La risposta è complessa, soprattutto se dobbiamo effettuare una previsione al dettaglio ossia riferita ad una precisa località.
Per prevedere, per esempio il tempo a Brescia città, dobbiamo considerare che Brescia è una località situata nei pressi delle Prealpi, coperta a nord dall’arco alpino, situata a sud di alcune valli e limitrofa ad un’area lacustre ampia come quella del lago di Garda.
Se dobbiamo quindi eseguire una previsione per un posto come questo dobbiamo per forza di cose affidarci a 2 fattori, uno scientifico ossia l’utilizzo di modelli fisico matematici che simulano l’andamento dell’atmosfera. Il secondo è dato dall’esperienza meteo che uno ha sul territorio.
Per quanto possa risultare strano entrambi i fattori sono fondamentali.
Se Brescia fosse situata in una zona pianeggiante circondata da ampie aree di pianura avrebbe un clima più prevedibile. Così non è e quindi ci si affida alla scienza e all’esperienza.
La scienza ci viene in aiuto con i modelli ad area limitata, chiamati LAM ,ossia modelli che simulano il tempo in una determinata zona con precisione. Questo perché il modello ad area limitata riesce a simulare l’andamento dell’atmosfera con una risoluzione a griglia orizzontale e verticale di pochissimi km. Questo aspetto è fondamentale per differenziare per esempio zone rispetto ad altre limitrofe.
Generalmente il LAM viene lanciato con una previsione fino alle 48 ore ossia con 2 giorni di previsioni utili a step orari o di 3 ore. Oltre le 48 ore il margine di errore del LAM sale e quindi la previsione al dettaglio può scadere e risultare poco affidabile.
Sulla tendenza climatica ora ci possiamo spingere fino ai 7 giorni. Le statistiche indicano che in 20-25 anni la previsione classica tendenziale ha guadagnato 2 giorni utili di previsione rispetto ai 5 giorni buoni che erano il parametro massimo affidabile 20 anni fa circa. Sopra i 7 giorni il margine di errore raggiunge la soglia del 50% di affidabilità, quindi a livello tendenziale dire che tempo ci sarà a Brescia fra 8 giorni equivale a dire che potrebbe essere bello o brutto con la stessa percentuale.
Per aiutarci con le tendenze a medio lungo termine, i modelli lanciano delle vere e proprie proiezioni parallele ossia viene lanciata una previsione ufficiale e altre con dati leggermente manipolati in modo da ricreare una possibile media per rincorrere quello che comunemente viene definito il caos dell’atmosfera. Con tutti questi dati possiamo definire se una tendenza a 5 giorni è più o meno affidabile e se una tendenza a 10 giorni merita di essere seguita e considerata oppure no.
Statisticamente comunque la soglia della settimana è lo sbarramento fra una tendenza più o meno affidabile e la previsione “non affidabile”.
L’esperienza climatica del posto invece ci aiuta a prevedere fenomeni tipici del posto, la cosiddetta microclimatologia ossia fenomeni climatici di aree molto ristrette. Alcune volte la mano dell’uomo esperto riesce a correggere o prevedere alcuni errori che i modelli percorrono.
Nel prossimo articolo parleremo dei fenomeni più difficili da prevedere, situazioni che mostrano i limiti più evidenti della scienza meteorologica.
Articolo redatto da: Simone Zanardini