LONDRA – Era prevista, attesa e annunciata. Ma ‘San Giuda’, la tempesta nata nell’Atlantico che si è abbattuta oggi sul Nord Europa, Inghilterra e Galles prima, per poi viaggiare verso est, ha portato disagi e morte. Undici le vittime: tre in Germania, un uomo in Danimarca, una donna nel nord della Francia e due in Olanda. Quattro in Inghilterra, la zona più colpita. Più di mezzo milioni le case rimaste senza elettricità. St. Jude dal nome del patrono delle cause perse, o Stormageddon, l’hashtag sui social network, è stato violentissimo. Come un uragano.
La tempesta ha causato gravi problemi ai trasporti nel sud dell’Inghilterra con piogge torrenziali e venti che hanno soffiato fino a 150 chilometri orari. Due reattori nucleari nella centrale di Dungeness B, nel Kent, si sono automaticamente spenti per precauzione.
L’allerta è ancora alta. Nel Regno Unito si sono registrati i danni più importanti. Il premier britannico, David Cameron, ha definito “altamente deplorevole” la perdita di vite umane e mentre parlava una gru si è abbattuta per il forte vento sugli uffici di Downing Street. In Danimarca e Svezia sono state lanciate le allerte meteo, con venti fino a velocità di 100 miglia orarie.
Nei giorni scorsi le autorità avevano invitato milioni di persone a rimanere a casa e a prepararsi all’eventualità di allagamenti e black out. Secondo gli esperti la tempesta è comparabile a quella che si era abbattuta sulla Gran Bretagna nell’ottobre 2002 se non addirittura al “Great Storm” dell’ottobre 1987 che causò 18 morti in Gran Bretagna e altri quattro in Francia, con ben 15 milioni di alberi abbattuti.
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