05-09-2016 – Salve a tutti, nuovo editoriale a carattere meteorologico ad ampio respiro, per visualizzare l’evoluzione meteorologica del mese in corso, in merito alla strutturazione della stagione autunnale a scala emisferica e mediterranea.
Iniziamo subito dal contesto attuale, che vede la presenza di un intenso vortice depressionario nelle regioni meridionali italiane, ampiamente annunciato da giorni in questa sede ved. editoriale), responsabile della genesi di autentici nubifragi nelle regioni ioniche nelle ultime 24 h.
fig.1
Cieli completamente sgombri da nubi, viceversa, nelle regioni occidentali italiane e al nord, con temperature prettamente estive, sebbene non estreme come nei settori sudoccidentali europei (fino a 45-46° C in Andalusia nei giorni scorsi!!!).
L’evoluzione attuale prende le mosse da una peculiare disposizione del VP, ormai ben strutturato che, sulla falsariga di quanto visto nelle ultime stagioni, poco invernali nel Mediterraneo, va collocandosi con il suo centro di massa nell’Artico canadese (fig.2)
fig.2
Tale assetto favorisce costantemente rimonte anticicloniche nelle regioni più occidentali dell’Europa (penisola iberica, Francia ma anche bassopiano germanico) e, di ritorno, genera spesso un moderato afflusso più fresco nelle regioni adriatiche, ioniche e dell’Egeo (fig.1) che pertanto, nell’estate appena trascorsa, hanno beneficiato di un clima non troppo caldo e, per brevi periodo, localmente anche piovoso.
Cosa aspettarsi quindi dall’inizio della stagione autunnale??
In realtà, se un simile assetto dovesse prendere forma, per le regioni mediterranee tale evoluzione si tradurrebbe in una successione di onde calde mobili, inframezzate da saltuari affondi perturbati “in rilascio” dal VP, con genesi di gocce fredde slegate dal flusso principale, costretto più a ovest e più a nord nel continente europeo.
Una delle onde mobili descritte dovrebbe interessare l’Italia nei prossimi giorni, con l’indebolimento del vortice ciclonico al sud e l’affermazione di un promontorio altopressorio, presente soprattutto nelle regioni più occidentali, tra Domenica e Lunedì (fig.2).
fig.2
Come si vede dai valori di temperatura alla quota geopotenziale di 850 hPa (1500 m circa), l’onda calda non sarà estrema, sebbene per il periodo farà piuttosto caldo, soprattutto al nord e nelle centrali tirreniche.
Ogni stagione però possiede le sue peculiarità e, in particolare, per tutta la stagione estiva l’anticiclone delle Azzorre ha evidenziato la costante tendenza a rafforzarsi e a spingere nel medio Atlantico verso nord, laddove nella scorsa stagione invernale era presente con frequenza un cavo d’onda del getto polare.
Tale peculiarità sembra possa aver luogo, almeno a tratti, anche nel mese in corso, in particolare verso la metà, quando entrambi i principali modelli (europeo e americano) ipotizzano l’arrivo di una nuova e meglio organizzata goccia fredda nel Mediterraneo, inizialmente ben correlata al flusso portante in Atlantico, generata proprio dalla spinta azzorriana nel medio Atlantico (fig.4).
fig.4
Si ripresentano quindi le condizioni per la dinamica dello “scivolo atlantico” che, a differenza dell’attuale peggioramento, sembra possa colpire anche le regioni occidentali italiane secondo il modello americano (fig.5)
fig.5
A riguardo, spaghetti per l’area genovese, al momento in deficit cronico di preicipitazioni, che si “ravvivano” per metà mese, con possibili piogge intense al nordovest (fig.6).
fig.6
Fresco che farebbe al sua comparsa dalla Francia questa volta quindi, laddove in questi giorni sono presenti solo rimonte calde (fig.7).
fig.7
Insomma, assetto generale del VP che stenta ancora ad accontentare i meteo appassionati europei, ma alcune peculiarità che stanno prendendo piede nella collocazione delle principali ondulazioni in Atlantico lasciano ben sperare i ottica futura per l’arrivo di nuove saccature mediterranee.
Certamente il VP nel lungo termine dovrà cambiare anche l’assetto generale se non si vuole che gli affondi perturbati europeirestino ai margini della circolazione principale, come evidenziato nell’ultimo pannello del modello americano, dove si ricreano le condizioni per affondi sempre direzionati a sud della Groenlandia, che lasciano prive di precipitazioni sia l’area nordamericana canadese sia l’Europa occidentale (fig.8).
fig.8
Aspetteremo fiduciosi gli sviluppi futuri.
Ciao ciao
Ilario Larosa (meteogeo)