Non sempre la neve è motivo di allegria: a volte può provocare disastri. Basti pensare alle valanghe cioè agli ammassi di neve e ghiaccio che improvvisamente precipitano dai monti a valle abbattendo tutto ciò che trovano sul proprio cammino. Molti pensano che le valanghe si ingrossano rotolando come le palle di neve che i bambini si divertono a spingere sulla neve fresca; ma non è così: la valanga è sinonimo di slavina cioè di slittamento del manto nevoso. Vi sono valanghe di modesta entità che si ripetono, seguendo sempre lo stesso percorso; ve ne sono altre più grandi e più pericolose che avvengono sporadicamente ed in maniera imprevedibile. La causa principale della caduta delle valanghe è il peso della massa nevosa: il distacco si verifica se la forza peso supera la forza di attrazione che tiene salda la neve allo strato sottostante. L’inclinazione minima per il verificarsi di una valanga varia a seconda del tipo di neve, ma in media si manifesta su pareti con pendenza superiore al 22%. Altre cause di instabilità del manto nevoso sono le vibrazioni dovute al vento, all’eco e al passaggio di esseri viventi. Mentre in inverno le valanghe sono dovute all’aumento di peso dello strato nevoso provocato da nevicate abbondanti, in primavera sono causate dal disgelo che crea un velo d’acqua tra il pendio e il sovrastante strato nevoso. Il bollettino nivometeorologico fornisce giornalmente lo stato del manto nevoso per le varie località e ne classifica il rischio in 5 gradi.
Tratto da:
Adriano Mazzarella: Siamo sotto il cielo: tutto quello che non si sa su clima e meteo – Edizione Simone 2008 ISBN 978-88-244-6348-5
Adriano Mazzarella
Prof. di Meteorologia e Climatologia
Direttore Osservatorio Meteorologico – Università di Napoli Federico II .
Meteogiuliacci.it