrebbe scostare dall’andamento fin ora tenuto.
Nelle figg.3 e 4 sono invece riportate la più probabile struttura circolatoria della 500 hPa e le corrispondenti anomalie climatiche nella seconda parte del mese di gennaio. Adesso è evidente la presenza di una decisa NAO negativa. Anche il modello americano CFS prevede per gennaio una NAO in prevalenza negativa (fig.5)
Per di più dal moto retrogrado delle correnti a 500 hPa (ancora fig.3) si desume la probabile provenienza di aria fredda dalla Russia europea e da qui, in parte verso verso i Balcani e in parte verso la Spagna, una circostanza confermata anche dall’anomalia di temperatura a 850 hPa (fig.6) che mostra (in blu) la “scia” lasciata dal passaggio dell’aria fredda. Circa gli effetti in termini di pioggia/neve sull’Italia con una simile ipotesi, ne parleremo tra 7-10 giorni.
Conclusione:
Vi sono concreti indizi che lasciano pensare che il “freddo invernale” possa arrivare nella seconda metà del mese di gennaio.
ARTICOLO A CURA DI: