Editoriali — 26 Novembre 2014

Lunedì prossimo comincerà l’inverno, almeno secondo il calendario meteorologico, ma non si avvertirà la differenza dai mesi scorsi. Insomma, almeno secondo le proiezioni, continuerà questo mite autunno, in un anno che si avvia ad essere il più caldo di sempre. “I mesi prossimi saranno più o meno sulla falsa riga dell’inverno scorso, un po’ più freddo rispetto a quello trascorso, ma decisamente meno piovoso e con intervalli di giorni più stabili e all’insegna del bel tempo grazie anche alla presenza dell’Anticiclone delle Azzorre”.

A tracciare una proiezione per i mesi invernali è il meteorologo di 3Bmeteo Edoardo Ferrara: “Grazie al progetto 3bseasonal, abbiamo approfondito con un’attenta analisi la tendenza per l’Inverno 2014/2015, lavorando sulle previsioni a lunga scadenza il cui scopo è quello di fornire valutazioni sull’andamento del tempo anche a settimane di distanza. Il servizio è in via sperimentale e le informazioni non sono consigliate per pianificare le attività, piuttosto per scopi prettamente scientifici”. Ci aspetta, quindi, ancora un inverno piuttosto mite: “con qualche possibilità in più di episodi freddi, non necessariamente gelidi, rispetto alla scorsa stagione. Dicembre – precisa il meteorologo – sarà dinamico con un alternarsi tra periodi stabili e soleggiati a quelli piovosi. Ci sarà un graduale calo del caldo autunnale con neve a quote medio alte.

Gennaio e Febbraio piuttosto ‘vivaci’ con episodi di maltempo a contrapporsi a fasi più stabili e soleggiate. Le temperature subirebbero un generale calo di conseguenza aumenterebbe la possibilità per episodi nevosi a bassa quota tanto al Centro Nord, quanto al Sud, qui specie in Febbraio”.

Nulla di nuovo quindi rispetto anche ad un autunno appena terminato e con temperature sopra la media stagionale: “il mese di ottobre 2014 è stato il più caldo della storia con un media di oltre 3 gradi. Novembre ricalca l’andamento del suo predecessore” sottolinea ancora Ferrara. Il caldo fuori stagione sembra essere una caratteristica ormai affermata degli ultimi decenni tanto che è difficile vedere stagioni autunnali che chiudono sotto media:”Dal dopoguerra, il 2007 è stato l’unico anno in cui l’autunno è stato sotto media. Gli autunni più caldi del dopoguerra sono concentrati poi tra il 1987 ed il 2012. Questo dipende – spiegano da 3Bmeteo – da una parte da un Mediterraneo spesso più caldo del dovuto, dall’altro dalla persistenza di masse d’aria di origine calda dal Nord Africa che riaffiorano in direzione dell’Italia. Questa energia che si accumula viene poi liberata, attraverso episodi piovosi anche molti intensi, nel momento in cui le fresche perturbazioni dal Nord Atlantico si gettano sul nostro mare”.

 

 

l’Adige

Negli anni dal ’50 al ’70 dominavano le correnti di Tramontana e gli inverni erano mediamente freddi. La fine degli anni 80 e in parte gli anni 90 sono stati invece caratterizzati da inverni spesso miti, siccitosi e nebbiosi. Negli ultimi anni, ci sono state ondate di gelo più frequenti. L’anomalia dei questa situazione si spiega con un “aumento della frequenza delle alte pressioni in zona polare con conseguente discese di masse d’aria fredda verso le latitudini più basse. Alla base di questo potrebbe esserci da una parte la fusione del ghiaccio artico,- conclude Ferrara – dall’altra l’attività solare bassa che inducono una modifica del modello di circolazione invernale.

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